Tratto dal romanzo di Jesse Andrews (oltre 600 mila copie vendute negli USA), che lo ha anche sceneggiato, è al cinema Quel Fantastico Peggior Anno Della Mia Vita il film vincitore del Gran Premio Della Giuria e del Premio del Pubblico al Sundance Film Festival nel 2015 diretto da Alfonso Gomez-Rejon con protagonisti i giovani Thomas Mann, Olivia Cooke e Rj Cyler.
Quella di Andrews è la storia divertente e commovente di Greg (Thomas Mann), un liceale che cerca di mimetizzarsi evitando relazioni profonde, come strategia di sopravvivenza in quel campo minato che è la vita sociale dei teenagers. Greg descrive persino il suo costante compagno Earl (RJ Cyler), con il quale realizza cortometraggi-parodia di classici del cinema, più come un collega che come il suo migliore amico.
Ma quando sua madre (Connie Britton) insiste affinché lui passi del tempo con Rachel (Olivia Cooke) – una compagna di scuola recentemente colpita da un cancro – Greg scopre pian piano quanto valore può avere un vero legame di amicizia.
Nel 2013 il provocatorio romanzo per giovani adulti di Jesse Andrews “Me and Earl and the Dying Girl” sorprese i lettori con una realistica e contemporanea storia di formazione, ricca di penetranti e originali dialoghi, con giovani personaggi molto sfaccettati. In questo suo secondo film da regista, Alfonso Gomez-Rejon ne ha catturato lo humor anticonvenzionale, la rara sensibilità e quel singolare punto di vista in un film per il cinema che racconta l’ingresso nell’età adulta di un giovane che impara il significato dell’essere altruista.
“Lo script era divertente, in modo inusuale e imprevedibile, oltreché frizzante e sincero – afferma Gomez-Rejon – all’inizio mi ha fatto tornare in mente quei meravigliosi film di John Hughes con cui sono cresciuto, poi compie una virata inattesa e diventa molto di più che una semplice commedia”.
Greg, lo sfigato eroe del film, aspira a diventare un filmmaker, nonostante Jesse Andrews dichiara che non ci fossero queste ambizioni quando ha scritto il libro: “Volevo scrivere un romanzo sui teenagers che fosse divertente, ma anche permeato da una certa serietà, speravo di creare qualcosa che andasse oltre una semplice, facile narrativa”.
Malgrado alcuni dettagli del racconto appartengano all’esperienza personale di Andrews, lo scrittore rivela che la maggior parte della storia non è autobiografica: “In un certo senso ero un tipo alla Greg, alla scuola superiore”, dice. “Quello che volevo era saper stare con tutti i generi di persone. Ero nella band, ed ero nella squadra di nuoto, il che mi ha messo nell’elite degli atleti… pur non avendo nemmeno lontanamente il fascino della squadra di football. Sei lì a rabbrividire in mutande davanti a nessuno – perché nessuno mai veniva alle gare di nuoto”.
Secondo Gomez-Rejon il personaggio di Greg, interpretato da Thomas Mann, passa la sua vita cercando di presentarsi al mondo nel modo in cui vorrebbe essere visto dalla gente, piuttosto che essere la persona che è realmente. “Puoi riuscire a sostenere quella parte più o meno per sempre – sottolinea il regista – ma prima o poi dovrai toglierti via quella maschera ed esporti al rifiuto, o, peggio, all’indifferenza. Una volta che cominci a mostrarti come sei realmente, il mondo reagisce di conseguenza. Non piacerai a tutti, e dirai cose di cui ti pentirai. Ma è questo che ti farà crescere”.
La profonda amicizia con la compagna di classe Rachel, malata di cancro, interpretata da Olivia Cooke, rende le sue “pose” difficili da mantenere: “Greg comincia a fronteggiare le sfide della vita vera quando si avvicina a Rachel – continua Gomez-Rejon – sta vivendo in un modo tutto suo, andandosene in giro con una colonna sonora da film d’autore dentro la testa: ora deve venire a patti con un mondo in cui la realtà non è quella creata da lui”.
Greg lotta contro il suo percorso di autorivelazione più a lungo che può, armato di uno humor sovversivo e una grossa dose di resistenza: “più vuole nascondersi agli occhi del mondo e più non ci riesce – spiega Andrews – così tutto diventa limitato e insoddisfacente”. Il doversi esporre è troppo terribile da contemplare, ma quando succede la sua vita comincia a diventare molto più piena e ricca, anche se non necessariamente più felice.
“In questa storia non ci sono artificiosità, non ci sono cliché. E’ una storia sui rapporti umani, e su come affrontiamo l’essere mortali”.
Olivia Cooke