L’attore e regista Elio De Capitani porterà in scena al Teatro Fraschini di Pavia dal 20 al 22 febbraio lo spettacolo Morte di un Commesso Viaggiatore di Arthur Miller, un vero e proprio capolavoro della drammaturgia americana. Premiato con il Pulitzer nel 1949, questo testo è una esplicita denuncia alla società del dopoguerra subito pronta a valutare positivamente solo la produttività e il denaro, infrangendo il sogno americano ed emarginando tutto il resto.
Willy Loman, il protagonista, dopo trentasei anni di servizio nella stessa ditta, quando gli affari cominciano a vacillare, viene cacciato senza preavviso, senza liquidazione, e rimane abbandonato alla più totale miseria. La sua triste realtà è mascherata dall’immagine di un uomo d’affari vincente, punito nel suo desiderio di essere all’apice in tutto, lavoro e famiglia in particolare. Un “uomo qualunque”, senza qualità particolari, esponente della middle class frustrata, continuamente alla ricerca della felicità agognata, ostinato a credere di avere ancora un’occasione, di non essere inutile, che la sua clientela, coltivata nel corso degli anni, darà ancora senso alla sua esistenza. Ma tutto ciò non accadrà, non raggiungerà un compimento, l’uomo che sognava di essere si è volatilizzato.
Un testo che cattura l’attenzione in un crescendo senza scampo, atto a condurre all’epilogo tragico di matrice classica, tutto percorso da temi importanti, riassumibili nella difficoltà di accettare le cadute per di più nel bilancio complessivo della vita umana, che fa confessare colpe ed errori. Uomini pronti, ieri come oggi, a compiere gesti terribili quando la crisi del consumismo spazza via un’intera classe sociale.
I personaggi sono tutti accecati dall’illusione, componente necessaria a poter sopravvivere e resistere ai colpi del destino. Willy, che ha trascorso un’esistenza a spacciare sogni a buon mercato, rimane aggrappato alle sue finte certezze anche di fronte al fallimento familiare. Quest’ultimo è un ambiente intriso di debolezze, costituito dalla moglie, che svela un istinto amorevole e partecipe del dramma del il padre, dal figlio Happy emblema del conformismo. In famiglia l’unico uomo di successo è Ben, il fratello di Willy, spavaldo e sicuro di sé capace di cogliere le opportunità, ma animato dalla certezza che per vincere bisogna trattare gli altri da nemici e tirare colpi bassi.
Lo spettacolo acquista una forza intrinseca, i temi affrontati sono di cocente attualità, soprattutto quello centrale della disperazione di chi vuole farla finita a causa della mancanza di mezzi per tirare avanti. E’ realizzato tenendo conto degli aspetti onirici del testo, costruito sulla base dei pensieri del protagonista, sull’introspezione che mescola il tempo passato e presente, con figure spettrali e un ambiente neutro e spoglio.
Elio De Capitani, che per questa interpretazione ha conquistato il Premio Hystrio 2014 all’interpretazione e il Premio Internazionale Ennio Flaiano 2014 per la regia, disegna il protagonista con tratti incisivi, enfatizzando gli eccessi, dando spazio al ritmo interiore del protagonista, giocando a protrarre l’attesa, struggente nel suo smarrimento. Un mentitore recidivo sempre pronto a fare finta e a simulare.