Lunedì 16 dicembre arriva al cinema Escher – Viaggio Nell’Infinito, il documentario diretto da Robin Lutz che racconta il visionario artista olandese Maurits Cornelis Escher che ha influenzato intere generazioni, famoso per i suoi trompe l’oeil e per un’arte che si addentra nella psiche umana. Una personalità che viene raccontata attraverso le sue lettere, diari e appunti scritti che nel documentario vengono letti da Stephen Fry.
Viaggio Nell’Infinito
Il documentario racconta la storia del famoso artista grafico olandese M.C. Escher e si basa su più di 1000 lettere, diari e lezioni scritte originali. Sono sue le parole che ascoltiamo mentre ci parla della sua vita, delle sue paure, i dubbi, la politica, il lavoro. Il film è anche un viaggio verso i luoghi che lo ispirarono maggiormente. Mentre Escher parla, la camera registra in soggettiva quello che lui stesso vedrebbe, come se fossero i suoi occhi a inquadrare il mondo. Appaiono anche due dei suoi figli, George di 92 anni e Jan di 80, che si abbandonano ai ricordi sui loro genitori. Inoltre il musicista Graham Nash (Crosby, Stills, Nash e Young) spiega la riscoperta di Escher negli anni ’70. Il film guarda all’eredità di Escher e a come il suo lavoro ancora oggi ispiri fumetti, pubblicità, film, spingendo tuttora numerosi visitatori alle sue mostre in tutto il mondo. Escher è considerato oggi un artista di fama mondiale, 44 anni dopo la sua morte esce dall’ombra del suo lavoro e ci racconta con le sue stesse parole la storia della sua vita: un’ipnotica visione del mondo che permetterà allo spettatore di comprenderne il genio.
Robin Lutz racconta…
““Sento che c’è una sola persona nel mondo che può fare un film veramente buono sulle mie stampe: io stesso”. Questa frase la scrisse Escher a un collezionista americano della sua opera nel 1969. Ed è esattamente quello che fa in questo film: è il regista, non letteralmente ma simbolicamente. Oltre a un visionario artista grafico, Maurits Escher era un acuto osservatore che ha fermato le sue riflessioni in numerosi diari, lettere, lezioni e cataloghi. Così, viene creata un’immagine della sua vita personale descritta con le sue stesse parole, i dubbi, i momenti di euforia, le considerazioni politiche, i suoi stupori, i suoi sviluppi artistici e ovviamente le opinioni sul suo lavoro. Il pubblico vede il film attraverso i suoi occhi e ci racconta con le sue parole quello che ha visto, quello che ha provato, che lo ha ispirato, che lo ha stupito, che lo ha irritato. Andremo sotto la sua pelle, il più vicino possibile per conoscere e capire questo grande artista grafico“.
“Questo film mostra spezzoni storici di Leeuwarden dove è nato, Haarlem dove è stato educato, l’Italia dove ha vissuto durante l’ascesa di Mussolini, la Spagna appena prima di Franco, dove ha trovato l’ispirazione per il suo “riempimento semplice” e l’Olanda durante l’occupazione tedesca, infine gli anni ’50 e ’60 a Baarn. Sebbene gli storici dell’arte critichino spesso Escher, di certo è uno de più famosi artisti olandesi dopo Rembrandt e Van Gogh: chiunque riconosce immediatamente le sue opere. Lui stesso era stupito dell’enorme successo, specialmente tra i giovani. Le testimonianze dei figli di Escher, George e Jan insieme all’l’icona pop Graham Nash, contribuiscono a collocarlo nel suo contesto, restituendocelo direttamente. È grazie all’opera di Escher che la rock star Graham Nash ha scoperto l’ “arte”. Ed ora oltre ad essere un cantante è un collezionista e un editore di libri d’arte“.