Nella giornata di lunedì 5 settembre, nella sezione Venezia Classici della 79. Mostra del Cinema di Venezia sarà presentato Godard Seul Le Cinéma, il documentario che Cyril Leuthy ha dedicato alla figura emblematica della Nouvelle Vague: Jean-Luc Godard. Il film ripercorre l’intera carriera del mitico regista e si afferma come la sua biografia definitiva costruita intorno ad archivi, estratti di pellicole e interviste a diverse personalità che prendono la parola per rendere omaggio al regista. Tra questi: Nathalie Baye, Julie Delpy, Pierre Lescure e Alain Bergala.
Il film
Jean-Luc Godard è il cinema, la sua quintessenza. Da poco novantunenne, ha al suo attivo più di centoquaranta film. Lo odiamo tanto quanto lo veneriamo. Da dove ha origine la sua aura? Naturalmente da film leggendari, ma anche da Godard stesso. È una figura pubblica e allo stesso tempo un uomo avvolto nel mistero. Tutto e l’opposto di tutto, ha percorso ogni strada possibile. Non è facile impadronirsi di un tale mostro sacro ed enigmatico. L’itinerario di Godard si muove in un’unica direzione: il rinnovamento incessante della sua arte. Egli vede l’atto creativo come un necessario atto di critica e decostruzione. “Parto sempre dal negativo. Sono un uomo positivo che parte dal negativo”. L’artista si reinventa senza sosta e inevitabilmente si distrugge. Questo ritratto intende portarci oltre i cliché di un mito, talvolta diventato caricaturale, per incontrare un uomo più sentimentale di quanto sembri, un uomo abitato, a volte superato, dalla sua arte. Perché, sì, Godard è umano. Non solo una macchina che pensa e crea immagini. È carne, sangue, emozioni.
Cyril Leuthy racconta…
“Ciò che è assai motivante in Godard è che permette tutto: lascia gli altri registi liberi, liberi di osare, di provare, di sfidare le abitudini. Realizzare questo film ha significato esplorare un artista che, più di molti altri, ha una vera e propria fede nella propria arte. Per navigare in un tale oceano di idee, film e archivi, ho seguito un percorso: rimanere umile e dare voce alle persone che lo hanno conosciuto. Il film è incentrato più sull’uomo che sul suo cinema, ma quando si parla di Godard, cinema e vita si fondono, anche se alla fine il film parla anche di cinema”.