Da oggi al 28 gennaio sarà nelle sale The Space Cinema Extra solo per tre giorni, per la Giornata della Memoria, il film Corri Ragazzo Corri diretto dal regista premio Oscar Pepe Danquart e tratto dall’omonimo bestseller a livello mondiale dello scrittore israeliano Uri Orlev che racconta la vera storia di Yoram Friedman.
Jurek (Andrzej Tkaczz) ha circa nove anni quando fugge dal ghetto di Varsavia. Costretto a separarsi dai fratelli e dai genitori per salvarsi dai nazisti, vivrà i durissimi tre anni che lo separano dalla fine della guerra nei boschi e nei villaggi vicino alla capitale. Imparerà a dormire sugli alberi e a cacciare per nutrirsi. Sopravvivrà ai gelidi inverni chiedendo ospitalità, contraccambiandola con manodopera. In questo duro viaggio, Jurek incontrerà persone che lo aiuteranno ed altre che lo tradiranno ma non perderà mai la forza per andare avanti.
Il regista Pepe Danquart ha cercato lungamente una storia che fosse emotivamente potente e ricca di significato storico. L’ha trovata leggendo Corri Ragazzo Corri di Uri Orlev, un romanzo che gli ha permesso di realizzare “un film che propone un punto di vista inedito, meritevole di qualsiasi sforzo e di qualsiasi rischio da correre. Un film che possa rimanere nella memoria collettiva del pubblico, anche dopo 20 anni”.
Come opera di finzione la storia sembra perfino troppo assurda per essere vera. Ma quel ragazzino è sopravvissuto e ancora oggi, all’età di 79 anni, racconta la sua storia a chiunque abbia voglia di ascoltarla. “Con il mio film – racconta Danquart – voglio far conoscere questa storia a coloro che non l’hanno ancora sentita perché chiunque vedrà il viaggio di Jurek non potrà non emozionarsi per lui. Avranno paura, saranno pieni di ammirazione per lui, soffriranno e piangeranno con lui. Come è successo a me quando ho letto il libro la prima volta”.
Il regista non aveva intenzione di fare un film solo per bambini o per ragazzi ma, al contrario, voleva offrire una forte esperienza cinematografica a tutti, giovani e vecchi: “Jurek dimostra la capacità di resistere di un adulto. Eppure è proprio la sua giovane età a proteggerlo, mentre affronta numerosi pericoli con lo spirito avventuroso di un bambino. Il fatto che sia un bambino a guidarci in questa storia – un innocente, con la sua naturale curiosità di esplorare il mondo e di sopravvivere – rende ancora più orribile la tragedia dell’Olocausto”.
La storia del film, narrata con lo spirito di un racconto di avventura, è la storia del viaggio di un ragazzino costretto a crescere molto in fretta per poter sopravvivere, ma che in fondo resta un bambino. Come spiega Danquart, “è la storia dell’impietosa brutalità di qualsiasi guerra e dei suoi traditori, informatori e approfittatori. Ma è anche la storia di quanti riuscirono ad elevarsi al di sopra delle uccisioni sistematiche di uomini e donne che, rischiando la loro vita, aiutarono coloro che altrimenti non sarebbero sopravvissuti”.
Non si tratta solo degli “Schindler” o dei “John Rabe” all’interno del sistema del potere, “ma anche di semplici contadini anonimi che resero possibile per un ragazzino ebreo sopravvivere nella foresta. Le uccisioni di massa, l’Olocausto, e la marcia barbarica dei nazisti trovano un eco in ciascuna immagine – riflessi nella storia di questo bambino ebreo”.
Il punto di vista del libro, per Danquart, “non solo rende la storia di Jurek così speciale, ma eleva a documento storico questo racconto, analogamente al diario di Anne Frank o a Essere senza destino di Imre Kertesz”.
Per quanto riguarda la dinamica delle vicende, la trama ha un taglio avventuroso e complementare al conflitto interiore del ragazzo, il quale, per poter sopravvivere, deve respingere la propria identità ebraica e fare propria un’esistenza inventata come orfano cattolico polacco. Durante la sua lotta per la sopravvivenza, dimentica i suoi fratelli, perfino il viso di sua madre, e trova conforto e sicurezza nella generosa ospitalità di famiglie contadine cattoliche.
Il piccolo Srulik passerà forse alla storia del cinema come uno dei bambini più coraggiosi mai visti. Il film è un omaggio a tutti i bambini che, anche oggi in alcune parti del mondo, devono combattere per restare vivi e, nonostante le più terribili circostanze, riescono non solo a sopravvivere ma anche a migliorarsi.
“Con questo film volevo raccontare una storia vera e commovente, senza pessimismo. Una storia fatta di forza, di speranza e di coraggio”
Pepe Danquart