Il prossimo 6 dicembre arriverà al cinema Ghostland – La Casa Delle Bambole, il nuovo horror della Midnight Factory, scritto e diretto da Pascal Laugier.
Pauline (Mylene Farmer) e le due figlie adolescenti, Beth (Emilia Jones) e Vera (Tylor Hickson), ricevono in eredità una vecchia villa piena di cimeli e bambole antiche che rendono l’atmosfera tetra e inquietante. Durante la notte, due intrusi penetrano nella casa e prendono in ostaggio le ragazze. Pauline lotta disperatamente per la vita delle figlie e riesce ad avere la meglio sugli assalitori, ma il trauma di quella notte segnerà per sempre il destino delle ragazze. Mentre Beth riesce a reagire e a lasciarsi il passato alle spalle, diventando una scrittrice di successo, Vera invece non supera lo shock e si rinchiude nelle sue paranoie. Sedici anni più tardi Beth riceve una telefonata dalla sorella che le chiede aiuto. La ragazza ritorna così nella casa delle bambole dove scoprirà che l’incubo, in realtà, non è ancora finito.
Vi presentiamo qui sotto un estratto dell’intervista rilasciata da Pascal Laugier.
Com’è nato questo progetto?
Inizialmente, avevo voglia di girare un film attraverso la prospettiva della soggettiva, che è una tema centrale per un regista perché il linguaggio cinematografico permette di filmare le cose, come per esempio le visioni, i fantasmi e i sogni, in modo diretto. I film di fantascienza si sono concentrati molto su quest’aspetto, che però a me creava delle difficoltà. La mia prima intuizione è stata quella di filmare il mondo onirico di un personaggio come se fosse la realtà, quella tanto decantata ‘realtà’ che non sappiamo mai veramente come definire. Mi ci è voluto un po’ di tempo per trovare il mio stile. La situazione è rimasta in stallo finché non mi sono convinto che il mondo interiore di un personaggio avrebbe potuto essere il motore narrativo della trama. E proprio quando dentro di me è scattata questa molla mentale, mi è venuta in mente la sceneggiatura. L’idea fondamentale della trama di trattare la soggettività come una cosa normale, considerandola come la realtà stessa, è completamente folle e spaventosa. L’esuberanza barocca del film, i suoi eccessi e i suoi impulsi di morte sono solo una cosa in più rispetto a tutte le altre cose che succedono.
Il tema dei gemelli ha ispirato spesso i film horror. Qui, però si parla di due sorelle. È un argomento che le sta a cuore?
In effetti, ho un fratello più grande di me e anche noi siamo molto diversi. È una di quelle persone che considerano l’ammirazione come un sentimento negativo, e di cui diffidare. Personalmente provo ammirazione per moltissimi artisti, sia vivi che morti, per i quali nutro una vera e propria ossessione, quindi ho avuto delle brutte discussioni con lui, perché pensa che chi ammira incondizionatamente qualcuno come faccio io si precluda quello che vuole fare veramente. È come indossare una camicia di forza che non ti permette di diventare chi sei davvero. Questa nostra divergenza è sicuramente stata la spina dorsale del film.
Lei gioca anche sul concetto del “senso di colpa del sopravvissuto” che è uno dei motori che spingono Beth a tornare nella casa dove ha vissuto la sua terrificante esperienza…
Dal momento in cui ho deciso di assumere il punto di vista di Beth e del suo volo immaginario, ho cominciato a chiedermi come riuscire a far sì che Beth apprezzasse sua sorella, la sua ‘rivale’, e come evitare di renderla un personaggio stereotipicamente sgradevole e bidimensionale. L’idea che fosse Vera a cercare di tirare fuori Beth dal suo ‘sonno’, mi ha dato la soluzione. Senza questo gesto, il volo interiore di Beth avrebbe portato a un vicolo cieco, a una logica suicida. In genere, alla fine di una fantasia può esserci solo la morte, ed è proprio il fatto che Vera col suo pragmatismo risvegli la sorella che darà a entrambe la forza necessaria per reagire, completandosi a vicenda.
I due personaggi cattivi hanno un aspetto grottesco che crea grande inquietudine.
Volevo evidenziare proprio questo elemento grottesco, quell’immaginario da fenomeni da baraccone che ci riporta indietro alle origini del cinema. Ci tenevo all’idea di realizzare il mio film come se fosse una fiaba dark, come se dovessi filmare un’acquaforte di Gustave Doré, che a sua volta illustra una fiaba di Perrault. Trasfigurare la realtà è una cosa che mi affascina molto. Se solo sapeste quant’è asfissiante il dogma del ‘Realismo francese’ per me! Con La casa delle bambole – Ghostland, volevo cimentarmi con qualcosa di nuovo e creare un mondo follemente esagerato, rumoroso ed espressionista. È un film che accetta risolutamente il suo formalismo, ma la sua forma sposa pienamente i deliri e i rituali intimi dei suoi personaggi, sia quelli di Beth che quelli dell’Orco.
EXTRA – Dal 4 aprile in home video in Limited edition
Ghostland sarà distribuito da Koch Media e la Midngiht Factory in 3 edizioni – Dvd, Blu-Ray e Steelbook – in una limited edition (per ogni formato ci sono due dischi) arricchite di Booklet, Interviste e Making Of del film.