Il Teatro Filodrammatici di Milano, a chiusura dell’iniziativa I Concerti della Domenica, celebra il suo XXV anniversario, consegnando al Maestro Pupi Avati il Premio Milano per la Musica-Consorzio Buenos Aires. Questo prestigioso riconoscimento è nato con l’intento di premiare grandi artisti nazionali e internazionali del nostro tempo, quali punti di riferimento per l’arte e la cultura nel mondo. Pupi Avati, musicista e pluripremiato regista italiano, riceverà questo riconoscimento domenica 15 marzo alle ore 11:00 presso il Teatro Filodrammatici di Milano.
Il premio, negli anni, è stato assegnato a molti personaggi noti nel mondo della musica, tra cui: il Maestro Carlo Maria Giulini, che per primo lo ricevette, Carla Fracci, Uto Ughi, Riccardo Chailly, Salvatore Accardo, Ennio Morricone, Lorin Maazel, e poi ancora Josè Carreras, Maurizio Pollini, Roberto Bolle, Stefano Bollani.
Prima di diventare uno dei più grandi cineasti del cinema italiano, Pupi Avati inizialmente tentò una carriera nel jazz: dal 1959 al 1962 fa parte della Doctor Dixie Jazz Band come clarinettista. Un’esperienza che interruppe dopo l’ingresso nella band di un certo Lucio Dalla. Un amore, quello per la musica, che mise al centro dell’autobiografico Ma Quando Arrivano le Ragazze?, girato dieci anni fa (2005). Il suo ultimo film al cinema è stato invece Un Ragazzo D’Oro.
A seguito della premiazione si terrà l’ultimo concerto della rassegna de I Concerti della Domenica in collaborazione con Consorzio Buenos Aires, durante il quale si esibirà l’Ensemble Duomo diretto dal Maestro Roberto Porroni eseguendo il programma Musica e Cinema dedicato a musiche di Shostakovich (The Gadfly), Khachaturian (Spartacus) e di Ritz Ortolani, con alcune colonne sonore legate ai film di Pupi Avati, rivisitate da Roberto Porroni.
«Il mio sogno era diventare un grande clarinettista jazz. Ma un giorno nella nostra orchestra arrivò Lucio Dalla. All’inizio non mi preoccupai più di tanto, perché mi pareva un musicista modestissimo. E invece poi ha manifestato una duttilità, una predisposizione, una genialità del tutto impreviste: mi ha tacitato, zittito, messo all’angolo. Io a un certo punto ho anche pensato di ucciderlo, buttandolo giù dalla Sagrada Familia di Barcellona, perché si era messo in mezzo tra me e il mio sogno »
Pupi Avati