Cosa succede se una mamma – Valentina Lodovini – sempre presente decide di partire per dieci giorni lasciando i tre figli con un papà fino ad allora praticamente assente? Una sequela di disastrosi ed esilaranti eventi che travolgeranno Fabio De Luigi obbligato a fare il “mammo” a tempo pieno. Questa la trama di 10 Giorni Senza Mamma, la nuova commedia diretta da Alessandro Genovesi che sarà nelle sale dal 7 febbraio.
Il film
Carlo (Fabio De Luigi) e Giulia (Valentina Lodovini) hanno tre figli: lui è un papà distratto e assorbito dal lavoro, lei è una mamma che si è dedicata alla famiglia rinunciando alla sua carriera. I figli sono Camilla, un’adolescente ribelle di 13 anni in pieno sviluppo ormonale e sentimentale, Tito di 10 anni, furbo e sempre pronto a fare scherzi “innocui”, la piccola Bianca di 2 anni che non parla, usa i gesti e si prende ciò che vuole. Giulia, stanca della routine, comunica alla famiglia che sta per partire per dieci giorni di vacanza.
Trovandosi da solo, Carlo si ritrova all’improvviso in un vero e proprio incubo. Tra cene da preparare, inserimento all’asilo, confidenze imbarazzanti della più grande, giochi sfrenati con gli amici del figlio, liti, disastri sfiorati e appuntamenti saltati al lavoro, Carlo sopravvive a questi dieci interminabili giorni anche grazie al prezioso aiuto di una “Mary Poppins” molto particolare (Diana Del Bufalo). Sarà servito questo tempo per conoscere meglio i propri figli e riavvicinare la famiglia? Alla fine fare il mammo è poi una cosa così tremenda? Una comsa importante però è successa: Bianca ha finalmente detto “Papà”.
Una storia raccontata con gli occhi del bambino
Il regista Alessandro Genovesi ha dichiarato: “per un volta ho voluto provare a girare un film come lo girerebbe un bambino. Con quella libertà che è propria dell’infanzia. Qui racconto una famiglia, un argomento che ormai conosco molto bene. Tutte cose che mi sono capitate a volte in modo tragico, da raccontare facendo ridere. Mi sono reso conto che immedesimarsi con i bambini è difficilissimo. E allo, anziché controllare ho provato a lasciar andare. A lasciarmi andare a ciò che succedeva. Non doveva sembrare un film, ma pezzi di vita, che per quanto costruiti per essere comici, conservassero la verità“.