Dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma 2019, sulle piattaforme Amazon, Chili, (e inoltre disponibile su Sky e in home video su Ibs e Feltrinelli) arriva El Numero Nueve Gabriel Omar Batistuta, il documentario diretto da Pablo Benedetti che racconta la vita e la carriera del grande goleador argentino. Un biopic che racconta la sua vita e che vuole essere un messaggio per le giovani generazioni dimostrando come sacrificio, forza di volontà, perseveranza e una buona dose di coraggio possano diventare gli ingredienti fondamentali per realizzare i propri sogni.
Il documentario
El Numero Nueve racconta la vita di Batistuta e tutta la sua carriera. Tra le pagine di questa narrazione, sarà lo stesso Gabriel ad accompagnare lo spettatore lungo un filo conduttore permeato di ricordi e aneddoti mai svelati. Un quadro intimista, uno sguardo sincero volto a mettere in luce ogni segreto, ogni retroscena capace di chiarire ancora più a fondo i caratteri della sua persona, dell’uomo che per tutti, da sempre, si cela dietro un memorabile numero 9. Non essere un numero per essere libero, incarnare un numero per essere unico: questo è Batistuta. Sarà la sua “voce” a raccontarci, finalmente, cosa è stato disposto a fare per diventare il campione che oggi tutti conoscono. I sacrifici e la perseveranza che lo hanno portato a vincere con i club e l’Albiceleste, la caparbietà di rialzarsi dopo ogni sconfitta grazie agli affetti di chi lo ha sostenuto lungo questi anni. L’importanza di sua moglie, dei suoi figli e degli amici dentro e fuori dal campo.
Vita e calcio
E ancora le sue scelte, Firenze, l’Argentina, Roma ed una tenacia tale da compromettere addirittura la sua stessa salute. Tra le righe di queste pagine un pallone che rotola attraversando confini, senza muri né età, affascinando grandi e bambini in ogni angolo della terra. Non mancheranno, infatti, i successi sportivi e i gol che hanno incantato il mondo, un racconto per immagini di un uomo semplice che ha fatto dei suoi valori la sua più grande vittoria:
“Una volta dissi che il calcio non mi piaceva. Lo feci però solo per proteggermi, per alleggerire la pressione della stampa e dei tifosi. Era una menzogna. Da piccolo preferivo fare altro, è vero, ma poi crescendo il calcio è diventato la mia passione e il mio lavoro. In realtà amo tutto del football, la tattica, gli allenamenti, le partite. Sono arrivato al punto di compromettere la mia salute per questo. Non credo occorra aggiungere altro”.
Gabriel Batistuta
Lui è sempre El Numero Nueve
Ho iniziato ad ammalarmi di calcio proprio negli anni ’90, quando il “Re Leone” Batistuta, detto anche Batigol, a Firenze segnava a raffica (i tifosi viola gli dedicarono addirittura una statua, svelata sotto la curva Fiesole prima di un Fiorentina-Lazio che finirà 2 a 0 grazie ad una sua doppietta). Un bomber, un bombardiere, una forza della natura assoluta. Un centravanti meritevole di ogni rispetto, un capitano valoroso. Nel documentario ricordiamo il calciatore ma soprattutto scopriamo l’uomo, sensibile, che si emoziona senza filtri. Batistuta è uno dei simboli di quel calcio che non c’è più, di quello sport che appassionava davvero e che soprattutto ci faceva sognare ad occhi aperti. Un sogno che cominciava nel tunnel che collegava gli spogliatoi al campo, proprio come si vede in uno dei momenti più emozionanti del film. Lui oggi, lui all’epoca, prima di calpestare quel prato verde dove tutto accaddeva. Il luogo della battaglia sportiva, delle emozioni che non si cancellano. Vediamo solo lui, lo stadio vuoto, senza tifosi. Proprio come ormai ci siamo abituati a vedere le partite alla tv, da oltre un anno. Ma nel documentario il significato è un altro: quel calcio non c’è più, lui invece è ancora el numero nueve, l’uomo che non si arrende, che ancora rincorre i suoi obiettivi senza mollare, che continua ad attaccare senza paura.