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Claudio Santamaria dirige The Millionairs, dalla graphic novel di Thomas Ott

In attesa di vederlo domani tra i protagonisti di Brutti e Cattivi, oggi Claudio Santamaria sarà a Venezia in veste di regista per presentare The Millionairs, un cortometraggio da lui diretto, Proiezione Speciale all’interno de Le Giornate Degli Autori. La storia si svolge nel corso di una lunga notte: le strade di un bosco di montagna diventano teatro di una serie di efferati omicidi ad opera di diversi personaggi, tutti decisi a impossessarsi di una misteriosa valigetta.

Claudio Santamaria sul set

Claudio Santamaria sul set

Claudio Santamaria si è ispirato alla omonima graphic novel di Thomas Ott: “la prima cosa che mi ha colpito – racconta – è la grande forza espressiva delle immagini, che ho trovato assolutamente cinematografiche; il tema, l’umanità incastrata in un circolo vizioso che si ripete all’infinito messo in moto dall’avidità. L’elemento forse più importante è il fatto che fosse senza dialoghi, cosa che mi ha permesso di raccontare la storia utilizzando il cinema nella sua forma più pura, attraverso, cioè, il racconto per immagini”.

Altro Evento Speciale di oggi dei Venice Days è Il Risoluto di Giovanni Donfrancesco, un documentario che racconta la storia di Piero, un ultraottantenne che vive da lungo tempo in una casa perduta in mezzo ai boschi di abeti del Vermont. Passa le giornate insieme alla moglie, Lee Aura, guardando la televisione sul sofà, cucinando, curando le piante dell’orto. Legge molto ma scrive anche, prende nota di tutto quello che colpisce la sua attenzione e, forse, di qualche ricordo. Di tanto in tanto canta nel coro della locale chiesa presbiteriana. Dall’incontro con il cineasta scaturisce il bisogno di raccontare il proprio passato, sin qui taciuto, di soldato-bambino cresciuto nei ranghi della Decima Mas, una delle più violente milizie fasciste. E una rivelazione inedita e sconvolgente sul destino del tesoro di Mussolini, che lui stesso avrebbe contribuito a occultare.

Il Risoluto

Il Risoluto

Se vogliamo, la storia di Piero è parte integrante della storia di tutti i fascismi, intesi in maniera plurale e ampia – spiega Giovanni Donfrancescoaverlo compreso, mi ha convinto a lanciarmi nell’impresa di realizzare questo film, con l’intenzione di confrontarmi con la capacità di Piero di incarnare quella zona d’ombra presente in tutti noi che ancora persiste latente nella nostra società”. Ascoltando il modo in cui descrive il suo reclutamento, il suo indottrinamento, l’educazione alla violenza applicata su base sistematica, il regista si è “accorto improvvisamente della drammatica attualità della sua storia: sentire Piero che parla del passato ci riporta in maniera sconvolgente all’oggi”.

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