Tratto dal bestseller di Maria Semple, giovedì 12 dicembre uscirà al cinema Che Fine Ha Fatto Bernadette?, il nuovo film diretto da Richard Linklater con protagonista una sempre bravissima Cate Blanchett. Al suo fianco sul set: Billy Crudup, Kristen Wiig, Judy Greer e Laurence Fishburne.
Il film
Bernadette Fox (Cate Blanchett) è una leggenda nel campo dell’architettura, ma da tempo ha smesso di lavorare e si è ritirata a vita privata. Non è un tipo facile. Dietro i suoi occhialoni da diva si celano modi scostanti e un’abrasiva ironia nei confronti del mondo e delle persone. Un giorno la figlia Bee (Emma Nelson) chiede un viaggio in Antartide come premio per la pagella perfetta. Bernadette si getta eroicamente nei preparativi, ma ormai è consumata dallo sforzo di adattarsi a una vita che non le assomiglia affatto e in cui non si ritrova. Incapace di gestire intoppi e disastri del quotidiano, abbandona i preparativi e asseconda il suo istinto di fuga, scomparendo di punto in bianco e lasciando a suo marito (Billy Crudup) e a sua figlia il compito di raccogliere i cocci. E sarà proprio Bee a iniziare a ricomporre il puzzle per scoprire che fine ha fatto Bernadette.
Da Maria Semple a Richard Linklater
Il romanzo di Maria Semple (titolo Dove vai Bernadette?) ha debuttato nel 2012 e poco dopo è salito in cima alla lista dei best-seller del New York Times, dove è rimasto per oltre un anno. Il regista Richard Linklater se n’è subito innamorato: “è un ritratto davvero complesso di una donna di mezza età particolarmente geniale ma che non pratica la sua arte – spiega – ciò che viene dopo è divertente e anche un po’ spaventoso. Per chiunque. È anche un ritratto meravigliosamente complesso di una relazione a lungo termine. Della genitorialità, e degli alti e bassi che la caratterizzano”. Sempre secondo le parole del regista, Bernadette “è una persona affascinante, una donna forte ovviamente, ma penso che rappresenti molte persone. Sono stato molto attratto dall’idea di un’artista, o di una persona creativa, che per una serie di ragioni smette di creare”. Anche lui un creativo, Linklater si è potuto identificare con i temi centrali e universali del romanzo: “mi ha colpito quel tipo di fase stagnante della vita, che è uno dei miei più grandi incubi. Hai mai sentito questa affermazione: la cosa più pericolosa al mondo è un artista senza lavoro? Ed è vero. È una situazione davvero triste da vivere”.
Una donna nel caos
Cate Blanchett si è innamorata di questo personaggio complesso, impetuoso e intelligente, fin dal primo momento: “È uno sguardo molto divertente e doloroso su una donna che si trova in un momento di caos, in procinto di affrontare un enorme cambiamento nella sua vita – afferma l’attrice – tutte le negatività che vengono fuori da ciò che pensavi di essere, dovendo affrontare chi sei veramente, per passare poi a chi potresti diventare. E così troviamo Bernadette e la sua famiglia in quel momento di crisi. Penso che stia attraversando un momento di caos, perché non si può sfuggire a ciò che si pensa di essere, e ci si deve confrontare con chi si è in realtà prima di poter andare avanti – e ciò accade spesso nella mezza età”.
Sfuggire da se stessi
C’era un notevole fascino nell’interpretare un personaggio con delle debolezze molto umane e comuni: “la cosa con cui forse mi sono identificata maggiormente è quanto sia impossibile sfuggire a se stessi – aggiunge la Blanchett – e soprattutto quando si invecchia, è necessario affrontare il passato e assumersi la responsabilità di sé stessi per poter andare avanti”. Proprio come Linklater (e qualsiasi altro artista del mondo), l’attrice ha scoperto che il blocco creativo di Bernadette la riguardava abbastanza da vicino: “mi identifico con lei, e la cosa difficile come attrice è che devi sviluppare una corazza relativamente spessa, perché i tuoi fallimenti sono pubblici, ma non vuoi neanche interporre degli artifici tra te e la telecamera o tra te e il pubblico, o tra te e le altre persone con cui lavori. Devi essere sempre aperta. E se hai ottenuto uno o due di quelli che sono percepiti generalmente come successi, senti come se ci fosse un’attesa attorno a quello che fai. E, nel caso di Bernadette, quello che farà dopo è niente. Per questo è molto più facile sparire, ma molto difficile riemergere”.
Madre e figlia
Anche se Che fine ha fatto Bernadette? parla molto dei conflitti di una donna come individuo e dei viaggi interiori e fisici che intraprende per ritrovarsi, è anche la storia di una famiglia e il rapporto tra una madre e una figlia incredibilmente unite. Bee non è solo la figlia che Bernadette e suo marito Elgie hanno tanto pregato di avere, ma è anche l’anima gemella di Bernadette: “Bee, a 13 anni, è tale e quale a Bernadette – spiega Cate Blanchett – legge la sua mente, è molto intelligente, pensa fuori dagli schemi e penso che comprenda bene la decisione di sua madre. In un certo senso, Bernadette tratta Bee come un’amica piuttosto che come una figlia, e parte della storia è che Bernadette accetta che sua figlia debba avere le proprie esperienze e non diventare il fulcro di tutte le esigenze di Bernadette”.
Gli occhiali neri
Il personaggio di Bernadette è caratterizzato da un paio di occhiali da sole scuri: “È una donna che confonde – afferma la Blanchett – incredibilmente intelligente. È sconcertata da Seattle, ma ancor più sconcertata da ciò che è diventata, ed è tanto critica e severa verso se stessa quanto verso il mondo che la circonda. Ma penso che le persone così dure nei confronti degli altri, siano spesso le più delicate e fragili. Per questo è interessante vedere Bernadette con la sua famiglia, e poi vedere come la percepisce il mondo: sai, con gli occhiali scuri e quell’armatura che sceglie di indossare”.
Ritrovarsi per andare avanti
Ognuno di noi vive la sua storia personale, ma la cosa che ci accomuna tutti è proprio il fatto che ne viviamo una. Questa consapevolezza ci fa sentire meno soli. Che Fine Ha Fatto Bernadette? attinge alla potente forza che ci consente di superare gli ostacoli inaspettati della vita. In Bernadette vediamo una donna che ritrova la gioia grazie alla sua famiglia, riscoprendo al contempo il suo percorso creativo. Questo film ci ricorda che possiamo tutti ritrovare noi stessi, non importa quanto lontano siamo arrivati: “nella vita, devi attraversare un momento di caos, perché non puoi fuggire da te stesso o da chi pensavi di essere – conclude Cate Blanchett – e devi confrontarti con chi sei realmente prima di poter andare avanti”.