A distanza di 17 anni dal primo rivoluzionario The Blair Witch Project – Il Mistero della Strega di Blair, mercoledì 21 settembre arriva al cinema Blair Witch, il sequel (volendo dimenticare il disastroso BW2 – Il Libro Segreto delle Streghe) scritto da Simon Barrett e diretto da Adam Wingard. Protagonisti sono i giovani James Allen McCune, Valorie Curry e Callie Hernandez.
Sono passati 20 anni da quando la sorella di James e i suoi due amici sono scomparsi nella foresta di Black Hills nel Maryland mentre stavano effettuando ricerche sulla leggenda della strega di Blair, lasciando una traccia di teorie e di sospetti dietro di loro. James (James Allen McCune) e i suoi amici Peter (Brandon Scott), Ashley (Corbin Reid) e la studentessa di cinema Lisa (Callie Hernandez), si avventurano negli stessi boschi, ciascuno con una telecamera, per svelare i misteri che aleggiano intorno alla loro scomparsa.
In un primo momento il gruppo è molto fiducioso, soprattutto quando un paio di abitanti del luogo, Lane (Wes Robinson) e Talia (Valorie Curry), si offrono di fare da guida attraverso quei boschi scuri e tortuosi. Ma, al calare di una notte interminabile, al gruppo fa visita una presenza minacciosa. Poco a poco cominciano a realizzare che la leggenda è fin troppo reale e più sinistra di quanto avrebbero potuto immaginare.
The Blair Witch Project, che ha debuttato nel 1999 diventando subito un fenomeno globale, ha dato vita a quell’atavica paura di rimanere da soli in un bosco. Il film, a bassissimo budget, ha incassato milioni di dollari e ha segnato un record nel settore dei found footage movie, originando una nuova generazione di appassionati dell’horror.
Quando uscì il primo film, Adam Wingard era un ragazzo delle scuole superiori: “presi una telecamera, andai in un bosco e ne feci una parodia – racconta – ma a parte gli scherzi, quel film era totalmente orientato verso l’autenticità, nessuno si era mai completamente diretto verso quel tipo di realismo prima di allora: non era solo un found footage movie, ma un vero e proprio film horror”.
A scrivere questo Blair Witch è stato Simon Barrett: “l’aspetto mitologico è stato molto allettante per me, perché il primo film non ha mai svelato nulla – afferma – abbiamo voluto riprendere ulteriormente la leggenda ed esplorare la maniera in cui gli outsider si avvicinano a questo mito e come la gente del luogo vede la leggenda“.
Adam Wingard ha cercato di realizzare un horror che faccia saltare dalla paura lo spettatore: “il mio obiettivo era quello di dare a questo film un trattamento à la James Wan e dare al pubblico ogni tipo di terrore possibile e da ogni angolazione: salti di paura, suspense, scene orribili che giocano su diverse fobie, pur continuando a rimanere fedele al genere“.
Mentre gran parte del terrore del primo Blair Witch si basava proprio su ciò che non veniva mostrato, il sequel terrorizza il pubblico ed eccita i fan più accaniti, rivelando qualcosa in più di ciò che si nasconde nel buio: “volevo creare qualcosa di simile a Non Aprite Quella Porta – conclude Adam Wingard – non in termini di violenza, ma in termini di implacabile intensità che film ti dà. Si scappa costantemente da qualcosa, in uno scenario che è ancora più spaventoso“.
“Qualunque sia il male che si nasconde nei boschi, qui è molto più forte che nel primo film”.
Adam Wingard