Dal 12 marzo – distribuito da Minerva Pictures – su Rakuten Tv, Chili, Google Play, Apple TV, The Film Club (e prossimamente Amazon) è disponibile alla visione on demand Come Niente, il film diretto dall’esordiente Davide Como, una commedia, scritta da Giulia Betti, che racconta un rapporto, mai esplorato e sorprendente, tra un nonno e le due nipoti. Ad interpretarli, Franco Oppini e le due giovanissime Valentina Bivona e Greta Mecarelli.
Il film
Greta (Valentina Bivona) e Caterina (Greta Mecarelli), cresciute in una famiglia difficile, vengono affidate per i mesi estivi al nonno Franco (Franco Oppini), scorbutico e anaffettivo, sopravvissuto al grande terremoto del centro Italia. Greta è una promessa del calcio femminile, mentre Caterina è ancora una bambina che indossa un casco magico per parlare agli alieni, nascondendo così tutti i suoi fantasmi. Due corpi estranei in un paese che le respinge, costrette a vivere nelle casette prefabbricate, le SAE, pochi metri quadrati da condividere con un nonno che non le vuole e che non sa abbracciarle. Ma quando Franco imparerà a prendersi cura di loro, scopriranno un legame mai esplorato che segnerà il riscatto di tutti.
Giulia Betti racconta…
“L’intera vicenda, i personaggi e i loro archi di trasformazione fanno perno sul tema cardine dell’identità perduta. L’omologazione disturbante e costrittiva, dovuta alla monocromaticità del villaggio SAE e della quotidianità dei suoi inquilini, cattura e confonde la presenza estranea e alienante di un quartiere asettico e neutrale, privo di personalizzazioni, monolitico e rigido nelle sue geometrie patternizzate che non lasciano spazio alla vivacità che contraddistingueva il vecchio paesino rurale ormai estinto“.
“É la storia di Greta e Caterina, due sorelle sopravvissute a un contesto familiare disarmonico, fatto di assenze, follie, nevrosi e squilibri psicologici. Quelli di una madre fragilissima, Ines. Greta, capitano di una squadra di calcio, affronta la vita aggredendola. A brutto muso. Abbaiando forte per spaventare tutti e non far avvicinare nessuno. Un fianco mai scoperto, una mente corazzata, mai libera nel pensiero, mai leggera. Mai abbandonata al piacere. Negativa, trattiene dentro il cuore per sembrare più magra di debolezze. Caterina invece è la follia. Sorda al cinquanta per cento, ha fin da piccolissima sviluppato tutti gli altri sensi e cento altri ancora, inconcepibili da chi non può neanche immaginarli. Vede ciò che non c’è, crede a ciò che ha dell’incredibile. Cerca gli alieni e la comunicazione con questi, essendo convinta che il suo orecchio sordo non sia “rotto”, ma soltanto sintonizzato col pianeta sbagliato“.
“Divise dal proprio e vicendevole atteggiamento repulsivo, scatenato dal desiderio di fuga dalla realtà che le ha plasmate, all’ennesimo atteggiamento schizofrenico e pericoloso della madre, vengono prelevate dagli assistenti sociali e affidate al padre di Ines, unico parente disponibile ad accoglierle, ritrovandosi così unite e costrette in uno spazio troppo piccolo per perdersi nelle proprie individualità: le SAE, soluzioni abitative in emergenza. Minuscole casette gialle e marroni, disposte in pattern ripetitivi come la trama di una geometria allucinata e periodica. Quello che prima era un borgo medievale ora si è fatto materializzazione di un disegno che sa di città ideale, ma che cela al suo interno un’anima distopica e deforme“.
“Ciò che sembra ordinato, è in realtà caotico. Ciò che appare pulito, è in realtà malato, virale. Le due sorelle, costrette a reagire con tenacia al decadimento emotivo che aleggia nella comunità, riscoprono un legame mai esplorato con il nonno che diventa loro fondamentale strumento di riscatto e fuga“.