Dopo essere stato presentato a Venezia alla 72. Mostra Cinematografica, è da oggi in sala The Danish Girl, la straordinaria storia d’amore ispirata alle vite di Lili Elbe e Gerda Wegener diretta da dal premio Oscar Tom Hooper. Protagonista della pellicola – e candidato all’Oscar come Miglior Attore – è uno straordinario Eddie Redmayne.
Nel 1926 a Copenaghen, l’artista Einar Wegener (Eddie Redmayne) è sposato con Gerda (Alicia Vikander) ed è venerato come per i suoi dipinti di paesaggio. Anche Gerda è un artista, meno nota, ma costantemente impegnata nel dipingere soprattutto ritratti. Il loro è un matrimonio forte e amorevole, e nulla sembra sconvolgerlo. Tutto comincia a cambiare quando un giorno, in scadenza per la consegna di un ritratto, Gerda chiede al marito di indossare un abito femminile e fargli da “modella” per completare il dipinto. Quest’esperienza è trasformativa per Einar che fin da subito, nei panni di Lili sente di poter esprimere il vero sé. Ed è proprio da quel momento che inizia a vivere la sua vita di “donna”, ancora uomo, ma con abiti e trucchi femminili.
In un rinnovato fermento creativo, Gerda scopre di avere una nuova musa, che decide di portare anche in eventi pubblici, spacciandola per la sorella di Einar. Ben presto però la coppia dovrà fare i conti con la disapprovazione della società. Per questo, decidono di trasferirsi nella più liberale Parigi per iniziare una nuova vita, entrando sempre più in contatto con la propria anima, dove il loro sé è ulteriormente ampliato ed esplorato. Attraverso l’altro, ciascuno dei due trova il coraggio di essere ciò che realmente è. Il loro rapporto evolve, il loro amore prosegue lungo un cammino che porterà Lili a subire il primo intervento chirurgico della storia per cambiare sesso.
The Danish Girl nasce dall’omonimo romanzo d’esordio di David Ebershoff, pubblicato la prima volta nel 2000 e tradotto in quasi venti lingue. A tradurlo in sceneggiatura è stata Lucinda Coxon: “si tratta della storia di un matrimonio, una storia d’amore tra due artisti pieni di coraggio e immaginazione”. Una storia talmente particolare da diventare universale: “loro non erano solo una coppia in cui ciascuno amava l’altro: loro erano anche due artisti che non hanno mai smesso di creare insieme. E insieme sono cambiati, liberandosi a vicenda”.
Un concetto, quello legato alla liberazione dell’anima, ripreso dal regista Tom Hooper: “è un aspetto in comune con Il Discorso del Re, ovvero il tema del blocco, quello che separa noi da noi stessi, dalla nostra migliore versione, autentica”. La svolta, proprio come accadeva al Re balbuziente, avviene quando si riesce a superare quel blocco: “quella tra Lili e Gerda è una potente storia d’amore, un legame straordinario, un ritratto commovente di un matrimonio che attraversa una profonda trasformazione”.
Quella tra Gerda e Einar/Lili è una storia d’amore anche in ambito professionale. Due artisti che hanno sempre saputo essere di supporto l’una alla carriera dell’altra. Gerda era per tanti aspetti già avanti rispetto al suo tempo, tanto da diventare un modello per la generazione di donne che doveva venire. Lili è invece stata la prima anima liberata dal proprio corpo, una trasformazione resa possibile dalle ricerche mediche di quegli anni: dopo la Prima Grande Guerra, la chirurgia è infatti progredita, ampliando le sue competenze, soprattutto in Germania.
Dopo Lili, ci sono state numerose altre operazioni, soprattutto nella città di Dresda. Interventi pionieristici (la stessa Lili Elbe morì poco dopo il quinti intervento – il trapianto dell’utero – per via di complicanze) che permettevano la massima espressione del proprio sé: “era molto chiaro che Einar era una donna, fin da quando si trova a far da modello a Gerda: gli abiti femminili gli danno un senso di confort e appartenenza mai provato prima” spiega Lucinda Coxon. La sua eroica operazione rappresenta una svolta assoluta, un qualcosa mai tentato prima: “inizialmente si pensava che Dr. Warnekros (il chirurgo che ha disposto l’intervento, ndr.) era colpevole, vittima di una delirante e terribile ambizione. Ma in realtà era un pioniere e un salvatore: se Lili non fosse stata in grado di diventare se stessa, si sarebbe suicidata”.
E a supportare Lili in ogni fase del suo cambiamento-rivelazione, la moglie Gerda, interpretata da Alicia Vikander: “Gerda e Lili sono due anime gemelle, il loro amore è incondizionato, fatto di generosità e compassione”. La Signora Wegener capisce che sta perdendo il marito, ma si sacrifica e lo lascia andare: “lo amava più di ogni altra cosa ed è proprio per questo che lo spinge fino alla fine nella sua transizione, lo fa per amore”.
Un amore nato con l’arte. Mente lui è meticoloso, ordinato e vecchia scuola, lei predilige una pittura sgargiante, viva, piena di colori. Mentre lui è affermato, Gerda fatica a farsi spazio come artista, schiacciata dalle convenzioni secondo cui una donna non poteva essere capace di dipingere come l’uomo. Ma quando Einar diventa la sua musa, la donna trae ispirazione e trova la sua vera voce espressiva. È quindi l’arte che li libera, lanciandoli in un nuovo viaggio da fare insieme: “questa non è solo una storia d’amore tra due persone, ma è soprattutto un storia d’amore sull’imparare ad amare se stessi” spiega la Vikander.
A vestire i panni di Lili è uno straordinario Eddie Redmayne, totalmente coinvolto nel progetto: “interpretare questo personaggio è stato per me un enorme privilegio e una grande responsabilità”. L’attore si è avvicinato alle comunità trans per capire al meglio cosa si prova a vivere nella società senza trovare correlazione tra il proprio genere e la propria sessualità. “Era qualcosa che ignoravo, ma che ora voglio trasmettere al mondo intero – spiega l’attore – e per questo sono molto grato a tutte le persone della comunità con cui ho parlato: i loro racconti e le loro storie mi hanno cambiato”.
Quando Einar capisce di sentirsi davvero Lili, comincia ad abbattere tutti quei muri costruiti intorno a lei: “era una donna coraggiosa, ho cercato di immergermi nel suo mondo, capire quello che ha vissuto e provato nel suo animo”. Una performance eccellente che ha portato l’attore a interpretare con grazia e sensibilità la donna: “la fisicità e i movimenti sono molto importanti, rappresentano una parte importante di ciò che siamo, mi sono concentrato su quello e soprattutto sull’utilizzo delle mani”.
Quella della Elbe è una storia eroica, che punta a farci riflettere. Una storia sul coraggio, quello che serve per affrontare le nostre barriere. Barriere da abbattere o con cui convivere. Ostacoli che si possono trovare dentro di noi o all’esterno: “bisogna avere coraggio ad essere se stessi e a quasi un secolo da quell’operazione, la società è ancora poco progredita per quanto riguarda i diritti civili: c’è ancora un enorme lavoro da fare”, conclude Redmayne.
“Questa è una storia d’amore, sull’autenticità, sull’identità. Sul coraggio che serve per trovare se stessi, per essere se stessi”.
Eddie Redmayne