A partire da oggi, arriva finalmente in sala uno dei documentari-evento dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia nelle Proiezioni Speciali, acclamato da stampa e pubblico del Festival: Barbiana ’65 – La Lezione di Don Milani di Alessandro G.A. D’Alessandro. Un film che, a 50 anni dalla scomparsa del suo protagonista, riporta nuova attenzione su una figura e una storia unica, contrastata, coraggiosa, umana dell’Italia contemporanea. La pellicola sarà oggi a Firenze e proseguirà il suo tour cinematografico tra ottobre e novembre (il 19 ottobre al cinema Farnese di Roma, poi a Milano allo Spazio Oberdan a novembre, e in seguito a Torino, Bologna, Genova, Napoli, Padova e moltissimi altri centri per oltre 40 città).
Il film su don Lorenzo Milani e i suoi ragazzi, e la Scuola di Barbiana divenuta nel tempo un luogo simbolo e irripetibile di riflessione politica e sociale, nasce dal recupero del materiale girato dal regista Angelo D’Alessandro nel dicembre 1965 a Barbiana, ritrovato dal figlio Alessandro dopo la morte del padre. D’Alessandro era stato l’unico negli anni a ricevere da Lorenzo Milani il permesso di riprendere lui e la sua scuola. È l’unico documento esistente con don Milani in scena. È lo stesso don Lorenzo che narra, che parla, che spiega.
Il recupero integrale del materiale filmato girato dal regista Angelo D’Alessandro nel dicembre del 1965 a Barbiana, protagonisti don Lorenzo Milani e i suoi allievi, diventa l’occasione per far riemergere con forza l’attualità del messaggio del Priore a cinquant’anni dalla morte e ricordare a tutti la sua grande lezione. E un pensiero – concreto – di straordinaria organicità, che fanno di Milani un’esperienza intellettuale, radicale, utopica e politica, di livello almeno europeo. Ben oltre i confini di un piccolo paese, di una nazione, e del suo tempo.
Il regista D’Alessandro, l’unico a cui don Milani concesse di effettuare delle riprese della vita nella sua scuola per lasciare un documento ai suoi ragazzi, era salito a Barbiana per un’inchiesta sull’obiezione di coscienza a cui si era aggiunta la voce di don Lorenzo. Il filmato originale dell’epoca mostra alcuni momenti e aspetti fondamentali della Scuola di Barbiana: la scrittura collettiva, la lettura dei giornali, i ragazzi più grandi che insegnano a quelli più piccoli. Ma c’è anche il lavoro manuale svolto dai ragazzi (o la loro partecipazione alla Messa, in cui vediamo Don Milani sull’altare celebrare ma solo “per finta”, per la macchina da presa, dopo una scelta consapevole e condivisa con il regista).
Intorno a queste immagini del 1965 si sviluppa il racconto con le testimonianze di Adele Corradi, l’insegnante che ha vissuto l’esperienza di Barbiana con don Lorenzo, di Beniamino Deidda, ex Procuratore Generale di Firenze che dopo la morte di don Lorenzo ha continuato a insegnare ai ragazzi della scuola di Barbiana, e Don Luigi Ciotti.
Scuola, Costituzione e Vangelo sono i tre pilastri su cui si sviluppa il pensiero milaniano, che trova il suo culmine nella lettura che don Lorenzo fa davanti alla macchina da presa della sua Lettera ai Giudici, il testo scritto per difendersi dalle accuse di Apologia di reato nel processo che lo attende a Roma. Il filmato restituisce dunque con grande forza la voce e l’immagine di un uomo che oggi più che mai ripropone con forza il tema della coscienza e dell’obbedienza, della giustizia e della solidarietà, della scuola che deve permettere a tutti di diventare sovrani di sé stessi.