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Ewan McGregor incarna l’American Pastoral di Philip Roth

Ewan McGregor debutta alla regia con American Pastoral, film – da domani al cinema – basato sull’omonimo romanzo capolavoro del Premio Pulitzer Philip Roth che lo vede protagonista al fianco di Jennifer Connelly e Dakota Fanning.


Nel periodo del dopo guerra, pieno di ottimismo e innocenza, il leggendario atleta del liceo Seymour Levov (Ewan McGregor) detto “lo Svedese”, un uomo che dalla vita ha avuto tutto: bellezza, carriera (eredita l’azienda multimilionaria di guanti del padre), soldi, una moglie Dawn, ex Miss New Jersey (Jennifer Connelly) e Merry, una bambina a lungo desiderata, ma il cui mondo pian piano va in pezzi quando la figlia ormai adolescente (Dakota Fanning) compie un attacco terroristico che provoca una vittima. Com’è possibile che una tragedia di queste proporzioni sia accaduta proprio allo Svedese, la persona che per tutta la sua vita ha incarnato il Sogno Americano? Dove ha sbagliato?

Tutto sembrava infatti andare per il verso giusto: Seymour, dopo aver spostato l’attraente Miss New Jersey, inizia una vita di beatitudine domestica e sociale, crescendo la sua amata figlia Merry in una grande casa di campagna, situata nel tranquillo ed esclusivo quartiere di Old Rimrock, nel New Jersey. In apparenza, lo Svedese è un pilastro della sua comunità, un simbolo della “greatest generation” – ammirato come uomo d’affari indipendente, boss caritatevole e devoto uomo di famiglia – dotato di un’infallibile fiducia nelle promesse del Sogno Americano.

Ewan McGregor

Ewan McGregor

Negli anni ‘60— nel mezzo delle agitazioni causate dalla Guerra del Vietnam – un’arrabbiata e sempre più estremista sedicenne Merry, diventa la principale sospettata di un incredibile atto di violenza letale nella felice cittadina di provincia di Levov, sconvolgendo il padre e la sua visione del mondo. Determinato a fare i conti con ciò che è successo ai suoi cari, lo Svedese si imbarca in una missione che ha come obiettivo non solo di ritrovare Merry – ora in fuga dalla giustizia come fuggitiva – ma anche di ricostruire la famiglia Levov e il suo stesso cuore.

American Pastoral è basato sul romanzo di Philip Roth, vincitore del Premio che fa il resoconto dei profondi cambiamenti della vita americana degli ultimi cinquant’anni. L’adattamento si focalizza sulla ricerca dello Svedese della figlia, ma soprattutto su temi come l’incertezza, i cambiamenti del destino, la famiglia e la perdita, la cui trasposizione sul grande schermo ha impegnato i filmmakers per oltre tredici anni.

Dakota Fanning

Dakota Fanning

Lo sceneggiatore John Romano è stato attratto da una storia che non solo spazia attraverso uno dei periodi di cambiamento più vertiginosi della vita americana – dalla positività del dopoguerra e la conformità dei tardi anni ’40 agli esplosivi subbugli e gli effetti dirompenti degli anni ’70 – ma ripercorre anche importanti eventi storici e come questi si siano intrecciati con i momenti famigliari privati. “Conoscevo bene il libro e ho sempre pensato che fosse il miglior libro sugli anni ’60 scritto dalla prospettiva della rivoluzione contro la Guerra del Vietnam sul fronte interno – spiega – Roth ha voluto ricercare le radici psicologiche della rivoluzione giovanile e guardare alla vita famigliare, il suo focus è sull’esperienza umana”. Nel suo adattamento, Romano ha messo in luce i personaggi e le loro relazioni: “questo è un film padre-figlia che parla di umanità, di paternità e di difficoltà famigliari, temi universali senza tempo”.

Ewan McGregor, oltre ad interpretare il personaggio chiave dello Svedese, fa con American Pastoral il suo esordio alla regia: “Seymour è un uomo che crede fermamente nel vivere la sua vita in modo giusto – racconta – è un prodotto del dopoguerra e incarna in modo totale l’idea che un tempo ci fosse un Sogno Americano apparentemente raggiungibile. In un certo senso, lo Svedese è il Sogno Americano e sua figlia Merry è gli anni ‘60”. Anche se lo Svedese non smette mai di provare a essere l’uomo onesto del mito americano, la traiettoria della sua vita precipita nella direzione opposta: “nel corso della sua vita, lo Svedese fa sempre quello che la gente si aspetta da lui, quello che desidera lui faccia – continua McGregor – non perde mai le sue convinzioni morali su cosa sia giusto o sbagliato. Ma per certi versi questa è la sua rovina: la moglie Dawn, va avanti verso un’altra vita, ma lo Svedese cerca sempre di tenere tutte le cose insieme, di renderle nuovamente perfette”.

Jennifer Connelly

Jennifer Connelly

Dawn arriva a un punto in cui non riconosce più la figlia”, osserva Jennifer Connelly parlando del suo personaggio, che sceglie il suo personale percorso a seguito delle azioni devastanti della figlia. “Non sa più come comunicare con lei – continua – e il problema diventa più ampio di una mera differenza di opinioni politiche. I sentimenti di Merry invadono anche quello che prova verso la famiglia e il significato della loro vita domestica Dawn la prende in modo molto personale. Quando Merry sparisce, lei è a pezzi, devastata dagli avvenimenti. Eppure, alla fine deve trovare un modo per andare avanti verso qualcosa si nuovo”.

Precoce ma dolce allo stesso tempo, Merry è una figlia esemplare che, con l’avvicinarsi dell’adolescenza, diventa sempre più consapevole di un mondo selvaggiamente lacerato dalla guerra nonostante la bellezza e gli agi della sua vita famigliare. La sua disperazione rispetto a quello che vede in televisione della guerra del Vietnam, diventa ardente indignazione, che poi si trasforma in un inquietante stato di ferocia e odio radicale, molto più oscuro della tipica rabbia adolescenziale. Quello che invece non muta mai è l’amore per suo padre: “quello non sparisce mai – spiega Dakota Fanninganche nel corso dei suoi cambiamenti di vita e nonostante le sue azioni violente e tutte quelle cose che cambiano ciò che lei è per lui”.

Seymour e Merry, padre e figlia

Seymour e Merry, padre e figlia

Un senso dolce amaro di perdita è onnipresente nel dramma di American Pastoral – le perdite che accadono nelle famiglie e anche le perdite che hanno sovvertito il tessuto dell’America nell’ultimo mezzo secolo. Eppure, c’è anche una corrente sotterranea di amore genitoriale che non si ferma nonostante tutto: “penso che molti genitori rimangano sorpresi della direzione presa dai loro figli – conclude McGregordal tipo di relazione che possono mantenere con loro e da quello che rimane delle speranze che si hanno per loro. Questi sono temi universali. Quindi, anche se il film è ambientato in un momento storico specifico, lo percepisci comunque in contatto con l’oggi”.

“Moglie perfetta, casa perfetta, figlia perfetta. Qualcuno da lassù gli sorrideva. E pensavo che per lui sarebbe sempre stato così. Era lo Svedese”.

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