Un gruppo di persone diversamente abili del centro Don Guanella di Roma recita in Ho Amici in Paradiso, una commedia dolce-amara che affronta con leggerezza e intelligenza l’argomento dell’handicap. Il film, diretto da Fabrizio Maria Cortese, è al cinema dal 2 febbraio e ha come protagonisti Fabrizio Ferracane, Antonio Catania e Valentina Cervi.
Felice Castriota (Fabrizio Ferracane) è un commercialista salentino, impulsivo e un po’ superficiale. Il desiderio di arricchirsi e una certa avventatezza lo hanno portato a riciclare i soldi della malavita prima e a farsi beccare in flagrante poi. Così quando il Procuratore della Repubblica di Lecce gli propone, invece della galera, l’affido ai servizi sociali, Felice ci mette un attimo ad accettare l’offerta e a denunciare ‘U Pacciu, l’importante malavitoso per cui ha riciclato i soldi. Al centro “Don Guanella” di Roma, dove viene mandato, Felice s’imbatte in una realtà completamente diversa sia da quella che si aspettava che da quella che aveva conosciuto fino a quel momento.
Uomo superficiale e abituato al lusso, si trova ad avere a che fare con persone che hanno menomazioni fisiche e intellettive anche gravi: crisi continue, pannoloni da cambiare e difficoltà ad interagire con i pazienti, iniziano a far parte integrante delle sue giornate. Lentamente, complice anche l’amore per Giulia (Valenina Cervi), la giovane psicologa del centro, Felice inizia a sentirsi per la prima volta parte di una nuova grande famiglia e si avvia a diventare, finalmente, quello che non è mai stato: un uomo. Ma proprio quando tutto sembra andare per il meglio, il passato torna a presentare il conto e Felice si ritrova a dover fronteggiare la minaccia di ‘U Pacciu, che non ha mai smesso di cercarlo e che, ora, lo ha trovato.
Ho Amici in Paradiso nasce dall’esperienza personale del regista, Fabrizio Maria Cortese, che da due anni frequenta il Centro “Don Guanella” di Roma: “questa è la storia del cambiamento di un uomo – ha spiegato – è un percorso che si snoda attraverso l’amore, l’amicizia, il dialogo, la comprensione e il linguaggio, votato alla ricerca del modo migliore di esprimere un messaggio”. Il regista si augura infine che “ci possa essere una continuità, che il cinema possa essere presente con nuove idee e affrontare queste tematiche sempre con amore, ironia e leggerezza”.