“La mia vita è stata un apprendistato continuo ed è una cosa di cui vado molto fiero. Sono contrario alla formalizzazione, al cristallo della sicurezza. Alla mia età ho molta più paura di quanta ne avessi quando ero giovane”: così Ennio Fantastichini si racconta in un’inedita e intensa intervista raccolta da Andrea Broglia per Io Mi Racconto che Zelig TV, ora al canale 63 del digitale terrestre, trasmette in omaggio all’attore appena scomparso venerdì 7 dicembre alle 22.30 in prima tv assoluta.
Ennio Fantastichini svela l’amore per la recitazione e le persone carismatiche che hanno segnato la sua strada personale e professionale, partendo dal suo esordio e dalla sua formazione: “la malattia del mio lavoro, che io considero una vera malattia, è iniziata a Fiuggi con la mia preparazione, il mio contagio. Poi ho cominciato a fare teatro quando sono arrivato a Roma a 15 anni; è stata una vocazione alla malattia molto potente”.
Tra gli incontri più importanti, quello con Dario Fo, che fu per lui un vero e proprio imprinting: “se dovessi parlare di tappe, di acquisizioni dal punto di vista della conoscenza e di svolte ideologiche dal punto di vista del lavoro, citerei l’incontro con Dario Fo, quando venne a fare un seminario in Accademia e io ero al secondo anno: noi eravamo in delirio, era un mito; d’altronde è come se un ragazzo che studia Belle Arti avesse l’occasione di lavorare con Pablo Picasso. Cercava due attori per degli spettacoli e fui scelto da lui per entrare nella sua compagnia”.
Un altro incontro decisivo per Ennio fu quello con Gian Maria Volonté, con cui intraprese i primi passi nel mondo del cinema e che diventò suo maestro, mentore e amico: “Provavo una forte ammirazione per lui, gli avrei portato fiori e raccontato una poesia ogni mattina, ma durante le riprese lui non mi salutava, non mi parlava, non mi trattava bene, era un supplizio. Alla fine del film mi ha chiamato a pranzare insieme a lui e mi ha svelato che solo a quel punto potevamo essere amici, perché nel film eravamo antagonisti; capii quindi che il 90% della mia performance me l’aveva regalata lui”.