Tratto dall’omonimo bestseller di Gillian Flynn, arriverà domani al cinema L’Amore Bugiardo – Gone Girl del regista David Fincher con Ben Affleck e Rosamund Pike. Un viaggio convulso attraverso la moderna cultura dei media e lungo le profonde, oscure linee di frattura di un matrimonio americano, con tutte le sue false promesse, gli inganni inevitabili e l’umorismo cupo.
Al centro della storia troviamo l‘ex scrittore newyorkese Nick Dunne (Ben Affleck) e la moglie ed ex ragazza dei suoi desideri Amy (Rosamund Pike), che cercano di sbarcare il lunario nel Midwest americano in piena recessione. La loro storia traccia la sinuosa silhouette della vita di una coppia contemporanea felicemente sposata. Ma il giorno del quinto anniversario di matrimonio, Amy scompare e quella silhouette si sgretola in un labirinto di crepe. Nick, avvolto in una nebbia di comportamenti ambigui, diventa il principale indiziato, mentre la ricerca di Amy segue il suo corso in una crescente frenesia mediatica, davanti agli occhi di un mondo assetato di rivelazioni.
Nick ed Amy incarnavano la quintessenza della coppia romantica felice, ma la scomparsa di Amy ha tutti i connotati del tipico omicidio coniugale americano, e la sua ricerca diventa una sorta di casa degli specchi, i cui segreti sgradevoli e crudeli rimandano ad altri segreti altrettanto sgradevoli e crudeli. In un susseguirsi di eventi traumatici e pieni di complicazioni, restano aperte alcune domande che vengono sviscerate con precisione chirurgica fino all’osso: Chi è Nick? Chi è Amy? Chi è chiunque di noi all’interno di un matrimonio – e di una società – le cui basi precarie affondano nelle immagini e nei travestimenti che proiettiamo?
Pubblicato nel 2012, il romanzo di Gillian Flynn è diventato immediatamente un caso editoriale: popolare e avvincente bestseller dell’estate, e oggetto di dibattito nel mondo letterario. Il libro è stato elogiato non solo per l’incessante suspense, ma anche per l’ingegnosità letteraria e la determinazione a sondare le più torbide profondità del comportamento umano, in bilico sul confine incerto che separa il matrimonio dal possesso, la vita pubblica da quella privata, le lusinghe dell’artificio dal bagliore della verità. Anche come romanzo poliziesco, si distingueva per l’alternanza di due narratori singolarmente inaffidabili e in lotta tra loro – le due metà di un matrimonio ormai logoro – che si manipolano a vicenda, catturando il lettore in un groviglio di inganni.
Tra la Flynn e David Fincher si è creata una forte sinergia. Lo sguardo impietoso dell’autrice e la narrazione ricca di atmosfera del regista si sono mescolati con l’umorismo cupo della storia e con la visione distorta di matrimonio e celebrità, scavando nei meccanismi che ci spingono a modellare e modificare la storia della nostra vita.
Fincher ha utilizzato l’umorismo che fa capolino nella storia come una sorta di cupa marinata in cui immergere le immagini e le interpretazioni. “Al cinema le persone ridono quando vedono qualcosa di vero”, dichiara il regista. “È questo che nel buio della sala le fa uscire dal guscio. Se poi hai gli attori giusti per portare avanti il dramma e li incoraggi a trovare l’umanità nella storia, allora riesci a infondere la vita nel film”.
Nick Dunne arriva a casa il giorno del quinto anniversario di matrimonio e trova la porta d’ingresso socchiusa, l’arredamento in soggiorno sotto sopra e neppure una traccia della bellissima moglie semi-famosa. Così inizia la sua repentina trasformazione da marito fortunato a uomo trafelato sotto i riflettori dei media. Bollato come sospettato numero 1, l’ex uomo di successo della grande metropoli sciorina una serie di bugie, ambiguità e sbagli che indubbiamente non lo aiutano. La sua immagine mediatica non è attraente: è un uomo deluso, pieno di risentimento, ha quel genere di segreti che alimentano l’immaginazione.
Amy Dunne scompare e, subito, diventa un caso mediatico onnipresente, emblema di tutte le cose belle e fragili che si perdono nel mondo fin troppo facilmente. È così che Amy è ora nota in tutta America. Ma questa non è la sua sola identità. In effetti Amy non ha mai avuto un’unica personalità. È cresciuta all’ombra dei celebri libri per bambini scritti dai genitori, entrambi psicologi, la cui protagonista è il suo alter-ego: l’ineguagliabile Mitica Amy.
In seguito, si trasforma nella donna che secondo lei Nick desidera: la perfetta ragazza dei suoi sogni, sessualmente appetibile, giocosa e rilassata. Infine, quando si trasferiscono nel Missouri, nella città di origine di Nick devastata dalla recessione, e prosciugano il fondo fiduciario di Amy, la donna assume nuove sfaccettature.
“Amy può essere alla mano, sexy e rilassata – spiega Rosamund Pike – ma poi ci sono una serie di altre correnti sotterranee che scorrono. È tutto molto reale nelle nostre vite di oggi. Spesso sembra che rappresentiamo una versione modificata di noi stessi. Amy è il tipo di ragazza che non è solo la ‘ragazza dei desideri’ di Nick. Lei cerca di essere la ‘ragazza dei desideri’ di qualunque uomo al suo fianco, entrando nella sua testa, trasformandosi in quella ragazza e interpretando quel ruolo”.
“In quest’epoca è molto difficile essere una persona, una persona reale e autentica anziché un fascio di tratti caratteriali selezionati da un generatore infinito di personaggi. E se tutti stiamo interpretando un ruolo, allora l’anima gemella non può esistere…”
Gillian Flynn, L’Amore Bugiardo – Gone Girl