Diretto dal maestro Oliver Stone, il 24 novembre arriva al cinema Snowden, il ritratto personale e affascinante di una delle figure più controverse del XXI° secolo: Edward Snowden. Interpretato da Joseph Gordon-Levitt, si tratta dell’uomo responsabile di quella che è stata definita la più grande violazione dei sistemi di sicurezza nella storia dei servizi segreti americani. Nel cast ci sono anche: Shailene Woodley, Melissa Leo, Zachary Quinto, Tom Wilkinson e Nicholas Cage.
Nel 2013 Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt) lascia con discrezione il suo impiego alla National Security Agency e vola ad Hong Kong per incontrare i giornalisti Glenn Greenwald (Zachary Quinto) e Ewen MacAskill (Tom Wilkinson), e la regista Laura Poitras (Melissa Leo), allo scopo di rivelare i giganteschi programmi di sorveglianza informatica elaborati dal governo degli Stati Uniti.
Consulente esperto di informatica, legato da un impegno di massima segretezza, Ed ha scoperto che una montagna virtuale di dati viene registrata tracciando ogni forma di comunicazione digitale, non solo relativa a governi stranieri e a potenziali gruppi di terroristi, ma anche a quella di normali cittadini americani. Disilluso rispetto al suo lavoro nel mondo dell’intelligence, Snowden raccoglie meticolosamente centinaia di migliaia di documenti segreti per dimostrare la portata della violazione dei diritti in atto. Lasciando la donna che ama, Lindsay Mills (Shailene Woodley), Ed trova il coraggio di agire spinto dai principi in cui crede.
Con film sempre apprezzati e diversi tra loro, come Platoon, JFK, Natural Born Killers e Wall Street, Oliver Stone ha dedicato la sua carriera a raccontare momenti fondamentali e di passaggio della storia e della cultura americana. Dalla guerra in Vietnam alla tragedia dell’11 Settembre, ha affrontato con coraggio temi controversi in film profondamente personali e allo stesso tempo universali. È per questo che la storia di Edward Snowden era perfetta per il suo occhio critico e per il suo talento nel mettere in luce l’ipocrisia di alcune istituzioni.
Fino alle sue clamorose rivelazioni, Snowden era agli occhi di tutti un grande sostenitore del governo americano. Cresciuto in una famiglia da sempre impegnata a difendere gli Stati Uniti, si era arruolato nell’esercito, puntando ad entrare nei corpi d’élite delle Forze Speciali e a combattere in Iraq. Un terribile incidente durante l’addestramento lo aveva però messo fuori gioco, e così Snowden aveva deciso di intraprendere una carriera prima nella CIA e poi nella NSA (National Security Agency). Stone si chiedeva cosa avrebbe potuto aggiungere a quanto già noto al pubblico. Soprattutto dopo l’uscita del documentario Citizenfour di Laura Poitras premiato con l’Oscar.
Quello che ha fatto Stone, è stato immaginare cosa passasse per la mente di Ed, cosa esattamente lo aveva spinto ad uscire allo scoperto. Il regista, dopo essere stato contattato da Anatoly Kucherena, l’avvocato russo di Edward Snowden che aveva scritto una versione romanzata della storia, ha incontrato lo stesso Snowden a Mosca. Per scrivere la sceneggiatura Stone ha deciso di opzionare sia il libro di Kucherena che The Snowden Files, che racconta l’esperienza del corrispondente del Guardian Luke Harding e della pubblicazione sul giornale delle rivelazioni di Snowden. Oltre allo stesso protagonista della storia, Stone ha chiesto anche l’aiuto di Kieran Fitzgerald, un giovane scrittore di talento.
Il regista e Fitzgerald hanno cercato di essere più accurati possibile riguardo alle procedure interne della NSA, e hanno incontrato esperti e consulenti tecnici, oltre a celebri ‘informatori’ della NSA come William Binney e Thomas Drake. Fitzgerald ha cercato di saperne quanto più possibile sui programmi della NSA, e si è affidato a Snowden per avere conferma di aver descritto le cose in modo giusto. Per Fitzgerald il cuore della storia di Snowden è la sua trasformazione: da figlio diligente, pronto a seguire la tradizione militare della sua famiglia, a colui che ha commesso quello che alcuni hanno definito il più grosso atto di tradimento nella storia degli Stati Uniti. Cosa lo ha spinto ad abbandonare una sudata carriera e a mettersi in conflitto con le istituzioni che aveva giurato di proteggere?
Stone e Fitzgerald sono arrivati a pensare che la chiave per capire il mistero di questa figura controversa sia la sua lunga relazione con Lindsay Mills, la sua ragazza. “Per capire davvero Ed bisogna capire fino in fondo questa sua relazione fondamentale – afferma Oliver Stone – la stampa ha trascurato quanto fosse importante per lui. È come se lei avesse preservato il lato umano di Ed”. Fitzgerald concorda, e aggiunge: “Lindsay era la persona in cui lui confidava di più. E gli è stata accanto per tutti i 10 anni durante i quali è avvenuta la trasformazione di Ed. Riusciamo a percepire i cambiamenti di Ed attraverso il suo modo di interagire con Lindsay“.
Secondo Oliver Stone la storia è incentrata sull’evoluzione personale e politica di Edward Snowden: “esiste un parallelismo con Nato il Quattro Luglio, che parlava di Ron Kovic, un ragazzo di Long Island che credeva nella Guerra in Vietnam e si arruolò per combattervi. Ne rimase completamente deluso e sconvolto, e tornò negli Stati Uniti da contestatore e per protestare contro la guerra. Alla fine venne considerato un eroe. Non so se la conclusione sarà la stessa per Snowden. È un terreno molto più difficile perché il suo è considerato un atto di spionaggio e le accuse a suo carico sono molto serie”.
Joseph Gordon-Levitt, l’interprete di Snowden, è convinto che i media abbiano presentato alla gente un ritratto errato del suo personaggio: “a me sembra che il mondo dell’informazione somigli molto a quello dello show business – afferma – cercano tutti di conquistarsi il pubblico; hanno degli sponsor da accontentare; pensano agli indici d’ascolto. E non vogliono inimicarsi quelli che comandano a Washington, per cui non possono assumersi troppi rischi. Se guardi come i media americani hanno raccontato la storia di Edward Snowden, ti accorgi che tutto è stato detto da una prospettiva unilaterale”.
Lo Snowden che ha scoperto l’attore è fedele al suo Paese: “quando si ruppe le gambe durante l’addestramento militare – continua Gordon-Levitt – dovette trovare un modo diverso per servire il suo Paese, la sua carriera nell’intelligence lo ha portato in giro per il mondo per svolgere mansioni ben remunerate, ma le manovre a cui ha assistito lo hanno infastidito”. Come quelle del governo che viola la Costituzione cercando di combattere il terrorismo con sistemi di sorveglianza di massa: “quello che accade va contro ciò in cui crede. Abbandona una vita molto gratificante per fare ciò che ritiene giusto”.
Con questo film Oliver Stone è consapevole che non cambieranno le cose. Il regista dimostra di essere realista sull’impatto che il suo lavoro potrebbe avere: “non è mio compito riformare alcunché, quello che puoi fare con un film è necessariamente limitato, e non voglio giocare la parte dell’attivista. Cerco solo di fare le cose seguendo la mia coscienza e le mie passioni”.
“Gli USA hanno il diritto di difendersi, ma la differenza tra l’uso di quel diritto e il suo abuso per Snowden è enorme. E io sono pienamente d’accordo”.
Oliver Stone