Isabelle Adjani, Alice Belaidi, Laetitia Casta, Audrey Dana, Julie Ferrier, Audrey Fleurot, Marina Hands, Géraldine Nakache, Vanessa Paradis, Alice Taglioni, Sylvie Testud: sono 11 Donne a Parigi, il film scritto, diretto e anche interpretato da Audrey Dana. La pellicola, in sala dal 3 dicembre, inquadra madri di famiglia, donne d’affari, amiche, single o sposate, tutte rappresentano un aspetto della donna di oggi: paradossali, un po’ confuse, ma decisamente vitali. Gioiose, esplosive, insolenti, inattese, complesse, gelose o più semplicemente, donne.
Partiamo da Rose (Vanessa Paradis), per esempio. Una classica donna d’affari che pensa solo al lavoro e che, a un certo punto della sua vita, si fa prendere dal panico quando le rivelano che il suo tasso di testosterone è alle stelle. La sua assistente Adeline (Alice Belaidi), invece farebbe volentieri a meno di soddisfare tutti i capricci del suo capo, oltre a dover affrontare un grave problema familiare. L’avvocato che si occupa del suo caso è Agathe (Laetitia Casta), una donna bella e di successo, ma che non riesce a trovare l’uomo giusto.
Ad aiutarla, c’è la sua migliore amica Joe (Audrey Dana), che con gli uomini passa da periodi molto freddi ad altri decisamente intensi, e che ultimamente è diventata l’amante di un uomo sposato. La moglie di quest’ultimo, Inès (Marina Hands), deve fronteggiare una crisi dovuta a questa situazione, mentre intanto continua a lavorare per Lily (Isabelle Adjani), un’esigente stilista, che a sua volta affronta delle difficoltà nella vita personale.
Nel suo studio, troviamo anche il marito di Ysis (Géraldine Nakache), una madre che, nonostante la giovane età, ha già quattro figli e che, a un certo punto, scopre di non poter più sacrificare tutto per la famiglia. Così, inizierà una relazione con un’altra donna, Marie (Alice Taglioni), arrivata a casa sua come babysitter e che le farà conoscere una dimensione nuova dell’amore, portando finalmente un po’ di passione scatenata nella sua vita.
Sempre attorno a Lily, ruotano sua sorella Sam (Sylvie Testud) e Sophie (Audrey Fleurot), una sua impiegata, che non perde occasione di spettegolare in ufficio delle sue colleghe, ma che nasconde uno spiacevole segreto: non ha mai raggiunto l’orgasmo. Infine, troviamo Fanny (Julie Ferrier), un’autista di autobus, che è sposata da 15 anni, e che ha ormai dimenticato di poter avere una vita sessuale, fino a quando una botta in testa non risveglierà i suoi istinti.
“Questo film parte da un mio desiderio di attrice – spiega Audrey Dana – la voglia di affermare che anche noi donne possiamo far ridere, interpretando dei personaggi più complessi di quelli che ci vengono offerti normalmente”. Se dovesse definire la Donna e la Femminilità oggi, la regista risponde: “non c’è una definizione univoca delle donne. Anzi, è tutto il contrario”. Una donna oggi? “Sono io, è Audrey, sono tutte le donne“.
La Dana sottolinea la sua fonte d’ispirazione: “nella mia famiglia, siamo cinque donne molto sorprendenti. Nessuna assomiglia all’altra, tutte sono diverse tra loro. Basterebbe questo a ispirarti”. Tra di loro, in particolare, c’è sua sorella maggiore, “che fin da giovanissima non ha fatto troppa attenzione ai giudizi morali, nel suo rapporto diretto con le donne, la loro sessualità, la loro libertà e le loro potenzialità”.
Impossibile poi non citare la madre: “aveva una sua forma di femminilità, ma con lei non ne parlavamo, era quasi un tabù. Aveva una passione per i grandi autori e si è formata, soprattutto grazie alla letteratura, una certa idea di libertà”. Una figura fondamentale perché “è lei che mi ha sempre invitato a infrangere le regole e in ogni caso a non limitare mai il pensiero di una donna in limiti imposti da altri”.
“Penso che la donna oggi, almeno in teoria, sia libera. E deve sfruttare al massimo la sua libertà”.
Audrey Dana