Mezzo secolo fa, proprio oggi, ci lasciava uno dei monumenti del cinema italiano: Totò. In occasione del cinquantenario della sua morte, Giancarlo Governi, uno dei massimi conoscitori del Principe de Curtis, nonché autore per la Rai di straordinari programma a lui dedicati, ricostruisce in Totò – Vita, Opere e Miracoli (edito da Fazi editore), una documentata e avvincente biografia la vita privata e pubblica di Totò dall’infanzia ai grandi amori, dai timidi inizi fino alla consacrazione finale, svelandone curiosità, retroscena e aspetti inediti. Totò è stato il Principe della risata, la risposta italiana a Charlot e Buster Keaton, che ci ha regalato quasi un centinaio di interpretazioni cinematografiche, diretto da registi del calibro di Pasolini e Monicelli, canzoni come la celeberrima Malafemmena, poesie – ricordiamo ’A livella – e la messa in scena di decine di rappresentazioni teatrali, dall’avanspettacolo alle grandi riviste. In questo libro, Giancarlo Governi, “totologo” d’eccellenza, partendo dalle vicende personali del giovane Antonio Clemente – dalla nascita, nella sua Napoli, in un contesto di povertà ed emarginazione sociale fino alla faticosa gavetta nei teatri di Roma – ci guida in un viaggio biografico nella vita dell’attore italiano più famoso del mondo, facendoci scoprire che non esiste un solo Totò. Accanto a una meticolosa disanima della sua opera teatrale e cinematografica, letteraria e cantautoriale, l’autore non trascura l’aspetto più intimo del Principe de Curtis e, attraverso un repertorio unico di testimonianze e ricordi dei familiari e dei grandi artisti con cui Totò ha collaborato, ci racconta le debolezze del grande comico, i suoi fallimenti amorosi, il suo precario stato di salute che alla fine lo costringe a rinunciare al teatro.
E poi il suo profondo senso di sconforto di fronte alla critica che lo accusava di mettere in scena sempre le solite “totoate”. Questa biografia è un omaggio sentito e puntuale a un artista poliedrico e alla sua complessa personalità, che spiega perché ancora oggi Totò sia amato, “venerato” e costantemente ritrasmesso in televisione. Una bella ricompensa per un artista convinto di non aver fatto abbastanza.
«Totò è apparso all’orizzonte del cinema come arcobaleno dopo il temporale».
Aldo Palazzeschi
«Io a quel tempo ero imbevuto di tutta la cultura di sinistra dell’epoca, la quale non aveva intuito che, facendo ridere, si potevano toccare con maggiore efficacia i temi più scottanti. Ce lo avevano insegnato i maestri della cosiddetta “commedia all’italiana”, ma noi non lo avevamo ancora capito».
Nanni Loy
«Totò era un improvvisatore. Noi registi cercavamo di spiegargli la scena, ma poi lo lasciavamo libero. E spesso se ne usciva con delle trovate straordinarie che nessuno sceneggiatore aveva previsto».
Carlo Ludovico Bragaglia
«Appena vediamo la faccia di Totò, sentiamo subito che lui ha fatto piazza pulita di tutte le balle della nostra cultura. […] Come Molière e come tutti i comici veri, Totò smaschera le ipocrisie e denuncia spietatamente le vanità della società che gli è contemporanea e più vicina».
Mario Soldati