Giovedì 19 ottobre esce al cinema Monster Family, il film d’animazione diretto da Holger Tappe tatto dal romanzo Happy Family scritto dal vincitore dell’Emmy Award David Safier, uscito in Italia con il titolo La Mia Famiglia e Altri Orrori.
I Wishbone non sono una famiglia felice. La mamma, Emma, è la proprietaria di una libreria sull’orlo del fallimento; il papà, Frank, è oberato e sfiancato dal lavoro e dal suo tirannico capo, la figlia Fay sta attraversando gli imbarazzanti anni dell’adolescenza e dei brutti voti a scuola e il figlio Max è così intelligente da essere continuamente vittima di bullismo. È ovvio che litighino in continuazione. E come se tutto ciò non bastasse, dopo essere stati trascinati da Emma a una festa in maschera, dove poi si rivelano gli unici ad essere mascherati, la perfida strega Baba Yaga lancia un incantesimo sui Wishbone. Improvvisamente i loro costumi diventano realtà: Emma si trasforma in un vampiro, Frank nel mostro di Frankenstein, Fay in una mummia e Max in un piccolo lupo mannaro. Nonostante il trauma, la famiglia deve ora essere unita per trovare la strega e annullare l’incantesimo.
La famiglia di mostri e la loro fidata amica Cheyenne inseguono la strega in capo al mondo, scoprendo che non tutte le loro nuove caratteristiche sono un male. Emma è invincibile e immortale, Frank è più forte di qualsiasi supereroe, Fay riesce ad ipnotizzare chiunque e il timoroso Max è ora quello che spaventa i bulli. I Wishbone affronteranno questa turbolenta avventura di famiglia, facendo fronte a situazioni difficili e a veri e pericolosi mostri, tra i quali il Conte Dracula in persona che dichiarerà il suo eterno amore a Emma. Del resto, nessuno ha mai detto che sia facile far felice la propria famiglia.
Holger Tappe, produttore e regista del film, con Monster Family vuole raggiunge sono i bambini, ma anche gli adulti: “l’intrattenimento è di primaria importanza, ma io voglio anche il pubblico rifletta: viviamo in un mondo esigente nel quale dominano la propria carriera e l’egocentrismo. Quando non riusciamo a realizzare i nostri sogni, li imponiamo ai nostri figli e se loro non prendono quella direzione scoppiano inevitabilmente conflitti anche bruschi. Il nostro film non cambierà il mondo, ma se qualcuno tra gli spettatori, all’uscita dal cinema, penserà che il fine settimana seguente potrebbe essere un buon giorno per fare qualcosa tutti insieme, come famiglia, quello sarà già aver ottenuto qualcosa”.