Dopo averne scritto la sceneggiatura, Christian Gudegast fa il suo esordio alla regia con La Tana dei Lupi, un avvincente thriller d’azione ad alto tasso adrenalinico che è insieme un film poliziesco e un noir psicologico. Protagonisti contrapposti sono Gerard Butler e Pablo Schreiber.
La Tana dei Lupi
Mentre la migliore banda di rapinatori dello Stato guidata dall’impassibile Ray Merriman (Pablo Schreiber) sta preparando il colpo del secolo alla Federal Reserve Bank di Los Angeles, le vite dei suoi uomini si intrecciano a quelle degli agenti della squadra speciale anticrimine di “Big Nick” O’Brien (Gerard Butler). Gli Outlaw sono molto più organizzati dei classici rapinatori di banche: agiscono con precisione chirurgica, pianificano tutto nei minimi dettagli e sfruttano l’esperienza maturata durante l’addestramento paramilitare e i periodi trascorsi in carcere. Fra i compari di Merriman ci sono il disciplinatissimo padre di famiglia Enson Levoux (Curtis “50 Cent” Jackson) e Bosco Ostroman (Evan Jones), veterano temprato dalle battaglie e dotato di un talento speciale per i furti. A loro si unisce poi “l’autista” Donnie Wilson (O’Shea Jackson, Jr.), un barista ed ex detenuto con un passato misterioso, che potrebbe non rivelarsi all’altezza della situazione.
Al fianco di O’Brien troviamo il suo protetto, Tony Zapata (Kaiwi Lyman-Mersereau); il seducente dongiovanni Gus Henderson (Moe McRae); l’implacabile eminenza grigia Murphy “Murph” Collins (Brian Van Holt), gangster duro e puro della zona sud di Los Angeles, anche se non privo di fascino; e Benny Magalon, detto “Borracho” (Maurice Compte), amante della bottiglia e del gioco d’azzardo con un talento speciale per ottenere il massimo dagli informatori. In questo faccia a faccia non ci sono buoni e cattivi, ma solo due gruppi di professionisti che si affrontano ad armi pari. L’escalation di scontri trasforma la città di Los Angeles in un’enorme scacchiera: ogni squadra elimina strategicamente i pedoni, le torri, gli alfieri, i cavalli e la regina dell’altra, fino a un avvincente e imprevedibile scacco matto.
Dalla sceneggiatura alla regia, il percorso di Christian Gudegast
La Tana dei Lupi è un poliziesco realistico ambientato ai giorni nostri, concepito nel 2002 dallo sceneggiatore Christian Gudegast, qui al suo esordio dietro la macchina da presa. Leggendo il saggio Where the Money Is, che spiega come Los Angeles sia divenuta la capitale mondiale delle rapine in banca, Gudegast ha notato una foto del Los Angeles Times scattata alla Federal Reserve Bank: un’enorme vasca piena di banconote. Il libro e l’immagine gli hanno fornito l’ispirazione per la storia che sarebbe poi diventata l’ossatura del copione.
Il regista-sceneggiatore ha saputo creare una storia fortemente incentrata sui personaggi e in grado di ribaltare le classiche dinamiche da film sul colpo grosso. Qui i cattivi sono atleti che conducono una vita sana e militari più attratti dalla sfida di una missione complessa che non dalla criminalità in sé. I poliziotti, viceversa, hanno un debole per l’alcol, la violenza e gli strip club e si trovano agli antipodi dell’archetipo dell’eroe. Quello che apparentemente potrebbe sembrare un convenzionale faccia a faccia tra buoni e cattivi si rivelerà uno scontro a fuoco senza esclusione di colpi in cui i due gruppi rivali si affronteranno senza scrupoli e ad armi pari.
Outlaw v.s. Regulator, due mondi a confronto
Gudegast ha costruito tanto gli Outlaw quanto i Regulator sfruttando le proprie esperienze personali di interazione con queste due tipologie umane. L’autore era particolarmente attratto dai complessi rapporti tra i professionisti delle rapine in banca e i detective che danno loro la caccia: “mi affascinava la specificità dei rispettivi mondi – spiega il regista – e anche il modus operandi dei due schieramenti. Capire cosa facevano e perché lo facevano è diventata la forza motrice del film”.