Una rimpatriata tra vecchi amici. Una casa sperduta in una valle dimenticata dal mondo. Tanti ricordi, piombo, e storie d’amore dall’abisso. Questa è la storia che si sviluppa ne I Giganti, il film – presentato all’ultimo Festival del Cinema di Locarno e dal 21 ottobre nelle nostre sale – diretto da Bonifacio Angius che lo ha anche interpretato al fianco di Stefano Defenu, Michele Manca, Riccardo Bombagi e Stefano Manca.
Bonifacio Angius racconta…
“Il film è nato da diverse congiunture e suggestioni inevitabilmente legate al triste e sconvolgente periodo che tutti insieme stiamo afrontando con immense difcoltà. È una storia densa di rabbia, dolore, tenerezza, fragilità, furore, ironia, cinismo e violenza. Una violenza a volte nascosta, velata, a volte evidente, cristallina, subdola e premeditata. La violenza, nei gesti e nei pensieri, negli sguardi e nelle parole, è motore invisibile delle azioni dei personaggi e, attraverso il ritratto di un piccolo mondo autodistruttivo, forma elementare dell’agire umano. L’idea del flm nasce dall’urgenza di mettere a nudo le fragilità dei rapporti umani e di mostrarne il disequilibrio, cercando attraverso il mezzo cinematografco di illuminarne i lati più oscuri, nostalgici, sinistri e malinconici. Il tempo è passato inesorabile, e ai nostri personaggi non è rimasto nulla tranne che il vuoto e la nostalgia per una giovinezza che non tornerà più, anche se si trovano a vivere un’età in cui sono tutto tranne che vecchi dal punto di vista anagrafco”.
“I Giganti è un film di fantasmi, di perdenti, che cercano attraverso gesti maldestri di vivere ancora un attimo di leggerezza, per poter godere di una vita in cui nessuno di loro è riuscito a capire l’essenza di quel momento che si chiama, sempre con un certo timore, felicità. La vita è tutta un’illusione in cui, tra le stelle, si cercano comete che non passano mai, stelle cadenti che si schiantano nel buio, senza darci nemmeno il tempo di esprimere l’ultimo desiderio. Mi piace defnire questo racconto come fosse un’opera flosofca scritta da un cialtrone, che nell’imbarazzo, nella vigliaccheria di un auto-sabotaggio, inconsapevolmente, è riuscito a parlare dei massimi sistemi senza che gli venisse richiesto”.
“I Giganti è un sogno perduto, un sogno di cinema dimenticato, che con tutta la mia forza ho tentato di far riaforare sullo schermo. E anche se le mie parole appaiono così pessimiste – e di sicuro lo sono – il mio più grande amore, il cinema, si è fatto vivo ancora una volta per salvarmi. Mi ha dato la forza di sorridere, di gioire e di essere consapevole che la parola “fne” non può essere scritta, anche se siamo a terra e pensiamo di non poterci più rialzare. Nasce così un racconto arioso, profondo, sagace, sincero, dolce, e sì, crudele. Ma d’altra parte la vita cos’è? È una grande avventura dai mille volti, in cui non ci si può sottrarre dal provare ogni brivido, positivo o negativo, o addirittura neutro, futtuante nell’abisso del dubbio dell’esistenza. E mi dà speranza sapere che nonostante tutto, se lo vai a cercare, si trova sempre qualcosa di positivo, si trova sempre un nuovo sogno da realizzare. E che, anche nel buio di questo ingorgo, si può provare a dare ancora un colpo di coda, per cercare di rinascere più forti di prima“.