Acqua e Zucchero – Carlo Di Palma, i Colori della Vita, è questo il titolo del documentario che oggi Fariborz Kamkari presenta alla Mostra del Cinema di Venezia all’interno della sezione Venezia Classici. Il film non è solo il racconto della vita artistica di Carlo Di Palma, direttore della fotografia, artista-artigiano, ma è un vero e proprio percorso all’interno del cinema italiano.
Un periodo rivissuto attraverso più di cento film ai quali ha collaborato: dal neorealismo di Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Pietro Germi, ai capolavori che hanno segnato la storia della cinematografia mondiale come Il Deserto Rosso e Blow-Up di Michelangelo Antonioni, alla lunga collaborazione con Woody Allen. Aneddoti e commenti di personalità del cinema mondiale tra i quali Bernardo Bertolucci, lo stesso Woody Allen, Wim Wenders, Volker Schlondorf, Ken Loach ci accompagnano in questo viaggio con i colori e la visione di un cinema italiano che rimane per sempre nella storia del cinema mondiale.
Quello di Kamkari non è un film biografico: ripercorrere e ricostruire la vita e il lavoro di Carlo Di Palma è stato un modo per ricordare e richiamare i metodi e i valori del cinema italiano degli “anni d’oro”, che ha colpito e influenzato i cineasti di tutto il mondo.
È lo stesso Fariborz Kamkari ha descrivere questo aspetto: “questo film è una lezione di vita, vivere e lavorare con passione, semplicità e rigore. È anche una lezione di arte, che rifiuta i compromessi”. È la storia di una lunga ricerca della perfezione, “attraverso la sperimentazione e l’innovazione del linguaggio, sia tecnico che artistico, alla ricerca, ogni volta, del miglior modo di raccontare, con rigore, senza mai sacrificare la qualità del lavoro”.
Durante i cinque anni trascorsi su questo progetto, il regista ha scoperto i valori di cui Carlo Di Palma parla nelle sue interviste, e “quanto l’esempio del suo lavoro sia attuale e necessario per il cinema, oggi forse più che mai”.
Evento Speciale alle Giornate degli Autori di Venezia è invece Il Profumo del Tempo delle Favole di Mauro Caputo. Nel film, un uomo, Giorgio Pressburger, è alla ricerca, tra dubbi e tormenti, dei segni della propria fede, mettendo a nudo la sua esperienza, scardinando certezze e false ipocrisie, entrando nelle pieghe più nascoste della mente umana. Indaga le paure infantili, le menzogne dell’età adulta, l’illuminazione della grazia e, attraverso il sostegno di alcuni compagni di viaggio come Dostoevskij e Kafka, il suo discorso si trasforma in un serrato confronto con la questione del male e della sofferenza. Un viaggio che si intreccia tra culture molto diverse, una testimonianza preziosa che si trasforma in un’indagine profonda dell’animo umano.