Dopo lo splendido esordio alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice Nella Città, dove si è aggiudicato il Premio Panorama Italia, solo dal 15 al 17 aprile arriva al cinema come film evento Go Home – A Casa Loro, il social horror diretto da Luna Gualano (elenco sale, in continuo aggiornamento, QUI).
Il film
Roma, durante una manifestazione contro l’apertura di un centro d’accoglienza, si scatena un’apocalisse zombie. Enrico (Antonio Bannò), un ragazzo di estrema destra, si mette al riparo all’interno del centro, mentendo sulla sua identità. L’unico luogo sicuro è quel centro d’accoglienza che lui non voleva, mentre fuori i morti camminano sulla terra.
Un horror allegorico
Go Home è un horror allegorico, nello specifico uno Zombie movie. Come Romero intendeva svelare le contraddizioni all’interno della società consumistica americana, utilizzando e re-inventando la figura dello zombie, il film di Luna Gualano si propone di utilizzare gli zombie come metafora di una società sempre più chiusa, spaventata, aggressiva nei confronti dei migranti, del “diverso da se” in generale. Il lungometraggio, brillante ed efficace, intende trasmettere con forza un messaggio: lo “straniero” e “l’altro da se” sono un valore aggiunto e non un disvalore. Per questo va ricordato che i protagonisti del film sono dei veri rifugiati, e le location quei centri sociali sistematicamente sgomberati nonostante l’aiuto che offrono a uomini, donne e bambini che di aiuto hanno davvero bisogno.
Intervista a Luna Gualano
Lo spettatore di Go Home, messo di fronte alle proprie paure, è costretto a riflettere. La paura è quella del diverso da noi, un vero e proprio virus che purtroppo non è solo un film, come leggiamo ogni giorno sulle pagine dei quotidiani e ci viene raccontato dai media e dalle piattaforme social. “Quando nel 2016 ho pensato all’idea del film insieme allo sceneggiatore Emiliano Rubbi, ero convintissima che il tempo di realizzare il film avrebbe probabilmente fatto diventare il tema del razzismo “obsoleto”…” mi spiega la regista Luna Gualano. Da questo punto è iniziata la nostra chiacchierata.
Dopo tanti premi, riconoscimenti e prestigiose anteprime, arriva al cinema Go Home – A Casa Loro. Cosa significa per te vedere questo film in sala?
Oltre ad essere un soddisfazione per me è anche una gioia poter mostrare a tutti coloro che ci hanno lavorato il “frutto” del nostro impegno. È il completamento di un percorso durato ormai quasi tre anni, di tantissimo lavoro di preparazione e di tantissimo impegno da parte di tantissime persone.
Go Home è la metafora di una società zombie affamata e cattiva. Forse non c’era altro genere cinematografico per descrivere questo momento storico: l’orrore della realtà si poteva esprimere solo con un horror. Sei d’accordo?
Assolutamente sì. Credo che l’horror in generale si presti tantissimo alla metafora, anche se negli ultimi anni il genere si era un po’ discostato da questa seconda “prospettiva”. E lo zombie movie, ancor prima di qualsiasi altro sottogenere horror, nasce proprio da questa chiave di lettura. Go Home potrebbe essere considerato un rilettura di ció che, in realtá, è stata la vera e propria nascita del genere.
Nei social media basta sempre pochissimo – un pensiero, una foto, la condivisione di un link – per scatenare risse verbali. Ogni forma di comunicazione diventa politica. Ci sono commenti e risposte che spaventano e che ci ricordano un passato oscuro… Tu come giudichi i social in relazione al tema del film?
Credo che i social non siano “buoni” o “cattivi” di per sé. Credo che sia l’utilizzo che se ne fa a determinare, di volta in volta, il valore del mezzo. Probabilmente una grossa fetta della popolazione non era “pronta” alla venuta dei social e ad una lettura cosí filtrata della realtá. Ma il problema non sono i social, quanto la cultura necessaria ad affinare la capacitá di leggere il presente o, meglio, la mancanza di essa.
Civiltà e Umanità. Il cinema può ancora rianimare ed esaltare questi due grandi concetti?
Assolutamente. Come tutte le arti nei secoli di storia dell’essere umano.
Intervista di Giacomo Aricò
Go Home – A Casa Loro è stato prodotto grazie a diversi microfinanziatori e a una campagna di crowdfunding. Al progetto hanno partecipato attivamente tanti artisti, da Zerocalcare, che ha firmato il manifesto del film, a Piotta, Train to Roots, Daniele Coccia, Il Muro del Canto, che hanno contribuito con i loro pezzi alla colonna sonora del film, curata da Emiliano Rubbi ed Eugenio Vicedomini.