Giovedì 11 giugno, nella sala virtuale Wanted Zone, arriva Emilio Vedova. Dalla Parte Del Naufragio, il documentario diretto da Tomaso Pessina presentato in anteprima alla scorsa 76/ma Mostra del Cinema di Venezia. Il documentario, selezionato ufficialmente per la corsa ai Nastri d’Argento 2020, ripercorre la vita e l’opera del grande pittore veneziano, figura chiave dell’arte contemporanea e testimone attivo degli avvenimenti del ‘900. A guidare lo spettatore sono i diari dello stesso Emilio Vedova, letti da un interprete d’eccellenza: Toni Servillo.
Il documentario
A cent’anni (1919-2019) dalla nascita di Emilio Vedova, il documentario racconta la straordinaria vicenda umana e artistica del grande pittore non solo attraverso le pagine dei suoi diari e i rari materiali d’archivio, ma anche attraverso preziosi contributi di artisti, curatori, collaboratori e amici. Tra questi, Alfredo Bianchini, Presidente della Fondazione dedicata a Emilio e alla compagna di vita, Annabianca; il critico d’arte recentemente scomparso Germano Celant, Curatore Artistico della Fondazione; Karole Vail, direttrice della Guggenheim Collection e nipote di Peggy; Fabrizio Gazzarri, storico assistente di Vedova e direttore dell’Archivio della Fondazione; Georg Baselitz, il grande pittore tedesco amico di Vedova.
Il racconto è punteggiato da passaggi fondamentali della storia politica, sociale e dell’arte del ventesimo secolo e, sullo sfondo di una Venezia quasi eterea, restituisce, grazie all’appassionante interpretazione di Toni Servillo e al dialogo quasi personale e diretto con Vedova, la profonda personalità e il potente tratto di uno dei più significativi artisti del Novecento.
Emilio Vedova
Pittore veneziano, Emilio Vedova è una delle figure chiave dell’arte contemporanea. È stato protagonista della scena artistica italiana e internazionale e testimone attivo degli avvenimenti del ‘900. Personaggio carismatico e sopra le righe, Emilio Vedova nasce a Venezia nel 1919 ed è considerato uno tra i maggiori esponenti dell’arte del XX secolo. Partecipa alla sua prima Biennale di Venezia nel 1948, nel 1960 riceve il Gran Premio per la pittura e nel 1997 il Leone d’Oro alla carriera.
Per tutta la vita si dedica con passione alla attività didattica tenendo lezioni in svariate università americane e corsi alla Internationale Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo e alla Accademia di Belle Arti di Venezia. Opera spesso per cicli, tra le sue opere: Scontro di situazioni, ciclo della Protesta, ciclo della Natura, Plurimi, Plurimi/Binari, Carnevali, negli anni ottanta i grandi cicli di “teleri” e poi Dischi, Tondi, Oltre e …in continuum. È spesso coinvolto in lavori teatrali e di scenografia: da Intolleranza ’60, nel 1961 al lavoro per il Padiglione Italia durante l’Expo di Montreal del 1967, fino alla collaborazione con Luigi Nono per Prometeo. Tragedia Dell’Ascolto di Luigi Nono nel 1984.
I diari di Emilio Vedova
Posto in mezzo ai quadri, Toni Servillo ci trasporta nel mondo di Emilio Vedova attraverso le sue stesse parole, parole tratte da un diario che l’artista pubblicò agli inizi degli anni sessanta e che con il suo tono poetico, frammentario e impulsivo restituisce alla perfezione lo spirito di Vedova. Le pagine trasudano esperienza e raccontano nodi essenziali dell’Italia. La società post-agricola, il fascismo, la lotta partigiana, il dopo guerra, le correnti pittoriche e le avanguardie.
Già l’incipit del volume ci offre un ritratto folgorante:
“Quando ero ragazzino… andavo sempre in piazza S. Marco, in piazzetta, a sorvegliare i pittori, a raccogliere la pulitura delle loro tavolozze, raschiata con la paletta: più interessanti quindi quelli che lavoravano con molta materia. Facevo bottino e tornavo a casa dipingevo con le dita, stendendo… Invidiavo quelli che facevano quei bei disegni inquadrati, c’era un tipo ‘Brunelleschi’, bravissimo… io invece mi agitavo, sporcavo, segnavo forte”.
Emilio Vedova –
Tomaso Pessina racconta…
“Per realizzare questo documentario ci siamo fatti guidare dalle parole dei diari di Vedova, letti da un appassionato Toni Servillo e dalla voce, dalla presenza dello stesso Vedova in un percorso evocativo tracciato da materiale di repertorio in parte inedito, in cui la sua pittura è segno di una personalità dirompente e testimone di tempi ‘a mano armata’. La cornice è una Venezia vissuta nei suoi aspetti lividi e terribili come in quelli magnifici e sontuosi. Le calli delle Zattere e Palazzo Ducale coi suoi Tintoretto, Ca’ Pesaro, un’inaspettata San Fantim, la Guggenheim e ovviamente gli spazi del Magazzino del Sale di Renzo Piano concorrono ad ambientare le interviste a personaggi di spicco del mondo dell’arte che hanno conosciuto il maestro veneziano. Spazi e voci che saranno le nostre ancore nel naufragio dentro il segno di Vedova”.