Giovedì 4 febbraio 2021 Prime Video arriva I Fiori del Male, il film diretto da Claver Salizzato e interpretato da Flora Vona nel triplice ruolo di tre donne in tre epoche diverse. Tra gli altri interpreti, Cristiano Priori, Donatella Pandimiglio, Prospero Richelmy, Graziano Scarabicchi e Francesco Castiglione. Il film, prodotto da Christian Vitale e scritto dal regista con Patrizia Pastagnesi, si avvale della direzione della fotografia di Matteo De Angelis, delle musiche di Marco Werba e del montaggio di Daniele Massa.
Il film
Attraverso tre secoli, dal ‘500 al primo ‘900. Veronica, Margherita e Greta: personaggi femminili realmente esistiti ed entrati nella storia, ma colti per un attimo fuori di essa. In uno spazio vuoto, né nella realtà, né nell’immaginazione, in quel luogo dove tutto potrebbe essere successo. Dentro un palazzo di antichi Signori, in una sala quasi completamente vuota (un tavolo-scrittoio, una chaise-longue, un letto a baldacchino, pochi oggetti di arredamento), i cui affreschi d’altra epoca cadono ormai a pezzi, esse – ognuna di esse – nel corso della propria storia cinematografica, incontrano alcuni personaggi della loro vita. Uomini e donne che hanno contribuito a determinare, nel bene e nel male, nei vizi e nelle virtù, nella buona e nella mala sorte, le loro esistenze. Una galleria tenuta insieme da un solo tema: l’amore sacro e l’amor profano e l’impossibile conciliabilità fra essi. Il sesso e la carne o l’anima e lo spirito? Introdotte e presentate da un Maestro di Cerimonie in frac, che dirige e scandisce a proprio modo la narrazione, le protagoniste scopriranno che l’amore vero non può coniugarsi altro che con la castità della passione e/o della morte.
Tre ritratti di donne
Tre ritratti di donne che hanno, nel bene e nel male, fortemente influenzato i costumi, gli amori, i rapporti interpersonali, della propria epoca e che hanno, di fatto, scritto la Storia. Il film è liberamente tratto dalla vita, gli amori e le passioni di Veronica Franco, poetessa e onorata cortigiana della Serenissima Repubblica di Venezia negli anni della sua più sfolgorante bellezza; Margherita Gautier, cocotte e ‘mantenuta’ nella Parigi in procinto di aprire i battenti all’età dell’oro della Belle Epoque, poi divenuta famosa come La dame aux camelias, cantata a più riprese da geni quali Alexandre Dumas figlio e Giuseppe Verdi. E, infine, Mata Hari (al secolo Margareta Geertruida Zelle), osannata ballerina di là e di qua dall’Atlantico, oltre che amante di teste coronate e sedicente spia, fucilata nonostante i gravi dubbi circa la sua effettiva colpevolezza.
Claver Salizzato racconta…
“Sono tre ritratti di donne che hanno, nel bene e nel male, fortemente influenzato i costumi, gli amori, i rapporti interpersonali, della propria epoca e che hanno, di fatto, scritto la Storia. Ognuna di loro, nel corso della messa in scena, rivive per lo spettatore, alcuni dei propri più crudeli conflitti relativi ai temi dell’amore, del sesso e del senso dell’esistenza, proprio ed altrui. Ognuna con le proprie caratteristiche, private ed emotive, ognuna con la propria indole ed il proprio modo di vedere le cose. Tutte, più o meno, ribelli agli usi morali dei tempi e quindi condannate all’eterna esecrazione”.