Dopo aver esordito l’anno prima con La Bella Vita, esattamente ventiquattro anni fa Paolo Virzì portava al cinema Ferie d’Agosto, il suo primo grande successo premiato nel 1996 con il David di Donatello come Miglior Film. Ne vogliamo parlare oggi, sia per l’arrivo di Ferragosto, sia per ricordare, a pochi mesi dalla scomparsa, Ennio Fantastichini che in quel film fu uno dei principali interpreti. Una piccola-grande commedia che ormai è diventata cult: sempre divertente e riflessiva, sempre attuale.
Fin da subito vediamo l’arrivo nella piccola isola di Ventotene di due gruppi di persone, nettamente contrapposti tra loro. Il destino li ha avvicinati, nel senso geografico-spaziale: le due villette-vacanze sono infatti contigue. Il primo gruppo è guidato dal giornalista e scrittore Sandro Molino (Silvio Orlando) e dalla sua compagna, una sempre inquieta Cecilia Sarcoli (Laura Morante). Con loro anche Martina (Agnese Claisse) la figlia di lei, e Mauro (Silvio Vannucci), suo padre (ex di Cecilia), un attore che non sfonda lo schermo e che ha invitato il suo amico Roberto (Gigio Alberti), un provolone che dice di viaggiare tra Cuba e l’Africa con incarichi “ufficiali”.
Sempre in questo blocco di persone c’è la coppia di fatto Graziella (Claudia Della Seta) e Betta (Raffaella Lebboroni), che si è portata con sé il figlio, l’adolescente Ivan (Emiliano Bianchi), un ragazzo che vorrebbe vedere quel padre che lo ha abbandonato. Completa la formazione Francesca (Antonella Ponziani), l’ex di Sandro, ragazza malinconica che deve ancora risolvere la propria vita.
L’altro gruppo è invece capitanato Ruggero Mazzalupi (Ennio Fantastichini), facoltoso proprietario di due negozi d’armi, tipico romano burbero-coatto d’estate. Sempre autoritario e sopra le righe, è innamorato della bella Marisa (Sabrina Ferilli) anche se ha sposato la sorella di lei, la trascuratissima Luciana (Paola Tiziana Cruciani) con cui ha avuto la figlia Sabrina (Vanessa Marini), coetanea di Ivan. A sposare Marisa è stato invece Marcello (il compianto e bravissimo Piero Natoli), un ex cantante di night che ha mollato tutto per gestire una profumeria con cui ha fatto solo debiti. Tra gli altri, deve 50 milioni proprio al cognato Ruggero.
La vita di vacanza scorre tra risate e malumori, feste e momenti di riflessione e nostalgici bilanci esistenziali. Tutto cambia quando un extracomunitario viene ferito da uno scellerato e assurdo sparo di Ruggero, che già in precedenza lo aveva umiliato con fare razzista. Inizialmente viene denunciato da Sandro, ma dopo che il Brigadiere (Rocco Papaleo) fa intendere che sarebbe meglio per tutti risolvere la cosa bonariamente (il ragazzo ferito non ha infatti sporto denuncia perché non in regola), ecco che avviene l’incontro-scontro serale tra i due rivali. Pur scusandosi a denti stretti, Ruggero ben presto torna ad accusare Sandro che gli risponde per le rime. Ne nasce un botta e risposta con tanto di tifoserie.
Lo scontro è totale e tocca anche la politica: comunisti contro fascisti. Accuse e difese si rincorrono, creando confusione e disorientamento. Tutto si dipana in una congerie di argomentazioni appiattite ed inerti. Sotto le stelle, sembra che ciascuno abbia ceduto, più che a motivazioni e vampate di ordine politico, ai sentimenti e alle vicende personali.
Così Marisa cede alla corte di Roberto che però parte subito il giorno dopo. Marcello accusa Marisa di avergli rovinato la vita e per una notte torna a vivere grazie ad una chiacchierata con Francesca. Cecilia confessa a Sandro di essere incinta di lui e tra i due riesplode l’amore e la passione. Sabrina, delusa da Ivan che bacia un’altra dopo aver illuso lei, minaccia di spararsi e viene fermata da Ruggero: “siamo tutti infelici papà” gli grida nell’orecchio. Alla fine, mentre il primo gruppo riparte con il traghetto, vediamo la ragazza correre verso il molo, in lacrime, ma speranzosa, grida a Ivan: “Sei uno stronzo, io ti amo”.
È sempre bello rivedere e rivivere le Ferie d’Agosto di Virzì, una pellicola che riflette sulla rivoluzione politica italiana dopo l’avvento del sistema maggioritario e la conseguente trasformazione di un paese chiamato a schierarsi su due fronti politici contrapposti. Destra e Sinistra, Fascisti v.s. Comunisti, Ruggero contro Sandro. Una sfida simbolica mentre l’Italia era appena entrata nel ventennio berlusconiano, con la tv – e le ragazze di Non è la Rai – sempre più plasmatrice di coscienze e insegnante di valori.
Vent’anni fa non c’erano smartphone e social. C’erano carta e penna, libri strausati, chitarre da suonare. Un modo di stare insieme e divertirsi forse più semplice e autentico. Quel gruppone di italiani ci intenerisce sempre di più ora, ogni anno che passa. Il tempo è volato, i sentimenti che proviamo in queste sere d’agosto invece non se ne sono mai andati.
Giacomo Aricò