Chris Hemsworth e Michael Shannon sono i protagonisti di 12 Soldiers, il nuovo potente film bellico diretto da Nicolai Fuglsig sull’incursione segreta delle Forze Speciali dell’esercito americano nell’Afghanistan invaso dai talebani. Il film, da oggi nelle sale, racconta per la prima volta la vera storia dei 12 soldati americani inviati in quella regione per una missione estremamente pericolosa, a pochi giorni di distanza dall’11 settembre.
L’unità speciale Alpha 595 guidata dal Capitano Mitch Nelson (Chris Hemsworth) parte volontariamente per l’Afghanistan all’indomani degli attentati dell’11 settembre. 12 uomini in missione nella terra più pericolosa del mondo devono affrontare 50,000 talebani, combattendo contro carrarmati e lanciarazzi in un territorio controllato dai fondamentalisti. Per sopravvivere una sola possibilità: vincere. Nell’inferno di una terra straniera ed ostile, una battaglia epica e spettacolare, che porterà Mitch e i suoi uomini a cambiare la storia.
Congedate le rispettive famiglie, la squadra si ritrova catapultata nel remoto e aspro paesaggio dell’Afghanistan settentrionale, dove dovrà convincere il Generale Abdul Rashid Dostum (Navid Negahban) a unire le forze per combattere i loro comuni avversari: i talebani e i loro alleati di Al Qaeda. Oltre a dover superare la sfiducia reciproca e le numerose divergenze culturali, gli americani, abituati a tecnologie militari all’avanguardia, dovranno adottare le tattiche belliche dei soldati afghani a cavallo. Nonostante il crescente rispetto e un legame che stenta a formarsi, i nuovi alleati dovranno affrontare enormi difficoltà: sono notevolmente inferiori come numero e come armi, contro nemici spietati e pronti a tutto.
Ogni adulto americano sa esattamente dove si trovava e cosa stava facendo in quella terribile mattina dell’11 settembre 2001. Ma fino a poco tempo fa, erano in pochi a conoscere gli eventi straordinari che si erano svolti poco dopo. Mentre il paese ancora vacillava, 12 coraggiosi membri delle Forze Speciali dell’esercito americano – conosciuti come i Berretti Verdi – lasciarono le loro case e i propri cari per affrontare una pericolosa missione segreta nell’Afghanistan dilaniato dalla guerra. Questi “12 Soldiers” furono scelti per contrattaccare gli attacchi terroristici. Non gli fu ordinato di andare. Si offrirono volontari.
E adesso la vera storia di questi dodici combattenti viene portata sul grande schermo nel film d’azione 12 Soldiers. Il produttore Jerry Bruckheimer dice: “mentre il popolo americano era ancora sotto shock, questi uomini si sono avventurati verso l’ignoto, in una situazione piena di pericoli, per cercare di pareggiare i conti e offrirci una vittoria. Hanno dovuto lasciare le loro mogli e i loro figli, senza sapere dove stessero andando o se sarebbero mai riusciti a tornare indietro. L’operazione è rimasta segreta per diversi anni – la maggior parte della gente non ne ha mai nemmeno sentito parlare – ma questi uomini sono dei veri eroi”. Il regista del film, Nicolai Fuglsig, aggiunge: “erano in prima linea, i primi soldati americani sul territorio dell’Afghanistan. Quando arrivarono, si trovarono in inferiorità numerica di 5.000 a 1 rispetto ai nemici, e costantemente a rischio di cattura a causa dell’enorme taglia che i talebani avevano messo sulle loro teste”.
Con il nome in codice di Task Force Dagger, la missione era tanto diplomatica quanto militare. Fuglsig spiega: “questa piccola squadra delle Forze Speciali doveva raggiungere il Generale Abdul Rashid Dostum, leader dell’Alleanza del Nord in Afghanistan, nel tentativo di aiutarlo a riprendere il controllo della regione. È stato il primo passo della lotta americana contro i talebani e Al Qaeda dopo l’11 settembre”. L’Alleanza del Nord, una fragile coalizione di leader militari afghani, si era in qualche modo fratturata negli anni dalla sua formazione nel 1996, ma c’era comunque una cosa che continuava ad unirli: il reciproco desiderio di liberare il loro paese dagli spietati talebani.
Chris Hemsworth, che interpreta il Capitano Mitch Nelson, il capo della squadra delle Forze Speciali, osserva: “questi soldati non sono andati lì come conquistatori; erano lì per aiutare il popolo afghano che stava combattendo per la libertà. Senza molte informazioni preliminari, dovevano guadagnarsi la fiducia di Dostum e dei suoi uomini o non avrebbero mai potuto portare a termine la loro missione. Ciò che ho amato di questa storia è stata la possibilità di mostrare agli americani il lavoro che è stato fatto insieme al popolo afghano per combattere un nemico comune”.
Bruckheimer definisce la missione “senza precedenti” per un’altra ragione. Nonostante fossero tra i soldati meglio addestrati dell’esercito, i 12 Berretti Verdi non erano preparati per una sfida così particolare: nel nord del paese, a causa del terreno montuoso e ripido, le moderne modalità di trasporto dovevano cedere il passo a qualcosa di più basilare. “L’unico modo per attraversare i sentieri di montagna era sui muli o a cavallo, quindi si sono dovuti adattare – spiega il produttore – solo uno di loro sapeva andare a cavallo, gli altri hanno dovuto imparare in fretta“. Per la prima volta dopo 60 anni, “gli americani stavano scendendo in battaglia a cavallo – aggiunge Fuglsig – e stavano cavalcando incontro a lanciamissili e carri armati T-72. Il fatto che ogni membro della squadra delle Forze Speciali sia tornato a casa vivo, è a dir poco un miracolo”.
La straordinaria storia dei Berretti Verdi, nota come ODA (Operational Detachment Alphas) 595, è stata descritta per la prima volta dall’autore Doug Stanton nel best-seller Horse Soldiers del 2009. Ted Tally e Peter Craig hanno avuto il compito di adattare il saggio di Stanton in una sceneggiatura cinematografica: “siamo rimasti colpiti dal coraggio e dall’ingegno dei soldati americani e dei loro alleati afghani – spiegano – e ciò che li rende ancora più affascinanti è che si tratta di combattenti del XXI secolo trasportati in un ambiente e una cultura molto antichi. Erano i soldati più addestrati degli Stati Uniti, e ora erano costretti a improvvisare, in modi che nessuno aveva previsto. Non erano ragazzini, erano uomini maturi con mogli e figli, che si assumevano questo rischio per il loro paese ed erano ansiosi di farlo. Sapevano a cosa stavano andando incontro, cosa stavano sacrificando, ma erano stati addestrati per quello. È il loro istinto”.
In conclusione Nicolai Fuglsig osserva: “questo è un film in cui ci si può sentire vicini sia agli americani sia agli afghani perché, insieme, sono arrivati fino alle porte dell’inferno. Se la squadra delle Forze Speciali statunitensi non avesse collaborato con il Generale Dostum e i suoi uomini, non avrebbe avuto alcuna possibilità contro le decine di migliaia di combattenti talebani. Nella sua essenza, 12 Soldiers non è solo un film di guerra: è una storia sull’imparare a rispettare le differenze che ci separano ma anche sullo scoprire le qualità che ci accomunano”.
“Non perderò nessun uomo di questa squadra. L’unica via di salvezza è la vittoria”