Alla Kasa dei Libri di Milano (Largo De Benedetti, 4), dal 14 settembre al 12 ottobre, arriva Claudia Cardinale. Quel Viso di Umile, di Gatta, e Così Selvaggiamente Perduta…, una mostra dedicata a Claudia Cardinale, una delle poche vere dive rimaste nel cinema italiano, e del suo legame con la letteratura. Un’esposizione voluta e curata dal padrone di Kasa, Andrea Kerbaker. Un percorso che presenta materiale multimediale – musiche e spezzoni di film – e ovviamente cartaceo come manifesti, locandine, fotobuste, libri in edizioni originali, riviste italiane e internazionali, fotografie, sceneggiature straniere.
Ma perché proprio la Cardinale? Perchè la carriera cinematografica della attrice di origine nordafricana (è nata a Tunisi nel 1938) si è incrociata in moltissime occasioni con la nostra narrativa maggiore, attraverso l’interpretazione di alcune delle più celebri figure femminili di quei libri. Oltre ad Angelica ne Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, infatti, la Cardinale è stata la Ragazza di Bube, da Carlo Cassola, la Carla degli Indifferenti, da Alberto Moravia, Rosa Nicolosi, pericolosamente coinvolta nella sparizione del marito nel Giorno della Civetta da Leonardo Sciascia, la Iduzza Ramundo della Storia di Elsa Morante o la Assuntina del Maledetto Imbroglio, riduzione cinematografica del Pasticciaccio di Carlo Emilio Gadda. E ancora, ha interpretato Senilità, dal romanzo di Italo Svevo, La Pelle, da Malaparte, o l’Enrico IV dal dramma di Pirandello. Il tutto con la direzione di registi come Visconti o Fellini, (in 8½), Liliana Cavani, Marco Bellocchio, Luigi Comencini, Mauro Bolognini o Pietro Germi, e incrociando variamente i principali scrittori dell’epoca, da Pasolini – che le dedica le parole del titolo della mostra – a Moravia, autore di un celebre libro-intervista su di lei.
Il materiale della mostra è stato reperito in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, e spesso in Italia non è mai stato esposto. Attraverso questa varietà di oggetti, si testimonia ampiamente un periodo ricco della nostra cultura, quando cinema e letteratura convivevano e collaboravano strettamente: quasi trent’anni unici, che hanno visto registi e scrittori stretti da legami d’amicizia, in un’epoca che congiungeva Visconti e Testori per Rocco e i Suoi Fratelli del 1960, tratto dal Ponte della Ghisolfa, mentre Pasolini sceneggiava Il Bell’Antonio, da un romanzo di Vitaliano Brancati, o La Ragazza con la Valigia (1961) per Zurlini. E la Cardinale sempre tra loro.
Una delle testimonianze più curiose del legame tra letteratura e cinema è un libro intervista del 1963 firmato da Moravia, che inizia in questo modo: “Cara Claudia, io adesso le farò una intervista un po’ particolare. Lei deve accettare di essere ridotta a oggetto. (…) Non voglio sapere le sue opinioni sulla politica, sull’amore, sull’arte, sulle donne, sugli uomini, sull’Italia…”. Claudia Cardinale quindi domanda, “E che cosa mi distingue, allora?”, lo scrittore risponde: “Ciò che lei è come oggetto diverso da tutti gli altri, in termini di ciò che lei è come apparizione”. In verità, la Claudia Cardinale che emerge da questa mostra è tutto, tranne che un oggetto. Come dice Pasolini nella primissima recensione a Un Maledetto Imbroglio nel dicembre del 1959, il mondo è “un posto dove sono tutti uomini, maschi. Però si parla sempre di donne”. E la donna al centro è Claudia Cardinale.
Dopo un ingresso gremito di libri sull’attrice dai suoi esordi a oggi e manifesti di alcuni film culto come la Pantera Rosa, la mostra si organizza in tre sale espositive: Sala Visconti, Sala Romanzi, e Sala Morante-Moravia, allestite da Matteo Ferrario e Salvatore Virgillito. In Sala Visconti trova posto ovviamente Il Gattopardo del ’63, da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Palma d’oro a Cannes, rappresentato dalla locandina originale incistata nel pavimento della Kasa, e da una messe di riviste internazionali tra cui spicca la prestigiosissima Life, con la Cardinale in copertina. C’è poi Vaghe stelle dell’Orsa, titolo tratto dall’incipit delle Ricordanze, uno dei canti di Giacomo Leopardi, dove la Cardinale interpreta la sensuale Sandra – il film vince il Leone d’Oro a Venezia nel 1965.
Ma al festival del cinema l’attrice e Visconti erano già stati in occasione della loro prima collaborazione, in Rocco e i Suoi Fratelli, del 1960. Infine uno degli ultimi film di Visconti, Gruppo di Famiglia in un Interno (’74) per cui la Cardinale, che interpreta un cameo, passa solo una giornata sul set e viene descritta dal macchinista Giorgio Treves con dovizia di particolari nel libro del film presente in mostra: “la Cardinale in un attillato vestito da sposa, color champagne chiaro, sembra la materializzazione della giovinezza felice e piena di slanci entusiastici”.
Per tutti gli anni Sessanta, la Cardinale mette a segno un successo dopo l’altro, scegliendo sempre i ruoli giusti e partecipando anche a film molto legati alla narrativa come Il Giorno della Civetta, tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia, con cui si apre la Sala Romanzi. Il problema della prostituzione a cavallo delle due guerre, che viene raccontato nella Viaccia, tratta da un libro di fine Ottocento con sceneggiatura firmata da Vasco Pratolini; oppure l’idea di identità e follia dell’Enrico IV di Pirandello, diretto da Bellocchio nel 1984, in cui la Cardinale interpreta l’ancora bellissima Matilde. E poi il legame con Carlo Cassola, testimoniato anche dalla copia originale dell’Espresso che ritrae attrice e scrittore insieme in occasione del premio Strega 1960 vinto dalla Ragazza di Bube.
Nella Sala viene esposta anche la prima edizione del libro accanto alle edizioni successive, a raccontare il passaggio dalla prima immagine iconica della protagonista, da un quadro di Zandomeneghi alla Cardinale, che dal film in poi occuperà stabilmente la copertina del romanzo. Letteratura e cinema in quel periodo vivono una stagione particolare, ricca di scambi, contaminazioni, incontri, come quello tra l’attrice e Pier Paolo Pasolini, nato sul set di Un Maledetto Imbroglio (1959) tratto da Quer Pasticciaccio Brutto de Via Merulana di Carlo Emilio Gadda, consolidato con La Ragazza Con La Valigia e Il Bell’Antonio, sceneggiati da Pasolini e dove Claudia Cardinale è protagonista assoluta. Anche di tutti questi film sono presenti abbondanti materiali d’epoca.
La terza sezione in mostra è dedicata ad Alberto Moravia ed Elsa Morante: nella sala omonima il pubblico ritroverà l’intervista dello scrittore già citata, così come la locandina originale e un disco a 45 giri con la colonna sonora del film I Delfini, sceneggiato dallo stesso Moravia, con la Cardinale protagonista. Nella stessa sala i visitatori troveranno la prima edizione originale degli Gli Indifferenti, pubblicata nel 1929, e Claudia Cardinale nelle vesti di Carla, a solo qualche anno di distanza dal primo incontro con lo scrittore (1964).
Passano più di due decenni, invece, prima della versione per la televisione della Storia, una dei ruoli più drammatici di Claudia Cardinale, diretta da Luigi Comencini che decide di sceneggiare nel 1986 il romanzo di Elsa Morante, pubblicato nel 1974. Di questo, in mostra, la prima edizione, che su desiderio dell’autrice venne venduta alla cifra molto contenuta di 2mila lire per renderla accessibile al pubblico più vasto. La trasposizione per la televisione di dieci anni dopo conferma l’idea di una narrativa italiana capace di raccontare la storia del nostro Paese anche attraverso il volto di un’attrice simbolo della cultura popolare.