Si terranno venerdì 24 settembre a Bari (ore 19 al caffè letterario Prinz Zaum) e sabato 25 a Matera (ore 18 a a Palazzo Lanfranchi) le prime due proiezioni in presenza del film Cent’anni Dopo, il documentario realizzato per il centenario della nascita del PCI dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico in collaborazione con l’Associazione Enrico Berlinguer, con la regia di Monica Maurer e il montaggio di Milena Fiore. Nelle prossime settimane sono in programmazione altre proiezioni e presentazioni del film a Catania, Potenza, Alessandria, Napoli, Bologna, Firenze, Pisa e Roma.
Il documentario
Cent’anni Dopo è un racconto inedito della storia d’Italia attraverso il prisma del Partito Comunista Italiano, a cento anni dalla sua fondazione; uno strumento per riaprire una discussione collettiva su quella straordinaria esperienza nei suoi vari aspetti, dalle conquiste sociali e civili alle realtà territoriali nella loro diversità.
Monica Maurer e Milena Fiore raccontano…
“In un momento di profonda crisi della forma partito, il nostro film mette in luce l’intenso rapporto del popolo comunista con il PCI, con la sua identità di partito di massa, radicato nelle città e nelle campagne in modo capillare con le sue sezioni. È questo che generava un senso di appartenenza, il sentirsi parte attiva di un progetto politico per un’Italia più democratica e più giusta. Come in un viaggio nella memoria, abbiamo attraversato e rivissuto questa epopea politica iniziata cent’anni fa. Abbiamo riconosciuto e ricostruito, grazie al lavoro fatto con Alexander Höbel, i passaggi topici della storia del Partito comunista italiano, utilizzando esclusivamente le immagini conservate nell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico: un percorso cronologico in cui non mancano ellissi temporali (e quindi anche involontarie lacune) e momenti di evocazione di epoche diverse che coesistono negli spazi e nei tempi del film, grazie al narratore autorevole Aldo Tortorella che enuncia e focalizza l’intera storia”.
“Una risemantizzazione dei tantissimi materiali che abbiamo ricercato e selezionato al montaggio, arricchita dalla voce emica ed empatica di Sandro Casalini, attraverso cui si esprime il protagonista collettivo del racconto, e tematizzata dal disegno sonoro di Giuseppe D’Amato: ne è emersa una forma-flusso vivente in cui, attraverso i raccordi fra le diverse microstorie (ma non per questo piccole storie) e le diverse scene, dal bianco e nero al colore valorizzati dal lavoro di Mauro Vicentini, gli eventi sembrano svolgersi plasticamente nella loro drammaticità e nel loro impatto emotivo sotto gli occhi dello spettatore. La consapevolezza del fatto che la storia raccontata nel nostro film è ancora sangue vivo deIl’esperienza e dei percorsi di tante e tanti ci ha quasi obbligato a quel confronto costante all’interno dell’Archivio che ha reso questo film un vero e proprio lavoro collettivo“.