“Si é creata una cortina di isolamento per chi parla di certi argomenti, per far passare coloro i quali approfondiscono per dei fissati. E’ quello che é accaduto per la trattativa Stato – mafia al solo scopo di depotenziare tutto quello che é emerso finora”.
Questo uno dei passaggi, sottolineati da un applauso del pubblico, della presentazione di E’ Stato la mafia, l’ultimo libro di Marco Travaglio, edito da ChiareLettere, nella libreria Ibs di via Nazionale a Roma, avvenuta lo scorso 14 maggio.
Si tratta della ricostruzione della trattativa tra membri delle istituzioni italiane e alcuni esponenti mafiosi di spicco, tra cui Salvatore Riina, avvenuta dopo la stagione delle stragi dei primi anni ’90 e l’uccisione del giudice Giovanni Falcone. Non è il solito libro alla Travaglio, tanto che lo stesso giornalista ha detto ridendo che “quest’ultimo lavoro non potrete usarlo come fermaporte rispetto alla mole dei precedenti, ma abbiamo voluto consegnare una lettura più agile dei fatti“.
Questo anche in virtù del fatto che in allegato vi é un Dvd con l’omonimo spettocolo teatrale – diretto da Stefania De Santis – tratto dal libro che ha riscosso un notevole successo di pubblico in diversi teatri italiani. La scena vedeva l’alternarsi del racconto di Marco Travaglio alla lettura di alcuni brani di discorsi di Pertini, Flaiano e Pasolini, da parte dell’attrice Isabella Ferrari (e per un periodo di tour, anche di Valentina Lodovini). La stessa Ferrari era presente – defilata – in sala. Nonostante il nostro corteggiamento, puramente giornalistico nonostante l’avvenenza, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
Lo stesso Travaglio non era la prima volta che stava su un palcoscenico anche come attore. Nel 2009 aveva infatti esordito con il monologo Promemoria – Quindici anni di storia d’Italia. Due anni più tardi invece, sempre con Isabella Ferrari, portò in scena Anestesia totale. Nel cinema invece, dopo alcune partecipazioni attraverso interviste a documentari (tra cui Citizen Berlusconi, Viva Zapatero, Girlfriend in a coma) o camei in cui interpretava se stesso (Shooting Silvio, Passione Sinistra di Marco Ponti), ha debuttato a livello attoriale nel recente film Il Venditore di Medicine di Antonio Morabito nel ruolo di un incorruttibile primario di Oncologia, il professor Malinverni. Il suo personaggio aveva un ruolo chiave nella storia che nel cast vedeva Claudio Santamaria e ancora una volta Isabella Ferrari.
Così come in teatro anche con il pubblico in sala il giornalista incasella date e anedotti in fila con chirurgica precisione, lasciandosi andare di tanto in tanto a qualche punta di sarcasmo. Ed é proprio uno degli ingredienti che nella rappresentazione teatrale di uno spettacolo così intriso di valore civile tiene alta l’attenzione dello spettatore.
Al termine dell’incontro, Travaglio ha scambiato due battute con Cameralook. “Andare in teatro e rappresentare un pezzo di storia italiana, spesso insabbiata – ha spiegato l’autore – é stata una grande e nuova emozione. E’ sicuramente diverso dall’andare in televisione. In teatro si percepisce meglio il pubblico e si ha anche un rapporto più profondo. Il teatro può essere un mezzo di denuncia civile per far conoscere delle storie. La trattativa Stato-mafia è diventata un argomento tabù per tutti: parlarne é estemamente importante“.
Andrea Sessa