Sarà da domani al cinema Lady Macbeth, il film in costume diretto dall’esordiente William Oldroyd interpretato da Florence Pugh, Cosmo Jarvis, Paul Hilton. Presentato con successo all’ultimo Torino Film Festival, quello di Oldroy è un film che unisce rigore e sensualità, suspense e riflessione morale.
Nell’Inghilterra del 1865 la diciassettenne Katherine (Florence Pugh) è costretta a un matrimonio senza amore con un uomo più grande. Soffocata dalle rigide norme sociali dell’epoca, inizia una relazione clandestina con un giovane stalliere alle dipendenze del marito, ma l’ossessione amorosa la spingerà in una spirale di violenza dalle conseguenze sconvolgenti.
L’idea di partenza del film appartiene alla sceneggiatrice, Alice Birch, che dopo aver letto il racconto Lady Macbeth del Distretto di Mcensk di Nikolaj Leskov, scritto in Russia nel 1865, ha pensato che alcuni temi chiave – la sottomissione delle donne nella società, la vita nelle comunità rurali, una relazione illecita e passionale – sarebbero stati perfetti per un adattamento cinematografico. Il racconto originale è celebre anche per essere già stato adattato da Šostakovič per un’opera del 1934, bandita poi da Stalin.
Appena la Birch ha raccontato la storia del film al regista William Oldroyd, questo ne è rimasto profondamente colpito: “Nella letteratura di quel tempo – spiega Oldroyd – donne come Katherine di solito soffrono in silenzio, nascondono i loro sentimenti o si tolgono la vita. Ma in questa vicenda abbiamo una giovane protagonista che combatte per la sua indipendenza e decide il proprio destino, anche attraverso la violenza”. Il copione del film segue abbastanza fedelmente il racconto, ma presenta anche delle componenti originali, come per esempio il personaggio di Anna, e ha un finale diverso (nel testo di Leskov la protagonista viene smascherata e punita per i suoi crimini).
“Il rapporto tra la protagonista e l’ambiente circostante mi ha affascinato fin dall’inizio”, commenta la sceneggiatrice Alice Birch. “L’erica, le colline, la brughiera e il fiume sono tutti elementi vitali e seguono la trasformazione di Katherine nel momento in cui acquista una sempre maggiore consapevolezza e determinazione”. In Gran Bretagna questo tipo di territori, misteriosi e selvaggi, si chiamano moorland e si trovano al centro di molti romanzi celeberrimi, da Il Mastino dei Baskerville a Cime Tempestose, da Orgoglio e Pregiudizio a Jane Eyre. Durante la preproduzione, Oldroyd ha deciso di usare come location la zona di Durham e della contea di Northumberland, nell’Inghilterra del nordest, ai confini con la Scozia. È una zona che il regista conosce bene, avendo studiato proprio all’Università di Durham. Trattandosi di una delle zone con minore densità abitativa di tutta la Gran Bretagna, Northumberland riflette e amplifica l’isolamento di Katherine.
“Il mondo di cui Katherine entra a far parte – conclude Oldroyd – è privo di bellezza: Alexander e Boris hanno costruito la loro fortuna con la rivoluzione industriale e non hanno avuto nessun contatto con la bellezza e la loro casa non ha molto colore. I costumi dell’epoca, poi, sono molto interessanti da esplorare: crinoline e corsetti sono dei simboli potenti per il personaggio di Katherine, la intrappolano fisicamente e mentalmente, e quel look austero esprime il carattere conservatore del mondo in cui si trova”.
“Katherine è una ragazza innocente che diventa qualcuno capace di compiere delle azioni mostruose. Anche se sappiamo che sta sbagliando comunque facciamo il tifo per lei”.
Florence Pugh