Labyrinth

David Bowie e quel labirintico viaggio Dove Tutto è Possibile

Oggi il mondo si è svegliato con la triste notizia della morte di David Bowie, uno dei più grandi rivoluzionari della nostra società e in particolare della musica rock. Artista a tutto tondo, unico, inimitabile, capace di lasciare il segno anche sul grande schermo. Era infatti il 1986, esattamente trent’anni fa, quando uscì Labyrinth – Dove Tutto è Possibile (in Italia arrivò l’8 gennaio 1987), l’indimenticabile film fantastico diretto da Jim Henson che lo vide protagonista insieme alla giovane Jennifer Connelly.

La giovane Jennifer Connelly è Sarah

La giovane Jennifer Connelly è Sarah

Henson, il creatore dei Muppets, venne aiutato da Brian Froud per la parte visiva e dall’autore di libri per ragazzi Dennis Lee per la storia, che è stata poi sceneggiata da Terry Jones dei Monty Python (ed è diventata anche un romanzo grazie ad A. C. H. Smith). Protagonista ed eroina è Sarah (Jennifer Connelly), una quindicenne figlia di genitori separati che si rifugia costantemente in un mondo di fiabe per scappare dalla realtà che non vuole accettare. Una sera la ragazza deve fare da baby sitter al nuovo fratellino (avuto dal padre con la nuova compagna, e per questo odiato da Sarah), spaventato dal temporale.

Sarah prova a calmarlo raccontandogli la storia, contenuta nel suo libro preferito (intitolato The Labyrinth), che narra di una ragazza che ha ricevuto dei poteri speciali dal Re dei Goblin. Nel libro la ragazza non sopporta più la sua vita e desidera che gli gnomi portino via suo fratellino. Non appena Sarah termina di raccontare al piccolo la storia spegne la luce, esclamando “Spero proprio che gli gnomi ti portino via, all’istante“. Immediatamente, il pianto di Toby tace, e Sarah entra nella stanza per scoprire che gli gnomi lo hanno rapito davvero.

Jareth tenta Sarah

Jareth tenta Sarah

Appare così un barbagianni che si trasforma nel Re dei Goblin, Jareth (David Bowie), e le rivela di aver rapito il bambino come lei ha chiesto e di essere venuto per farle un dono in cambio: una piccola sfera di cristallo in cui, dice, sono contenuti i suoi sogni. Offeso ma scherzoso, quando lei rifiuta il dono e dice di rivolere il bambino indietro, Jareth le dà 13 ore per trovare Toby prima che diventi anch’egli uno gnomo. Così Sarah, pentitasi, deve trovare al più presto una strada per il centro di un fantastico labirinto e poter riportare così Toby a casa.

Inizia così una incredibile avventura, fatta di ostacoli da superare ed enigmi da risolvere senza possibilità di sbagliare una sola mossa. Tutti gli spaventosi abitanti del labirinto sono comandati da Jareth, regista affascinante (lo sguardo di Bowie, truccato e vestito in stile gothic-rockstar, è irresistibile) di questo perfido gioco, una estenuante e adrenalinica corsa contro il tempo. Gli spettatori parteggiano per Sarah, ovviamente, eppure rimangono sedotti da Jareth, che nel film balla e canta con uno stile personalissimo e inconfondibile. Uno stile più che mai magico: il personaggio di David Bowie compie infatti giochi di prestigio (contact juggling) durante tutto il film facendo ruotare quattro sfere di cristallo su di una sola mano e a farle scorrere sulle proprie mani e sul proprio corpo come se fossero “incorporee”.

Lo sguardo magnetico di David Bowie

Lo sguardo magnetico di David Bowie

Dopo diverse disavventure, tra paura e divertimento, ecco l’apice del film: Sarah arriva al castello e alla sua squallida città, situati al centro del labirinto. È qui che si apre lo scontro finale tra la ragazza e Jareth. Quest’ultimo, nel suo multidimensionale castello che si rovescia senza gravità (ispirato ai quadri di M. C. Escher), prova a confondere e spaventare Sarah, tra capriole e salti (sulle note di Within You). Jareth fa un ultimo appello chiedendole di diventare la sua regina. Lei però lo rifiuta, ripetendo, durante il rintocco dell’ultima delle tredici ore concessegli da Jareth, la frase che non ricordava mai quando provava ad interpretare la protagonista del suo libro preferito: “Tu non hai alcun potere su di me“. La stanza in cui si trovano crolla e Sarah si ritrova nell’ingresso di casa con l’orologio che batte la mezzanotte e un barbagianni che vola via, presumibilmente Jareth sconfitto.

Nella sua stanza, Sarah raccoglie alcuni dei suoi giocattoli e ritorna nella stanza di Toby per ridargli il suo orsacchiotto Lancillotto. È ancora confusa, non sa se questa è la svolta decisiva nella sua vita: è ormai adulta o vorrà restare per sempre una giovane ragazza? Intanto i personaggi del labirinto appaiono nello specchio, sembrano accomiatarsi da lei non appena Sarah si lascia dietro le fantasie dell’infanzia, ma le ricordano che ci saranno “se dovessi aver bisogno di noi“. Sarah, comunque, insiste che anche quando lei diventerà matura, avrà sempre bisogno di loro, e il film si chiude con tutte le creature di Labyrinth che celebrano il rifiuto di Sarah di abbandonare la sua immaginazione. Fuori dalla finestra, il barbagianni Jareth osserva la festa e vola verso la luna.

Il memorabile ballo tra Sarah e Jareth

Il memorabile ballo tra Sarah e Jareth

Quel che resta di questa pellicola, diventata negli anni un cult, è l’anima magnetica e colorata di David Bowie, autore anche di cinque splendide canzoni della colonna sonora composta da Trevor Jones: Magic Dance, Chilly Down, As the World Falls Down, la sopracitata Within You, e il singolo realizzato per il film, Underground. Brani che danno musica allo spirito magico del film, ai sogni infantili fatti di gioia e divertimento, ma anche alla paura dell’oscurità, delle ombre e dello smarrimento.

Memorabile è la sequenza in cui la voce di David Bowie canta la struggente As The World Falls Down sulle immagini del ballo in maschera che lo vede protagonista con Jennifer Connelly. Una danza di sguardi, un eterno labirinto di emozioni.

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