Dal libro Gomorra di Roberto Saviano all’omonimo film diretto da Matteo Garrone nel 2008: due enormi successi. Poi, lo scorso maggio, dal grande al piccolo schermo con Gomorra – La Serie diretta da Stefano Sollima (che ne ha curato la supervisione artistica), Francesca Comencini e Claudio Cupellini. E dopo il nuovo trionfo ottenuto prima su Sky e dopo al Toronto Film Festival, da stasera la serie tv arriva al cinema per quattro lunedì di fila in cui, in ogni occasione, verranno condensate e presentate 3 puntate di fila (in tutto erano 12).
I personaggi della storia (interpretati dagli attori Marco D’Amore, Fortunato Cerlino, Maria Pia Calzone, Salvatore Esposito) si muovono proprio a Scampia, sicuramente il protagonista assoluto di tutta la serie come ha ricordato lo stesso Saviano:
Scampia è protagonista, è un attore, non è una quinta che puoi ricostruire. È il Dna della serie. Quei palazzi, quelle scale, quel cielo, sono protagonisti. Quel territorio ti entra dentro, quel cemento è una scelta politica, una descrizione geopolitica del paese, non è solo ghetto. È anche la dimostrazione di una resistenza. In quelle case c’è vita, ci sono ancora sorrisi, bambini.
Si vedrà il percorso dello spietato Ciro, ambizioso soldato del boss Pietro Savastano che controlla il suo impero – spaccio, appalti truccati, business dei rifiuti – attraverso violenza e sangue. Non un documentario, ma una fiction che racconta la realtà. Senza dare spiegazioni o lezioni, ma allo stesso tempo senza nemmeno perdere di vista la responsabilità nel mostrare certe immagini con il rischio che possano rivelarsi attraenti per i ragazzi che guardano.
Il film non può mai essere un’educazione al crimine, la realtà è già oltre, non è la fiction che può indurre qualcuno a intraprendere la strada del crimine nella vita. La materia su cui intervenire è la realtà, non il film che racconta.
Roberto Saviano