Presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, giovedì 17 giugno arriva nelle sale La Vita Che Verrà – Herself, il film diretto da Phyllida Lloyd con protagonista una straordinaria Clare Dunne che ha anche scritto e sceneggiato il film prendendo spunto da una vicenda capitata ad una sua amica che si è ritrovata da sola, senza una casa.
Il film
Dopo tanto tempo, Sandra (Clare Dunne) trova finalmente il coraggio di fuggire con le sue due figlie da un marito violento. In lotta contro una società che sembra non poterla proteggere e con l’obiettivo di creare un ambiente accogliente per le bambine, decide di costruire da sola una casa tutta per loro. Non tutto andrà bene ma durante l’impresa troverà la forza di ricostruire la sua vita e riscoprirà se stessa, anche grazie all’appoggio di un gruppo di persone disposte ad aiutarla e a darle sostegno. Per Sandra e le sue figlie la nuova vita che verrà per fortuna non sarà mai più come quella di prima.
Una storia di speranza
Il soggetto e la sceneggiatura del film hanno molto colpito la produttrice Sharon Horgan che ha deciso di portare sul grande schermo questa vicenda: “è una storia difficile ma ricca di speranza. Sandra è in una posizione molto delicata, è riuscita a liberarsi di uno spaventoso rapporto distruttivo. Tuttavia, Herself non risulta una storia triste. La sua protagonista ha momenti di down e una serie di ostacoli da superare, ma ha una grande forza interiore. E le persone si fanno in quattro per aiutarla, malgrado non sia facile per lei accettare una mano. È una storia semplice, con una drammaturgia molto potente“.
L’incontro tra Phyllida e Clare
“Ho incontrato Clare Dunne per la prima volta – ricorda Phyllida Lloyd – quando stavo cercando gli attori per Giulio Cesare, all’inizio del mio progetto su Shakespeare al femminile. Clare è venuta per il ruolo di Porzia. Non dimenticherò mai il suo provino: fu incredibile vedere un attore che è completamente se stesso; che colma il divario tra se stesso e il suo personaggio.». Lo stesso stupore la regista lo ritroverà tempo dopo, leggendo la sceneggiatura a cui Dunne aveva lavorato a lungo: «era una scrittrice nata: ho accettato di dirigere il film solo a condizione che ci fosse lei nel ruolo di Sandra».