Basato su una vicenda realmente accaduta, venuta alla luce quando il 6 gennaio 2016 il Times ha pubblicato l’avvincente cronaca di Nathaniel Rich sul lavoro dell’avvocato di Cincinnati Rob Bilott, il 20 febbraio esce al cinema Cattive Acque, la pellicola diretta da Todd Haynes: una storia di impegno civile, una lotta di Davide contro Golia supportata da un grande cast composto da Mark Ruffalo, Anne Hathaway, Tim Robbins e Bill Pullman.
Il film
Cattive Acque è la vera storia di Robert Bilott (Mark Ruffalo) l’avvocato ambientalista protagonista di una estenuante battaglia legale durata ben 19 anni contro il colosso chimico DuPont e di come, da uomo tenace e combattivo, ha rappresentato 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento incontrollato di PFOA (acido perfluoroottanoico). Grazie ad uno studio tossicologico sulle vittime, Bilott riuscirà a dimostrare i rischi per la salute associati alla contaminazione delle acque e otterrà per loro un importante risarcimento.
Todd Haynes racconta…
“Questo è il film sul personaggio di Rob Bilott, il non-eroe per eccellenza, le cui idee sulle normali pratiche aziendali, vengono ribaltate dalle sue scoperte sulla DuPont. Diffidente, imparziale e circospetto di natura, Rob Bilott, come molte delle tipiche ‘talpe’, è già una figura solitaria quando la storia inizia. E come sempre, gli eventi che accadono, non fanno altro che aumentare quell’isolamento già esistente. Un isolamento che, come un virus, s’insinua nell’evoluzione della storia, diffondendosi non solo a Wilbur Tennant, ma a tutti i diversi personaggi della storia, intrecciando classi differenti, affliggendo la vita pubblica, la vita famigliare e, nella sua scia, la vita religiosa: il suo contagio è incredibilmente insidioso. La verità è che, pur avendo legami solidi, sfidare potenti gruppi d’interesse, finisce comunque con il creare un isolamento, oltre a mettere in seria discussione facoltà e valori personali. Un film come questo descrive – nei minimi dettagli – questo processo”.
“Raramente questo genere di film si conclude con una vittoria facile (dopotutto sono basati su eventi reali), e Cattive Acque non fa eccezione. Piuttosto che finire con il riconoscimento di una vittoria, il film ci mostra la lotta come una condizione in divenire, diventando un manuale introduttivo per una vita imperfetta, fatta di consapevolezza e disperazione. In questo modo, tutti noi rimaniamo dentro la storia, una storia che diventa la nostra stessa storia”.
“Nel film, quella che inizialmente appare come una contaminazione dell’aria e del sistema idrico regionale e nazionale, diventa una contaminazione globale rischiosa per tutti gli esseri umani, rendendo evidente la nostra interconnessione come abitanti di questo pianeta, nonché il ruolo di vittime non scelte dell’ideologia e del sistema capitalista. L’imponenza di questa catastrofe creata dall’uomo, ci collega inevitabilmente l’uno all’altro, come Rob con Wilbur e come la Taft Law con Parkersburg in Virginia occidentale, in qualcosa che è, allo stesso tempo, una lotta senza fine per la giustizia e una battaglia per le nostre vite”.
“Cattive Acque potrà anche essere terminato, ma il suo puntuale racconto di un ambiente minacciato, è tutt’altro che finito. Il film ha una risonanza scottante con quello che sta accadendo ora nel nostro scenario politico, nel nostro scenario ambientale e in quello normativo. Abbiamo assistito al sistematico disfacimento dei mandati sull’acqua, sull’aria, sulle specie in via di estinzione e, chiaramente, sul cambiamento climatico, così oggi tutto è a rischio. C’è un’urgenza di far uscire questo film sul mercato, così che le persone possano parlarne, ascoltare la storia e vederla attraverso le esperienze degli individui stessi che l’hanno fatta accadere”.
EXTRA – Il messaggio del film
Anne Hathaway, tra le interpreti del film, osserva aggiunge: “Rob Bilott non l’ha fatto per la gloria. Non l’ha fatto per una gratificazione immediata. Ha camminato su un sentiero lungo, molto lungo, ed è il primo a dire che non ha fatto questo cammino da solo. Penso che questa sia una delle cose che il film rappresenta con successo: mostrare come questa persona straordinaria, pur ritrovandosi in un ambiente errato, in definitiva è stato davvero supportato dagli altri. Insieme, sono riusciti a ottenere qualcosa. Ora, questa non è la fine della storia. Una delle cose che preferisco del film, è ciò che succede dopo. Quello che succede dopo… siamo noi. Dobbiamo essere visibili. Dobbiamo essere visibili per il pianeta, per noi stessi e per gli altri”.
Mark Ruffalo, produttore e protagonista del film, si rispecchia in questi sentimenti: “stiamo parlando del potere dei singoli nell’influenzare cambiamenti imponenti, con il supporto di una comunità. Credo che il messaggio ultimo, sia che abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Non ci sarà qualcun altro che lo farà per noi. Nessun altro renderà il mondo un posto migliore. Siamo noi insieme che possiamo farlo. E questa storia sull’acqua, oltrepassa tutti gli schieramenti politici, i credo ideologici, il genere, la razza, la religione. Tutti spontaneamente sappiamo quanto sia fondamentale per noi avere acqua pulita, e penso che, solo inquadrando in questo modo i problemi enormi, potremmo assistere a un cambiamento positivo nel mondo”.
“Sono un grande ottimista, credo nel potere dei singoli – propone l’altro interprete Tim Robbins – una sola persona può fermare una folla. Una voce razionale può cambiare l’opinione pubblica. Perché si parli di una giusta causa, non c’è bisogno di un movimento imponente. Chi darà la responsabilità a chi governa? Io credo saranno i singoli. Sono i Robert Bilott di questo mondo che mi danno speranza per il futuro”.
Rob Bilott, l’avvocato dell’Ohio che è sceso in campo per fare ciò che è giusto, dice che la sua speranza più grande è che il pubblico veda il film, non per conoscere il suo nome o la sua storia specifica, ma per comprendere che ognuno di noi può fare una differenza nel mondo: “una delle cose che mi auguro il pubblico si porti via dopo aver visto il film, è capire che in una persona singola c’è un potere incredibile. Siamo negli Stati Uniti. Abbiamo un sistema legale che può anche avere problemi, ma rimane probabilmente il miglior sistema legale del mondo, in cui un individuo può effettivamente mettersi contro una gigantesca multinazionale o altre entità potenti, andare in tribunale, stare alla pari… e ottenere giustizia. C’è così tanto potere in un singolo che persiste: se prendi posizione per quello in cui credi, e continui a perseguirlo, può esserci un reale cambiamento. Una sola persona, un agricoltore, una comunità, possono affrontare quelle che sembrano forze insormontabili, ottenere davvero cambiamenti incredibili e, speriamo, rendere il mondo un posto migliore per tutti noi”.