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Con Tutto l’Amore Che Ho, il film di Angelo Antonucci contro lo stalking

Cristel Carrisi è l’esordiente protagonista di Con Tutto l’Amore Che Ho, il film – realizzato nel 2014 e da oggi in sala – diretto da Angelo Antonucci che tratta il delicato tema dello stalking ai danni delle donne.


Roma. Giorni nostri. Lisa (Cristel Carrisi) è una giovane studentessa con la passione per il teatro. Infatti frequenta un’accademia che sta mettendo in scena L’Otello di Shakespeare, considerato il primo stalker della letteratura per la nota vicenda di gelosia e morte con Desdemona. Lisa è innamorata di Marco, ragazzo violento e irascibile, che, dopo che lei lo lascia, farà emergere il peggio del suo carattere rendendo la vita della sua ex fidanzata, invivibile.

La ragazza, tra l’altro, vive da sola con la mamma (Barbara De Rossi), che ha continue crisi depressive che la portano ad abusare dell’alcool e quindi non potrà essere di molto aiuto alla figlia, anzi sarà quest’ultima a dover aiutare lei. A Lisa non resta altro che rivolgersi alla nonna (Sandra Milo), una simpatica anziana che suona il pianoforte con un gruppo di musicisti classici. Intanto Lisa cerca di rendere la sua vita normale, nonostante la presenza ossessiva di Marco, innamorandosi di Dario, un ragazzo della compagnia teatrale. Questo episodio rende ancora di più violento, il suo ex, Marco che continua a minacciarla.

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Lisa aiutata dalla sua migliore amica Maricla, cerca aiuto in un consultorio e perfino dalla polizia, dopo l’ultima aggressione di Marco, durante una festa. Ma Lisa ha amato Marco e nonostante tutto non riesce a denunciarlo per non rovinargli la vita. Ma questo gesto di generosità non viene capito da Marco, annebbiato dalla gelosia e dalla voglia di vendetta. Per questo gesto d’amore Lisa metterà a repentaglio la sua stessa vita.

Con questo film, Angelo Antonucci ha voluto raccontare un amore malato, che più che amore è una condizione ossessiva, morbosa che lascia senza respiro: “lo stalking – spiega – ho voluto “fotografarlo” non tanto da un punto di vista della violenza fisica, seppur presente, ma di quella psicologica”.

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Il regista ha voluto scrivere un film “al femminile” cercando di trovare tutte “le corde emotive e di sensibilità che una donna può avere nell’affrontare un problema così complesso come quello dello stalking, dove spesso, le istituzioni non trovano le risposte pronte che ci vorrebbero e le storie finiscono in tragedia”.

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