A quasi due mesi dalla sua scomparsa, la Cineteca di Bologna omaggia Michael Cimino riportando in sala dal 25 agosto – in versione integrale restaurata – Heaven’s Gate – I Cancelli del Cielo. Uscito nel 1980, scritto e diretto da Cimino (che ha anche supervisionato il restauro), il film è un capolavoro Western interpretato da un cast superbo: Christopher Walken, Isabelle Huppert, Kris Kristofferson, Terry O’Quinn, Jeff Bridges.
Wyoming, 1890: la società degli allevatori ordisce l’eccidio legalizzato degli immigrati colpevoli di occupare il territorio. Cimino sposa la possanza epica del western, ma la conquista del sogno libertario e democratico prospera sulla colpa.
Film di smisurate ambizioni e di folgorante bellezza, scorciato di un centinaio di minuti, si rivelò all’epoca dell’uscita un flop clamoroso mettendo la United Artists in ginocchio e facendo del regista una bestia nera. Dopo il restauro ‘definitivo’ del 2012 realizzato da Criterion e supervisionato dallo stesso Cimino, lo spettatore di oggi può finalmente godere del potente e maestoso spettacolo della versione director’s cut.
Vi proponiamo ora di seguito quanto disse lo stesso Michael Cimino in un’intervista realizzata a Bologna il 17 febbraio 2003:
“Gli anni in cui si svolge il film sono anche quelli in cui si diffonde la fotografia: si tratta quindi di un periodo molto ben documentato. Ogni cosa che si vede nel film trova riscontro in una fotografia del periodo, dai particolari degli abiti all’aspetto della pista di pattinaggio.
Questo sforzo di ritrovare la verità ha portato gli attori a impegnarsi, prima delle riprese, in una sorta di Università del West, dove hanno preso le lezioni più disparate: sparare col fucile o con la pistola, andare a cavallo, condurre il carro, radunare le mandrie, andare sui pattini a rotelle (ci sono state più fratture qui che non nei corsi di equitazione). Kristofferson e Isabelle Huppert hanno anche preso lezioni di valzer, per la disperazione del coreografo: a quanto diceva lui, Kristofferson non aveva il minimo senso del ritmo”.
“Una cosa che mi colpì in particolare, guardando le foto dell’epoca, era la grande quantità di persone, la vera e propria esplosione demografica in corso, specie per l’arrivo di masse di emigrati, la nascita velocissima di città molto popolose: è un aspetto che ho voluto assolutamente portare nel film. Quando si vedono in una stessa inquadratura 2.000 persone, 200 cavalli, 200 carri, una locomotiva dell’epoca, è tutto vero: col digitale non puoi raggiungere la stessa veridicità, lo stesso suono.
Il film dunque racconta un episodio reale della storia americana, basandosi su documenti precisi: è la cosiddetta guerra di Johnson County, dove nel Wyoming i ricchi proprietari di bestiame assoldarono dei killer per sterminare i contadini immigrati, accusati di furto. Ero affascinato dall’idea di portare alla luce questo episodio, in cui degli americani uccidevano altri americani, in cui all’entusiasmo e all’incanto per la giovane nazione si mescolava un sentimento di depressione, di sconfitta degli ideali, di precoce consapevolezza; ed ero anche così ingenuo da credere che altri avrebbero provato il mio stesso interesse”.
“Non sapevo che mi avrebbero odiato. Così sono passato dal trionfo di The Deer Hunter alle critiche devastanti rivolte a Heaven’s Gate, che hanno portato alla mutilazione immediata del film dai suoi originali 325’ a una versione di poco più di due ore”.
“Tutta l’energia che ho speso per Heaven’s Gate aveva un solo fine: portare sullo schermo, con le migliori immagini e i migliori suoni possibili, l’America della fine dell’Ottocento, cercando di raggiungere il maggior grado di veridicità”.
Michael Cimino