Al Teatro di Documenti di Roma, in occasione della Giornata Internazionale Per L’Eliminazione Della Violenza Contro Le Donne, dal 23 al 28 novembre – all’interno di Amori Rubati, una settimana di letture e riflessioni intorno al ruolo della donna nel teatro e nella società – andrà in scena Cronaca Di Un Amore Rubato lo spettacolo di e con Federica Di Martino. Tutti i racconti e lo spettacolo sono tratti dal libro L’Amore Rubato di Dacia Maraini e saranno letti dall’attrice Beatrice Ceccherini. L’incasso della settimana sarà devoluto all’associazione Casa del Magnificat di Roma.
Federica Di Martino racconta Cronaca Di Un Amore Rubato
“Cronaca Di Una Violenza Di Gruppo è un racconto di Dacia Maraini presente nella raccolta L’Amore Rubato. La storia la vorremmo inventata, irreale mai accaduta, invece recenti fatti di cronaca ci rammentano la sua schiacciante veridicità e autenticità. È la storia di uno stupro di gruppo da parte di quattro adolescenti ai danni di una loro compagna di classe di tredici anni. Stupro mai condannato. I colpevoli tutti assolti, malgrado i testimoni, malgrado la vittima, sopravvissuta, abbia denunciato. Dacia Maraini ci racconta questa storia facendo parlare tutti i protagonisti: i quattro ragazzi artefici dello stupro, la migliore amica della vittima che assiste da lontano ai fatti muta e impotente, il padre della ragazzina violentata, il prete che la soccorre sanguinante ma viva per strada,il preside della scuola che tutti gli implicati nella vicenda frequentano. Ma la bambina no, la bambina la Maraini non la fa parlare. La bambina vive nella storia solo attraverso le parole degli altri. Questo mi ha colpito e mi ha spinto a desiderare di mettere in scena il racconto. Che vita può avere una ragazzina dopo aver subito uno stupro a 13 anni? Forse nessuna. Forse la sua anima si ferma in quel momento e in quel momento muore per sempre”.
“In scena c’è una donna sola. Un’ anima morta. Una bambina diventata donna fra quattro mura, raccontandosi sempre la stessa storia, per come gli altri l hanno raccontata, per come la società l’ha digerita. In scena c e’ una donna giudicata incapace di intendere e volere, una donna divenuta davvero incapace:incapace di uscire, incapace di guardarsi allo specchio, incapace di raccontare con le sue parole l’orrore, incapace di avere sue parole. Una ragazzina che ha perso quel giorno il suo posto nel mondo. Un mondo fatto di “persone per bene”,un mondo dove i colpevoli hanno voce. Dove i colpevoli possono vivere, liberi”.