Per decenni, a partire dal rivoluzionario Porky’s e passando ai classici moderni da Superbad: tre menti sopra il pelo ad American Pie, i ragazzi hanno assistito sul grande schermo a come i loro coetanei hanno affrontato coraggiosamente o brutalmente la loro prima esperienza sessuale. È ora che anche le ragazze abbiano la possibilità di celebrare la storia della loro prima volta: oggi al cinema esce infatti Giù le Mani dalle Nostre Figlie, film d’esordio di Kay Cannon.
Kay Cannon con Giù le Mani dalle Nostre Figlie ha creato una provvidenziale commedia di formazione incentrata su uno dei riti più riconoscibili del cambiamento, e in maniera divertente stravolge l’eterno “due pesi e due misure” tra maschi e femmine. Una delle poche donne a dirigere una commedia vietata ai minori per un grande studio, la Cannon ci presenta una storia basata su quella pietra miliare che nessuno di noi ha mai dimenticato.
Quando i genitori di tre adolescenti scoprono che loro figlie hanno fatto il patto di perdere la verginità al ballo scolastico, si lanciano in una segreta operazione notturna per impedire alle adolescenti di portare a termine l’accordo. Quando l’apprensione genitoriale si scontra con una goffa accettazione del destino, il trio ben intenzionato dà vita ad una turbolenta commedia che accompagna il più grande passo delle loro figlie verso l’età adulta. Lisa (Leslie Mann), Mitchell (John Cena) e Hunter (Ike Barinholtz) si ritrovano ad affrontare la stessa sorte, dato che le loro figlie diventano immediatamente amiche dal primo giorno di scuola materna. Mentre le loro figlie, ormai inseparabili, crescendo arrivano inevitabilmente all’età adolescenziale, i tre genitori entrano de facto in confidenza, condividendo i momenti speciali delle figlie, dai compleanni alle angosce adolescenziali e ovviamente al ballo di fine anno.
Le loro personalità sono diverse quanto i loro genitori: Lisa, una mamma single e sua figlia Julie (Kathryn Newton) sono come migliori amiche che condividono tutto. Mitchell, un padre apprensivo e fissato con lo sport, ha versato sangue, sudore e lacrime per educare Kayla (Geraldine Viswanathan) insieme alla moglie Marcie (Sarayu Blue) e indirizzare Kayla sulla retta via. Dopo un turbolento divorzio, Hunter è ancora destabilizzato, e vive di alti e bassi con la figlia Sam (Gideon Adlon) e vuole rendere la serata più importante della vita della figlia, epica. Dopo aver intercettato una serie di messaggi di testo suggestivi che rivelano il patto sessuale che le ragazze hanno siglato, l’improbabile trio unisce le forze in un’incauta missione per evitare che le loro figlie facciano quel che reputano il più grande errore delle loro vite. Ma nel corso di una notte fatta di inseguimenti in auto, gare di particolari tracannate e irruzione in una festa senza invito, iniziano a vedere le loro figlie come giovani donne intelligenti, determinate e autoritarie, come speravano che fossero.
“Era da tempo che avevo voglia di passare alla regia – confessa Kay Cannon – le donne non hanno spesso questa opportunità, quindi ero entusiasta di questa chance”. Oltre al suo debutto alla regia, per Kay Cannon era altrettanto importante scegliere un film che un giorno avrebbe avuto una risonanza con sua figlia: “anche se è ancora piccola, volevo dirigere un film in cui lei potesse immedesimarsi, stavo solo aspettando una storia che mostrasse le ragazze in un modo che non si è mai visto prima”.
La storia ha attratto la Cannon perché non era il classico film sul ‘sesso al femminile ai tempi del liceo’. “Mostra le giovani donne che prendono consapevolezza della propria sessualità, mettendo a confronto la controparte maschile” aggiunge. La scena in cui le ragazze siglano il patto sessuale è una delle preferite della Cannon perché assomiglia ad una conversazione che si può ascoltare in qualsiasi bar del liceo: “sono sciocche, un po’ grossolane, criticano, parlano di sesso in modo inaspettato”.
La Cannon spera che questa storia che esplora la sessualità da diverse angolazioni, invogli il pubblico di tutte le età ad iniziare un confronto sul sesso, sulla responsabilità e sul rispetto delle scelte dei giovani. E afferma: “non ho affatto parlato delle mie esperienze adolescenziali. Semmai dell’astinenza. Forse non si vorrebbe vedere questo film seduto accanto ai propri genitori perché ci sono un sacco di battute spinte, ma il mio sogno sarebbe far divertire e far parlare le persone sull’argomento”.
A produzione ultimata, la Cannon riflette sull’evoluzione delle ragazze e i loro genitori durante questa notte selvaggia: “il patto potrebbe non essere stato qualcosa che le ragazze hanno ben ponderato, ma a nottata conclusa, ogni giovane è stata in grado di prendere razionalmente la propria decisione in modo maturo e consapevole – e questo vuol dire aver avuto dei bravi genitori”.