Presentato in anteprima al 34° Torino Film Festival, è dal 31 maggio al cinema I Figli Della Notte, l’opera prima di Andrea De Sica – nipote del grande Vittorio – che ha come interpreti Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Fabrizio Rongione, Yuliia Sobol.
Giulio (Vincenzo Crea) è un 17enne di buona famiglia che si ritrova catapultato nell’incubo della solitudine e della rigida disciplina di un collegio per rampolli dell’alta società, una sorta di “prigione dorata” isolata tra le Alpi, dove vengono formati i “dirigenti del futuro”: internet imbavagliato, telefono concesso per mezz’ora al giorno, ma quel che è peggio violenze e minacce dai ragazzi più “anziani”, nell’apparente accondiscendenza degli adulti.
Giulio riesce a sopravvivere grazie all’amicizia con Edoardo (Ludovico Succio), un altro ospite del collegio. I due ragazzi diventano inseparabili e iniziano ad architettare fughe notturne dalla scuola-prigione, verso un luogo proibito nel cuore del bosco, dove conoscono la giovane prostituta Elena (Yuliia Sobol). Ma la trasgressione fa parte dell’offerta formativa, il collegio sa tutto del locale e delle uscite notturne, gli educatori, tra cui Mathias (Fabrizio Rongione), vigilano costantemente, restando nell’ombra.
Anche attraverso a suggestioni horror, con I Figli Della Notte l’esordiente Andrea De Sica ha provato a raccontare “un universo giovanile che mi sembrava poco esplorato, almeno nel nostro paese: volevo raccontare un disagio che non è legato all’emarginazione sociale di qualsiasi natura, ma che non per questo è meno profondo o radicato oggi nella nostra società”.
La situazione estrema di un collegio per rampolli di ricche famiglie è stata la chiave che il giovane regista ha scelto per confrontarsi con uno dei sentimenti più forti che un adolescente possa sperimentare: l’abbandono. Il collegio è nel film l’incarnazione sotto forma di uno spazio fisico concreto delle difficoltà di relazione tra genitori e figli nel passaggio dall’infanzia all’età adulta.
Avvicinarsi a una generazione non molto lontana dalla sua è stata per Andrea De Sica un’esperienza forte: “il mondo degli adolescenti è vitale e allo stesso tempo fragile, sentimenti innocenti e aggressivi convivono senza distinzione. È un’età indefinita dove tutto è ancora possibile, ma che spesso viene segnata da esperienze che trasformano il proprio destino”.
“Ho immaginato una favola nera: una storia di formazione o meglio di deformazione”.
Andrea De Sica