Con un nuovo approccio al classico crime thriller, arriva domani al cinema Codice 999, il film d’azione diretto da John Hillcoat con protagonista un vasto cast: Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor, Anthony Mackie, Aaron Paul, Clifton Collins Jr., Norman Reedus, Teresa Palmer, Michael K. Williams, Gal Gadot, Woody Harrelson e Kate Winslet.
Michael Atwood (Chiwetel Ejiofor), ex membro delle Forze Speciali, capeggia una banda di corrotti agenti di polizia ed ex membri dell’esercito (Anthony Mackie, Clifton Collins Jr., Aaron Paul e Norman Reedus) in un’audace rapina in banca che finisce con una frenetica sparatoria in autostrada. Il sergente Jeffrey Allen (Woody Harrelson) indaga sul caso, ignaro che proprio suo nipote Chris Allen (Casey Affleck), un onesto poliziotto, è diventato senza saperlo il partner di uno dei rapinatori della gang di Atlanta.
Iirina Vlasov (Kate Winslet), spietata boss della mafia russo-israeliana, usa le maniere forti con i membri della banda per costringerli a tentare un’ultima e, all’apparenza, impossibile rapina. Ma la sola speranza che la banda ha di portare a termine il colpo è quella di distrarre tutte le forze dell’ordine organizzando un “999” – il codice usato dalla polizia per segnalare che un agente è stato colpito in azione.
Lo sceneggiatore Matt Cook, qui al suo primo film, ha messo al centro della storia il Codice 999: quando un poliziotto rimane ferito in una sparatoria segnala un 999 e la polizia ovunque sia e qualsiasi cosa stia facendo si ferma per convergere sull’agente colpito, e va avanti finché non cattura il colpevole, il tutto mentre il resto della città rimane invece praticamente senza sorveglianza. È da qui che ha iniziato a scrivere Cook: “è un’idea che solleva un grande dilemma morale e implica il tema della lealtà: quando un tuo fratello poliziotto chiama, tu rispondi”.
Per raccontare questa storia di poliziotti corrotti dei nostri tempi, Cook voleva inventare un personaggio cattivo che fosse originale, e ha trovato ispirazione nella cosiddetta Mafia Kosher: “Abbiamo visto e stravisto la mafia italiana, abbiamo visto la mafia irlandese, i cartelli messicani, e volevamo fare qualcosa di diverso”, racconta lo sceneggiatore “Ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto che ci sono un sacco di russi e israeliani molto potenti che sono in carcere per traffico di armi e altri crimini. Sono miliardari ma, chissà perché, non sono molto conosciuti. Abbiamo poi scoperto che queste organizzazioni russo-israeliane sono in genere capeggiate da una persona. I capi sono quasi dei personaggi leggendari, tipo Keyser Soze dei I Soliti Sospetti”.
John Hillcoat e la sua squadra si sono presi la briga di ambientare l’azione fra immagini e suoni di una città americana del nostro tempo: “Era fondamentale per me che il film si basasse sulla realtà– dice il regista – mi sembra che molti film di questo genere si allontanino dal vero, così abbiamo fatto un sacco di ricerche”. La ricerca di autenticità ha portato Hillcoat all’unità antigang di Atlanta: “Per tutto il tempo sono stati con noi sul set a darci suggerimenti e a raccontarci quello che succede e quello che non succede sulla strada”, racconta.
La pellicola affronta anche il tema del comportamento aggressivo della polizia, diventato un argomento scottante: “negli ultimi tempi, ci troviamo di fronte a molti ex militari diventati agenti di polizia – continua il regista – e c’è anche una sorta di impollinazione incrociata: quando vanno all’assalto in posti di questo tipo hanno a disposizione carri armati e un sacco di equipaggiamenti delle forze militari e creano il putiferio. Mi sembrava avvincente esplorare quest’idea, soprattutto perché stavamo lavorando all’interno della comunità, con persone reali: alcuni membri appartenti a gang vere e la vera unità antigang di Atlanta: avevamo tutti i punti di vista”.
Codice 999 offre agli spettatori un folle miscuglio d’inseguimenti in auto, sparatorie e personaggi dirompenti con diverse sfumature di criminalità, ben addestrati nell’arte della guerra ma poco preparati ad affrontare i propri demoni personali. Portando i classici temi del tradimento e della fratellanza agli estremi della violenza, Hillcoat offre uno sguardo ricco di azione sulle strutture del potere municipale dei nostri tempi, corrotto dal suo interno.
“Codice 999 contiene due film in uno. Ci sono i buoni e i cattivi e la cosa bella è che non sai per chi fare il tifo”.
Aaron Paul