Dopo essere stato presentato Fuori Concorso alla 72. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, da oggi al 2 marzo arriva al cinema Human, l’opera monumentale del fotografo e regista Yann Arthus-Bertrand. Una raccolta di storie e immagini del nostro mondo con cui immergersi nel cuore di quello che significa essere umani.
Il film si compone di una raccolta di storie e immagini del nostro mondo, che offrono la possibilità di immergersi nel cuore di quello che significa essere umani. Attraverso queste storie, piene di amore e felicità, ma anche di odio e violenza, Human ci pone faccia a faccia con l’Altro, spingendoci a riflettere sulle nostre vite. Storie quotidiane, testimonianze delle vite più incredibili, questi toccanti incontri hanno in comune una rara sincerità e pongono in evidenza chi siamo – il nostro lato più oscuro, ma anche ciò che è più nobile in noi, e ciò che è universale.
La nostra Terra viene mostrata nella sua forma più sublime attraverso immagini aeree mai viste prima, accompagnate da una musica in crescendo; un’ode alla bellezza del mondo che offre un momento per prendere respiro e fare introspezione. Human è un lavoro politicamente impegnato che ci permette di abbracciare l’umana condizione e riflettere sul significato della nostra esistenza.
Esistono dei temi universali, tuttavia ogni storia è unica. Questo è stato il punto di partenza per l’opera del fotografo e regista francese Yann Arthus-Bertrand. Realizzato con esclusivi filmati aerei e storie raccontate in prima persona davanti ad una macchina da presa, questo straordinario affresco traccia un ritratto dell’umanità in cui ognuno di noi può riconoscersi. Filmato in 60 paesi in più di due anni, le 2.020 persone intervistate ci guardano dritto negli occhi e ci offrono storie autentiche e commoventi, raccontate in 63 lingue.
Qualunque fosse il paese, la cultura, l’età o la religione delle persone, i giornalisti ponevano le stesse domande fondamentali sulla condizione umana. Si sente libero? Qual è il significato della vita? Qual è stata la prova più difficile cha ha dovuto affrontare e che cosa ha imparato da essa? Qual è il suo messaggio per gli abitanti del pianeta? Ogni volta, confidenza e spontaneità avevano la precedenza sul questionario, e si stabiliva un legame sincero tra il giornalista e la persona intervistata. Spesso per più di un’ora, le persone si aprono e raccontano come sono le loro vite.
Nell’ascoltare queste storie di vita, è parso urgente dare voce agli uomini e alle donne del mondo. Ponendo le sofferenze dell’umanità al centro di Human, Yann Arthus-Bertrand ha realizzato il suo lavoro più politicamente impegnato sino ad ora. Contravvenendo a tutti i codici della cinematografia, e senza una sceneggiatura prestabilita, il film ha preso forma in corso d’opera.
Questa ode senza voce narrante promette di essere un’esperienza unica, quasi totalizzante per ogni spettatore: un intimo viaggio nel cuore dell’animo umano, intessuto di maestose vedute aeree da sogno. Con un orecchio rivolto al passato e un occhio verso il futuro, Human è un appello a tutti i cittadini del mondo.
“Sono un uomo fra sette miliardi di altri uomini. Negli ultimi 40 anni ho fotografato il nostro pianeta e la diversità umana, e ho l’impressione che l’umanità non stia facendo alcun progresso. Non sempre riusciamo a vivere insieme”. Parole di Yann Arthus-Bertrand che non ha cercato una risposta nelle statistiche o nelle analisi, ma nell’uomo stesso: “nei visi, negli sguardi e nelle parole trovo un potente mezzo per arrivare alle profondità dell’animo umano: ad ogni incontro, ci si avvicina di un passo, ogni storia è unica e nell’esplorare le esperienze dell’Altro, ero in cerca di comprensione”.
Così le domande nascono e si moltiplicano: Proviamo tutti la stessa sete di amore, libertà e riconoscimento? In un mondo lacerato tra tradizione e modernità, i nostri bisogni fondamentali rimangono gli stessi? Che cosa significa oggi, nel profondo, essere umani? Qual è il significato della vita? Le nostre differenze sono così grandi? In effetti, condividiamo più valori di quanto non si possa immaginare? E se così fosse, perché non riusciamo a capirci l’un l’altro?
“Sognavo un film dove il potere delle parole riecheggiasse sulla bellezza del mondo” continua il regista. Ponendo i mali dell’umanità – povertà, guerra, immigrazione, omofobia – al centro del film, Yann Arthus-Bertrand ha fatto “delle scelte di impegno politico”. Tuttavia gli intervistati ci hanno parlato di ogni tipo di argomento, dalla difficoltà di crescere alla ricerca dell’amore e della felicità: “è questa immensa ricchezza del dialogo umano che si pone al cuore di Human”.
“Questo film porta con sé la voce di tutti gli uomini e le donne che mi hanno raccontato le loro storie. È il loro messaggero”
Yann Arthus-Bertrand