Dopo essere stato presentato in Concorso al 69° Festival di Cannes, è da oggi al cinema The Neon Demon, il nuovo film thriller-horror di Nicolas Winding Refn con protagonista Elle Fanning. Una storia dark ambientata nel mondo della moda interpretata anche da: Karl Glusman, Jena Malone, Bella Heathcote, Abbey Lee, Christina Hendircks e Keanu Reeves.
Quando l’aspirante modella Jesse (Elle Fanning) si trasferisce a Los Angeles, la sua giovinezza e vitalità vengono fagocitate da un gruppo di donne ossessionate dalla bellezza e disposte ad usare ogni mezzo per prenderle ciò che ha.
“Negli ultimi anni ho pensato spesso ad un film che fosse incentrato sulla bellezza, perché ne sono circondato ogni giorno”, dichiara Nicolas Winding Refn, riferendosi a sua moglie, la filmmaker Liv Corfixen, alle sue due figlie e presumibilmente alla miriade di attrici e modelle che ha incontrato come regista di lungometraggi e di spot commerciali per Gucci, YSL, H&M e Hennessey. “Mi rendo conto di come la bellezza – continua – sia strumento di potere nelle mani delle donne. Nel corso della nostra evoluzione, la bellezza si va esaurendo, mentre noi ne siamo sempre più ossessionati. E questa ossessione conduce ad una follia tutta particolare”.
Per chiarire questo concetto, Refn prende come riferimento il mito greco di Narciso, che si innamorò a tal punto del proprio aspetto, da annegare nel fiume in cui ammirava la propria immagine riflessa. Noto per il talento con cui ama sovvertire i generi cinematografici più popolari, dai drammi carcerari (Bronson, 2008) alle avventure storiche (Valhalla Rising – Regno di Sangue, 2010), dai thriller d’azione (Drive, 2011) alle storie di vendetta (Solo Dio Perdona, 2013), Refn ha voluto nuovamente mettersi alla prova: girare un horror onorando e, allo stesso tempo, sfidando il canone di questo genere tradizionale. Si è posto due domande: Come servirsi degli elementi tipici dell’horror sovvertendone l’ordine classico? È possibile un horror senza l’orrore?
Per poter dare vita alle quattro protagoniste del film, Refn cercava la collaborazione di una scrittrice giovane ed esperta di dialoghi, con un background teatrale. Ha trovato queste qualità in due persone: Polly Stenham, una nota drammaturga inglese e Mary Laws, una scrittrice americana emergente.
Il ruolo della protagonista è stato il primo ad essere scritturato: Jesse è una ragazza di provincia dall’aspetto innocente, la cui personalità lentamente si trasforma quando la sua carriera inizia a decollare. “Secondo me Elle Fanning racchiude in sé le doti delle più grandi star dei film muti e delle attrici più innovative del cinema odierno – spiega il regista – possiede la magnifica qualità di sapersi trasformare. E la macchina da presa la adora”. Per prepararla a questo ruolo, Refn ha consigliato all’attrice una serie di film, non solo horror, come La Valle delle Bambole e Lungo la Valle delle Bambole.
A proposito dell’altra attrice del cast Jena Malone, il regista sottolinea come sia stata “determinante per la creazione di Ruby, un personaggio che nel copione era ancora un mistero. Avevo bisogno di un’attrice capace di trasformarsi e dare corpo al personaggio”.
Riguardo l’impulso creativo che circonda la città di Los Angeles, Refn spiega: “Ho lavorato molto nella moda a Los Angeles, pertanto già conoscevo questo aspetto della città; nonostante molti credano che il mondo della moda più esclusiva giri intorno a New York o Parigi, in realtà qualsiasi settore dell’industria dell’intrattenimento fa capo a Los Angeles”.
Una città che per Refn simbolizza il collegamento fra l’intrattenimento e il resto del mondo: “secondo me, nell’animo di Los Angeles si uniscono due realtà: quella vera e quella artificiale. Quest’ultima è l’illusione di Los Angeles, quella che trovo più affascinante perché rimanda alla mitologia”.
Come è sua abitudine Refn ha girato il film in ordine cronologico, pratica che invece è poco comune nell’industria del cinema: “lo faccio sempre, in tutti i miei film, perché mi piace la paura di non riuscire a vederne il finale. In questo modo, sono tutti costretti a mettersi al servizio del film, che diventa un organismo con i suoi propri bisogni, da gestire, toccare, percepire. Così rimane sempre aperta la possibilità di cambiamenti. E questo è allo stesso tempo terrorizzante e stimolante”.
“La bellezza è una valuta sempre in crescita, mai in perdita”.
Nicolas Winding Refn