Dal regista David Frankel, arriva oggi al cinema il dramma provocatorio, Collateral Beauty interpretato da un cast stellare di attori che include, Will Smith, Edward Norton, Keira Knightley, Michael Peña, Naomie Harris, Jacob Latimore, Kate Winslet e Helen Mirren.
Dopo aver subito una grave perdita, Howard (Will Smith) un manager della pubblicità di New York perde ogni interesse per la vita che conduceva. Mentre i suoi amici preoccupati tentano disperatamente di ristabilire un contatto, lui cerca risposte dall’universo scrivendo lettere all’Amore, al Tempo e alla Morte. Ma quando le sue annotazioni ricevono risposte inaspettate e personali, inizia a comprendere come queste costanti siano legate ad una vita vissuta appieno, e di come anche la perdita più triste possa rivelare momenti significativi e di bellezza.
Collateral Beauty parla di come riprendersi la propria vita e ritrovare l’amore, dopo aver subito una gravissima perdita, oltre che degli inaspettati momenti di speranza, di significati e di legami – il proverbiale lato positivo – che sono la luce del percorso che attraversa anche i momenti più oscuri.
E il lato positivo sono “tutte quelle cose che diamo spesso per scontate, o di cui addirittura neanche ci accorgiamo, ma che sono presenti ogni giorno, come un tramonto, oppure da cogliere al volo, come il sorriso di un bambino”, dice il regista David Frankel. “Esistono milioni di esempi di bellezza collaterale; ognuno di loro è unico e ognuno di noi ha la sua idea di come potrebbe essere. Sono il motivo che ci spinge ad andare avanti e penso che ciò che renda avvincente questa storia, è il fatto che ci ricorda di godere di quei brevi frammenti di vita brillante, che la rendono interessante da vivere”.
Scoprire quei momenti illuminati da tragici eventi, è un viaggio emotivo e spirituale profondamente personale per ogni singolo individuo, ma anche qualcosa che dobbiamo condividere. Ambientato nel calore, nell’energia e, a volte, dolce amaro periodo delle vacanze Natalizie a New York City, Collateral Beauty racconta la storia dell’affermazione della vita nel progresso di un uomo a confronto con un grave lutto, e di ciò che scopre alla fine – con il cuore, il candore, una leggera vena di humor e la consapevolezza che ci saranno sempre alcune cose che vanno aldilà della nostra comprensione.
Il protagonista è Howard, un manager della pubblicità dinamico e di successo, a capo della sua stessa azienda, uno per cui le parole una volta rappresentavano potenti strumenti di comunicazione applicate al marketing. Erano di grande motivazione. In una delle prime scene lo vediamo ricordare la sua ex passione, rivolgendosi ad una folla rapita dalle sue dichiarazioni: “Queste tre cose collegano ogni essere umano della Terra. Desideriamo l’amore. Vorremmo avere più tempo. E temiamo la morte”.
Ma dopo la morte della figlia di sei anni a causa di una grave malattia, Howard diventa una persona emotivamente alla deriva, e questi concetti assumono significati più grandi. Sempre più solo e senza contatti con gli altri, la sua unica forma di comunicazione sono le lettere accusatorie ed arrabbiate che scrive all’Amore, al Tempo e alla Morte. “Si confronta con grandi problemi filosofici, cercando le risposte nell’universo – spiega Frankel – come un moderno Re Lear, potremmo dire, ulula contro gli Dei”.
Alla fine, la fissazione di Howard da ai suoi amici un’idea su come aiutarlo ad uscire dalla sua situazione di malessere senza fine, consentendogli di confrontarsi con questi concetti. Hanno già provato di tutto per aiutarlo, dai consigli tradizionali per il cordoglio fino a riti sciamani, offrendogli conforto e pazienza ma niente sembra essergli di aiuto. Gli amici più cari di Howard sono i suoi colleghi e soci di lunga data: Whit (Edward Norton), Claire (Kate Winslet) e Simon (Michael Peña). Sebbene la loro preoccupazione per lui sia sincera, il loro piano ha anche un aspetto pratico visto che la disconnessione di Howard dal lavori ha portato la compagnia sull’orlo dell’insolvenza e bisognerà affrettarsi a realizzare una vendita per salvarla.
Uno dei tanti giorni in cui era seduto sulla solita panchina al parco dei cani, Howard viene avvicinato da una tranquilla signora vestita di un bel blu vivido (Helen Mirren), che si siede proprio accanto a lui. Ha in mano una lettera che lui aveva di recente spedito alla Morte. Dopo averlo completamente spiazzato, la signora si presenta come la destinataria della lettera. Quando Howard inizia ad indietreggiare incredulo, lei gli ricorda che le persone sono sempre alla ricerca di risposte da parte dell’universo, ma queste risposte dirette non vengono concesse a chiunque. E così che tutto ha inizio.
Nel film scopriamo come il viaggio della vita sia importante per i protagonisti, i problemi che devono risolvere e le cose di cui sono alla ricerca, mentre il concetto di bellezza collaterale si espande per toccare tutti loro in modo inaspettato: “in ogni scena – ha sottolineato in conclusione David Frankel – ho provato a dare risalto al collegamento fra le persone, al modo in cui vengono coinvolte e a come tentino di trovare ciò di cui hanno bisogno dalla vita”.
“Tempo, amore e morte. Queste tre cose mettono in contatto ogni singolo essere umano sulla Terra. Desideriamo l’amore. Vorremmo avere più tempo. E temiamo la morte”.