Il visionario Tim Burton trasforma l’amato classico Dumbo, nato nel gigantesco e fantasioso mondo dell’animazione, in un’avventura in live action ambientata nel 1919 che sarà al cinema dal 28 marzo. Oltre all’elefantino volante, il film si avvale di un grande cast guidato da Colin Farrell, Michael Keaton, Danny DeVito e Eva Green.
Il film
Max Medici (Danny DeVito), proprietario di un circo, assume l’ex star circense Holt Farrier (Colin Farrell) insieme ai figli Milly (Nico Parker) e Joe (Finley Hobbins) per occuparsi di un elefante appena nato le cui orecchie sproporzionate lo rendono lo zimbello di un circo già in difficoltà. Quando si scopre che Dumbo sa volare, il circo riscuote un incredibile successo attirando l’attenzione del persuasivo imprenditore V.A. Vandevere (Michael Keaton) che recluta l’insolito elefante per il suo nuovo straordinario circo, Dreamland. Dumbo vola sempre più in alto insieme all’affascinante e spettacolare trapezista Colette Marchant (Eva Green) finché Holt scopre che, dietro alla sua facciata scintillante, Dreamland è pieno di oscuri segreti.
Baby Mine: l’originale di Walt Disney
La storia, nata più di settant’anni fa, catturò l’interesse di Walt Disney che decise di trasformarla nel quarto lungometraggio cinematografico di Walt Disney Studios. La versione animata originale di Dumbo arrivò nelle sale americane il 23 ottobre del 1941: fu uno dei primi lungometraggi a essere terminati nel nuovo studio d’animazione Disney a Burbank. Il film fu acclamato dal pubblico e dalla critica, vincendo un Oscar per la migliore colonna sonora di un film musicale (Frank Churchill, Oliver Wallace). Anche la toccante e memorabile canzone Baby Mine (Bimbo Mio) fu candidata all’Oscar. Il tenero rapporto tra madre e figlio, che viene raccontato in modo meraviglioso nel brano Baby Mine, è una delle numerose ragioni che hanno spinto il pubblico a innamorarsi di questa storia nel corso delle generazioni.
Dalla parte di Dumbo
“L’immagine di Dumbo è iconica in tutto il mondo – afferma il produttore Derek Frey – le persone sono subito in grado di riconoscere questo elefantino dalle orecchie grandi. Forse non ricordano perfettamente ogni passaggio della storia, ma ricordano i momenti più teneri e anche alcune realtà piuttosto tristi che solitamente non venivano affrontate nei film animazione. È quel tipo di storia che ti rimane nel cuore da quando sei bambino”. Al suo pensiero si aggiunge quello dell’altro produttore Justin Springer: “penso che tutti noi possiamo identificarci con Dumbo, è una piccola e strana creatura che viene presa in giro a causa del proprio aspetto. Ma alle fine alle sue orecchie si rivelano il suo dono più grande. È la classica storia di un emarginato. Non possiamo fare a meno di tifare per lui”.
Il Dumbo di Burton
Il Dumbo di Tim Burton è basato sull’amatissimo classico in cui le differenze vengono celebrate, la famiglia è preziosa e i sogni prendono vita: “l’idea di scappare di casa per unirsi al circo è qualcosa che mi ha sempre affascinato – afferma Tim Burton – il circo non è mi mai piaciuto, con tutti quegli animali in gabbia, i pagliacci, gli inquietanti numeri acrobatici che sfidano la morte e – l’ho già detto? – i pagliacci! Ma ho sempre compreso l’idea che c’è dietro al circo e il concetto di unirsi a una bizzarra famiglia di emarginati che non riescono a vivere con il resto della società… un gruppo di persone che vengono trattate in modo diverso. Dumbo parla di questo”.
Una storia archetipica
Il film d’animazione originale era raccontato dal punto di vista di Dumbo: gli umani erano personaggi secondari e, da diversi punti di vista, rappresentavano gli antagonisti del film. Oltre a espandere la storia, la nuovissima rivisitazione in chiave live action firmata da Tim Burton pone i personaggi umani al centro della narrazione al fine di rendere più comprensibile il viaggio emotivo dell’elefantino. “È una storia molto dolce – conclude Tim Burton – l’idea di un elefante volante rappresenta una storia estremamente semplice. A mio parere, è diventata così famosa e ha colpito così tanto il pubblico proprio per questo motivo: è una storia incredibilmente elementare e archetipica”.
“Avete visto il cervo volante, avete visto il drago volante, e persino uno scoiattolo volante. Ma non avete visto niente finché non vedete un elefante volante!”.