Stasera e domani sera andranno in onda su Rai Uno le prime due puntate – delle sei complessive – di Catturandi – Nel Nome del Padre, la serie tv diretta da Fabrizio Costa con protagonisti Anita Caprioli, Alessio Boni, Massimo Ghini, Vincenzo Amato e Leo Gullotta.
L’epica lotta tra Stato e Mafia da un punto di vista nuovo: quello della Catturandi di Palermo, squadra d’élite della Polizia deputata all’arresto dei grandi latitanti. Sono artisti della sorveglianza elettronica e abili a rendersi invisibili, e la loro punta di diamante è una giovane donna, Palma Toscano (Anita Caprioli), impulsiva, appassionata e determinata a catturare l’ultimo capo della più potente organizzazione criminale del mondo, Natale Sciacca (Vincenzo Amato).
Nella Palermo che è il caldo e intricato scenario della storia, Palma capirà che nulla è mai come appare: i mafiosi più temibili sono volti insospettabili e gli amici possono tradirti. Non solo gli amici: anche gli amori. Perché Palma si porta nel cuore una ferita, la misteriosa morte del padre, eroe della Polizia, che condiziona da sempre la sua vita. Indecisa tra due uomini, indecisa tra due colpevoli: il suo è un viaggio al fondo del tradimento e solo quando riuscirà a trovare il coraggio di toccarlo, quel fondo, Palma troverà quello che cerca davvero. Se stessa.
Scritta e sceneggiata da Luca Rossi e Alessandro Fabbri, Catturandi – Nel Nome del Padre è una serie tv di alto profilo, legata anche alla cronaca, che mostra aspetti inediti della lotta delle istituzioni contro la criminalità, senza trascurare i sentimenti. Oltre alla Caprioli e Amato, ecco gli altri attori/personaggi: Alessio Boni è Tito Vergani, apparentemente banchiere milanese ma in realtà ha più di un segreto da nascondere, Marta Gastini è Alina, figlia di Tito, in perenne conflitto con il padre. Massimo Ghini è il vicequestore Valerio Vento, che con Palma ha un rapporto non solo professionale, Raniero Monaco di Lapio è Ivan, membro di punta della Catturandi, braccio destro di Palma. Leo Gullotta è l’avvocato Ruggero Mazzamuto, rappresentante del “mondo di mezzo” palermitano.
In Catturandi, la contrapposizione tra legalità e criminalità, tra buoni e cattivi non è infatti netta, né scontata, ma vive piuttosto delle sfumature e della complessità dei vari personaggi. Per esplorare in anteprima la serie, riportiamo di seguito le note di regia di Fabrizio Costa.
Catturandi, cos’è?– “Si tratta di un racconto sulla mafia e sugli uomini che la combattono, dal punto di vista di una squadra d’élite della Polizia che svolge un’azione paziente, accurata e anche logorante di intercettazione e osservazione, finalizzata all’arresto dei grandi latitanti. Un lavoro “invisibile” fatto di lunghissimi appostamenti in ascolto e spionaggio della quotidianità che mi ha fatto pensare a capolavori del cinema come La Conversazione di Coppola o Le Vite Degli Altri, per fare solo alcuni esempi”.
Palermo – “Lo scenario della nostra azione, una città dai grandi contrasti, viscerale nel bene e nel male. Estremamente accogliente, colorata e viva ma anche difficile e a volte respingente. La complessità della storia si lega strettamente a questi luoghi ed è un altro punto forte del film. All’interno del contesto siciliano infatti, più che in ogni altro, la verità delle cose assume le connotazioni pirandelliane del “doppio”, del relativismo e della molteplicità. Ogni elemento che si scopre ha sempre un altro aspetto, sia dal punto di vista sostanziale che morale. Come in un costante gioco al rilancio dove niente è come appare e la verità non è mai una sola”.
Anita, la protagonista – “Il personaggio di Anita, Palma Toscano, è quel che si dice una donna contemporanea. Definita sì dal proprio lavoro, che la assorbe e le dà molta forza, ma non immune ai sentimenti. Fortunatamente è difficile inquadrarla all’interno di uno stereotipo: fa un lavoro duro, comanda degli uomini, ma non per questo è alla ricerca spasmodica dell’amore, pur conservando la capacità di sentirsi donna e di lasciarsi andare. E questa complessità la rende affascinante e autentica”.
Gli altri personaggi – “Anche Massimo Ghini, il vicequestore Vento, che lavora a stretto contatto con Palma racchiude in sé una serie di chiaroscuri, proprio per questa ragione tra loro si crea un’alchimia particolare. La duplicità dei caratteri è un punto focale di ogni personaggio, buono o cattivo, per qualcuno emerge in maniera brutale, per altri in modo sottile. Così anche il potente capo mafia – l’ultimo grande latitante – rivela delle fragilità umane, esattamente come nella realtà. Vincenzo Amato interpreta il capomafia latitante che ha degli aspetti da “gentiluomo”, ed un carisma in grado di ammaliare le donne”.
Pieno di sorprese – “Credo che Catturandi abbia un tema chiaro il cui svolgimento, mostrando la complessità e duplicità delle cose e dei caratteri, rende l’azione appassionante, piena di verità e di colpi di scena”.